Sempre più frequenti i tentativi di “Sexting” sul web; Guareschi: “La prevenzione l’unico mezzo efficace per aiutare i ragazzi e impedire che finiscano in brutte situazioni

La Polizia di Parma comunica che alcuni cittadini hanno denunciato di essere stati contattati sui social da ragazze, prevalentemente straniere, che li invitano ad avviare una conversazione erotica tramite videochiamata. Questo tipo di truffa, ormai sempre più diffusa, prende il nome di “Sexting“. Gli agenti invitano a fare attenzione, spiegando poi nei dettagli come procede la truffa.

Si tratta di tentativi di estorsione, ai danni di utenti del web. Le ragazze si presentano nella videochiamata in abiti succinti, a volte completamente nude. Invitano, quindi, la vittima a spogliarsi e avviano una registrazione del chat. Il materiale registrato viene poi utilizzato per ricattare il malcapitato. La richiesta di denaro si avvale della minaccia di diffondere il filmato su Facebook o su altri social network. Le somme di denaro richieste sono ingenti e il pagamento viene eseguito su money transfer. 

L’invito è sempre quello di denunciare e segnalare all’autorità competente. Questi reati, infatti, sono punibili ai sensi dell’art. 629 del Codice Penale e prevedono da 5 a 10 anni di reclusione, con multe da 1.000€ fino a 4.000€

Un fenomeno diffuso: in America l’80% degli intervistati dichiara di inviare o ricevere foto a sfondo sessuale

Sulla questione interviene anche la Referente per Parma del Dipartimento di Tutela delle Vittime, Elisa Guareschi di Fratelli d’Italia. La domanda principale che si pone è: “Comprendiamo pienamente le conseguenze delle nostre azioni online?”. I dati dicono di no. 

Fino a marzo 2016 – spiega la Guareschi – il sexting per i minori di anni 18 era una condotta penalmente rilevante, poiché il materiale prodotto si configurava come pedopornografico. Una recente sentenza non considera più questo materiale evidenza di un reato. Allora è finita anche la pericolosità di questo comportamento? Certamente no“.

È difficile far capire agli adolescenti che quello che pubblicano non potrà mai essere cancellato. Altrettanto complicato spiegargli che non si conosce l’utilizzo di quel materiale. “È importante – sottolinea la Guareschi – insegnare ai ragazzi che il loro corpo è privato. Così come le immagini che lo riguardano. Le derive del Sexting impongono alle vittime di cambiare vita. Alcune degenerazioni sono la sextorsion, la pornorevenge e il cyberbullismo“. 

La soluzione? Prevenire. “La prevenzione – conclude –  è l’unica via efficace per aiutare i ragazzi. Devono conoscere i mezzi, le azioni, le conseguenze dell’uso improprio delle tecnologie. Apprendere strategie efficaci aiuta a riconoscere situazioni di rischio. Ed evitarle. Le istituzioni devono investire in questo senso“.

 

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