Edilizia, ambiente, scuole e rifiuti: il sindaco di Fornovo Emanuela Grenti spiega progetti e risultati dell’amministrazione; tema profughi sempre vivo in Paese

@ChiaraCorradi @VincenzaDiLecce

Negli scorsi giorni con Acer il Comune di Fornovo ha presentato un piano molto dettagliato di riqualificazione residenziale e di efficientamento energetico: quanto il Paese aveva bisogno di questo ammodernamento?

Il patrimonio immobiliare residenziale pubblico del nostro Paese per una parte piuttosto consistente risulta piuttosto datato: la classe energetica di questi edifici è senz’altra tra le più basse del territorio. Abbiamo fin da subito cercato di coinvolgere i privati anche in funzione degli sgravi fiscali messi in campo dal governo su efficientamento e riqualificazione, promuovendo negli anni tutta una serie di agevolazioni per coloro che avessero deciso di investire sul proprio patrimonio. Tutto questo, purtroppo, per quanto utile non è stato sufficiente: da qui la necessità di recuperare il patrimonio immobiliare di Fornovo anche attraverso un intervento diretto di Comune e Acer, che ha sostanziato l’iniziativa dal punto di vista finanziario.

Nel concreto la collaborazione con Acer punta alla riqualificazione e all’efficientamento energetico del nostro patrimonio immobiliare, ma anche a una manutenzione architettonica degli edifici più vecchi e malmessi. Il messaggio che volevamo lanciare era quello per cui oggi a Fornovo, come in tanti altri Paesi della Provincia, è indispensabile guardare al futuro con strutture di qualità, che acquistino valore sul mercato e permettano alle famiglie e al contesto sociale che ne usufruisce di dimezzare le spese delle utenze. A giugno, quindi, il primo pacchetto con famiglie che già nel prossimo inverno potranno usufruire degli immobili. Poi altri interventi su altri immobili, in un contesto di proprietà pubbliche e private da gestire all’interno delle stesse strutture, ovvero di un contesto non sempre semplice da gestire ma comunque indispensabile da conoscere e valorizzare.

Parlando di rifiuti e gestione della raccolta in Paese, qual è la situazione oggi? Come è cambiato a Fornovo in questi anni il servizio?

Siamo partiti da un raccolta di strada per poi passare ad una raccolta porta a porta: nel giro di un mese aspettiamo il bando attraverso cui tutti i comuni dovranno adeguarsi – su indicazione della Regione Emilia Romagna con il Piano regionale di gestione dei rifiuti – ad una raccolta puntuale. Il nuovo bando di raccolta puntuale prevederà una conseguente tariffazione puntuale e si servirà di uno strumento importante, ovvero un fondo incentivante all’interno cui saranno accantonati da Regione e Comuni circa 10 milioni di euro da redistribuire per il 50 per cento ai comuni che si dimostreranno virtuosi nella gestione del servizio e per il restante 50 per cento a pioggia su tutte le altre realtà locali.

Per cercare di anticipare a Fornovo il vantaggio della distribuzione di questo fondo, abbiamo pensato di partire con la raccolta puntuale il prima possibile. Questo anche nell’ottica di stimolare la cittadinanza e poter con i giusti tempi abituarci a questo nuovo sistema, oltre che per essere pronti alla distribuzione di questo fondo una volta che venisse messo a disposizione. A Fornovo, complessivamente, siamo comunque molto soddisfatti: nell’anno conclusosi registriamo sia un miglioramento nella  gestione differenziata dei rifiuti sia una produzione minori di rifiuti da gestire. Non dobbiamo dimenticare che tutte le soluzione più o meno efficaci che elaboriamo hanno e devono avere comunque come obiettivo finale quello di consegnare alle generazioni future spazi e ambienti pubblici e privati più puliti, sicuri e rispettosi dell’ambiente.

In quest’ottica non solo una diversa e più consapevole gestione dei rifiuti per tutelare l’ambiente: quali progetti avete portato a termine lungo il mandato?

Abbiamo cercato di impostare da sempre come amministrazione un lavoro di rilievo sul fronte ambientale: con le scuole e sul piano educativo con i ragazzi come sul piano più strettamente politico. Abbiamo introdotto il piedibus con quattro linee oggi consolidate e un crescente numero di iscritti, abbiamo rinnovato il sistema di illuminazione con lampade a led, abbiamo riqualificato dal punto di vista energetico il nido di Fornovo, una struttura che oggi consuma il 40 per cento in meno di quanto consumava in precedenza. E altre tante piccole o grandi cose che fanno la differenza nella qualità di vita dei nostri concittadini ma che magari tendono ad essere presto dimenticate o comunque date per scontate, quando invece alle spalle di ogni conquista sul piano ambientale e di qualità di vita appunto risiedono sempre grandi sforzi ed impegno da parte di molte persone.

Scuola e le strutture scolastiche che ruolo hanno nella progettazione della Fornovo del futuro?

Un nostro grande sogno, per quanto difficile da realizzare, sarebbe quello di riuscire a ricostruire a Fornovo le scuole: le nostre strutture sono molto vecchie, di classe energetica bassissima e che non riescono a stare al passo con quelle che sono e saranno le innovazioni nel mondo della scuola e delle sue riforme. Le spese purtroppo che il Comune dovrebbe accollarsi per portare a termine questo progetto sono insostenibili ad oggi: rimane per questo necessario cercare partnership continue tra pubblico e privato nonché sempre nuovi fondi da poter gestire in modo autonomo su un tema come quello dell’istruzione che è e deve rimanere sempre una priorità per un’amministrazione locale. Nel concreto, ad esempio, gli interventi sulla materna di Riccò saranno principalmente di riqualificazione energetica nonché di adeguamento anti-sismico: si tratta di un progetto da 460mila euro, di cui 230 direttamente dalle casse del Comune e 230 dai fondi che arrivano dal Governo.

Ci sono però anche altri progetti in cantiere più o meno visibili. Di cosa si tratta?

Si, abbiamo tante piccole, medie o grandi opere in cantiere. Speriamo di rendere presto agibile una nuova zona di sgambamento cani, abbiamo installato il wifi con tre hotspot gratuiti, abbiamo riqualificato il foro boario ed è sempre vivo il progetto di riqualificazione del centro storico. Tanti progetti che un’amministrazione ha il dovere di mettere in campo ma che purtroppo a volte diventano difficili da portare a termine in tempi certi, non tanto per inefficienza del sistema quanto per questioni di fondi o di impossibilità di investire concretamente le ricchezze pubbliche per rispettare i criteri del patto di stabilità a cui dobbiamo sottostare.

Gestione del servizio idrico da parte di Montagna 2000: qual è la situazione in Paese?

Credo che Montagna 2000 oggi stia lavorando bene nel suo percorso di risanamento economico: tuttavia questo gestore non raggiunge ancora oggi percentuali soddisfacenti dal punto dei risultati sulla gestione del servizio idrico e rimane per questo sempre sotto attenta osservazione da parte di Atersir. Qualora il gestore fallisse, cosa che non ci auguriamo, essendo Montagna 2000 una società completamente pubblica il peso ti tale fallimento graverebbe in maniera molto pesante sulle spalle dei comuni: per questo abbiamo l’obbligo come amministratori di monitorare in modo costante all’interno del nostro territorio ciò che avviene e come viene gestito il servizio idrico. Per quanto riguarda i disguidi avuti in Paese sulle tubature e la qualità dell’acqua, la mia ordinanza è scaturita dalla necessità di tutelare prima di tutto i miei concittadini: anche in forza di questa ordinanza di non potabilità dell’acqua, Montagna 2000 ha provveduto a creare un pacchetto di sconti per coloro che hanno vissuto il disagio, dovendo acquistare a proprie spese l’acqua nei supermercati come non avrebbe diversamente fatto.

Profughi in Paese: quali strutture ospitano oggi i nuovi arrivi e come in Paese viene gestita la tensione sociale che concretamente questo fenomeno crea?

Non abbiamo aderito a nessun bando Spar: siamo stati per anni tra i comuni con più alti tassi di immigrazione e credo che questo ci abbia insegnato a gestire il fenomeno con consapevolezza ed efficacia. Questo non toglie che sulla questione profughi, anche a Fornovo, si crei una nuova tensione sociale. Abbiamo però creduto che la nostra comunità avesse già in buona misura dimostrato la propria disponibilità e la propria capacità di integrare coloro che chiedevano assistenza: questo il percorso che ha determinato la nostra decisione di non aderire al bando Spar. In Paese, tuttavia, è oggi presente una comunità che accoglie 24 ragazzi, con possibilità di arrivare fino a 30. Siamo al di sopra della media: sono infatti precisi 2,5 richiedenti asilo ogni 1000 abitanti e bisognerebbe probabilmente pensare  ad una ridistribuzione più equa. Ci troviamo forse di fronte ad un sistema di distribuzione forse troppo disordinato e casuale per quanto legittimo. È un tema serio e da affrontare con altrettanta serietà: le persone ospitate devono essere seguite e accompagnate attraverso un progetto di inserimento efficace e da non gestire più come semplice emergenze. Sono infatti ormai anni che parliamo e ci troviamo a convivere con questa problematica ed è per questo evidente che servano soluzioni condivise e di largo respiro non più solo legate alla contingenza del fenomeno a livello locale.

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