Attivisti e cittadini hanno manifestato il loro dissenso verso la procedura di abbattimento dei platani di piazzale Sicilia per far spazio alla costruzione di un nuovo polo scolastico, ritrovandosi a protestare presso il cantiere della nuova palestra nella mattinata del 15 giugno. I cittadini e le associazioni hanno chiesto un incontro con il progettista, alla presenza anche del presidente della Provincia Rossi. “Il prato dove sorgerà il nuovo edificio, tra la ferrovia e Piazzale Sicilia, è l’unico spazio verde che dà “respiro” alle abitazioni e a numerosi edifici scolastici della zona”. Le associazioni Firmatarie: Parma Sostenibile, Fruttorti Parma, Parma Etica ed E.N.P.A Parma chiedono “che siano urgentemente discusse con associazioni ed esperti soluzioni alternative all’abbattimento di queste 7 importanti alberature, affinché nell’area vi sia un bilancio di consumo al suolo pari a zero. Lascia perplessi la decisione di costruire, per andare incontro all’aumento delle esigenze di spazi scolastici anziché proporre una progettualità meno impattante per salvaguardare, almeno in parte, le alberature esistenti e le loro funzioni di termoregolazione, ombreggiatura, abbattimento degli inquinanti, oltre al loro grande valore paesaggistico”.

Una rappresentanza di attivisti, tra cui anche membri di Europa Verde, ha partecipato all’incontro con il presidente della Provincia, Diego Rossi che ha temporaneamente fermato gli interventi sugli alberi e concesso alle realtà presenti un secondo incontro nel pomeriggio per un confronto con i responsabili del progetto. Durante il colloquio il Presidente Rossi ha spiegato che: “l’area di P.le Sicilia, di proprietà della Provincia, è adiacente alla ferrovia, pertanto occorre rispettare la distanza minima per edificare imposta dalla normativa vigente, questo ha comportato che l’edificio previsto sia a ridosso della strada, lasciando un’area verde per l’attività all’aperto, ma sacrificando, purtroppo, i platani“. La portavoce di Europa Verde, Ximena Malaga Palacio, ha riportato nell’incontro la “contrarietà delle associazioni al taglio delle piante“, ha chiesto per ogni futuro intervento edilizio della Provincia delle linee guida compatibili con lo stato di emergenza climatica di Parma, tese a mantenere il verde della città e a rinaturalizzare ove possibile, considerando le aree verdi come spazi indisponibili. Durante l’incontro tecnico pomeridiano, la responsabile che ha firmato, ma non redatto, il progetto, ha giustificato la decisione di abbattere le alberature esistenti citando come vincolo di costruzione una legge che prevederebbe una distanza di almeno 30 metri tra la ferrovia e i nuovi edifici.

Parma Dimensione Umana: “Per la Provincia di Parma le aree verdi e gli alberi centenari non hanno valore

All’incontro è stato spiegato chel’oggetto del progetto non deve essere considerato una palestra annessa all’adiacente plesso scolastico esistente, ma bensì è da considerarsi una “nuova scuola” a se stante tanto è che è stata esclusa la possibilità di eliminare la recinzione tra l’IPSIA e la nuova struttura per ampliare lo spazio disponibile. Questo aggrava ancor più la scelta di localizzare l’intervento sull’area verde in esame. Il Presidente Rossi ha inoltre assicurato che per le prossime costruzioni si effettuerà un confronto preventivo con le associazioni ambientaliste e ha preannunciato che “il prossimo intervento di edilizia scolastica sarà in via Pintor che non prevede consumo di suolo, ma il recupero di un edifico inutilizzato, con riqualificazione del quartiere e rigenerazione urbana”.

E no caro Presidente Rossi! Non ci sentiamo per nulla rassicurati dal confronto avuto, come da Lei affermato in un suo comunicato stampa. Ha avuto la possibilità di correggere il tiro di una scelta sbagliata ma non lo ha fatto ribadendo punti di vista anacronistici e dannosi per lo sviluppo della nostra città. Ci appelliamo ora all’opzione, seppure tutt’altro che ottimale dati i negativi effetti sulla longevità della pianta e le probabilità di attecchimento, dello spostamento dei due alberi ancora non abbattuti così com’è stato fatto per un caso analogo dal Comune di Parma nella scuola Anna Frank. Restiamo speranzosi che voglia accogliere almeno questa richiesta“, fanno sapere gli attivisti di Parma Dimensione Umana.

Europa Verde: “Scelte progettuali anacronistiche

Europa Verde e i tanti cittadini preoccupati dagli interventi non dubitano della necessità di nuovi spazi didattici, ma è evidente che è mancata una pianificazione o, se c’è stata, chi ha pianificato non è sembra essere al corrente della gravità dell’emergenza ecologica e climatica in atto, e della necessità di fermare effettivamente il consumo di suolo”. La Provincia ha dichiarato di aver verificato a questo proposito la disponibilità immobili in affitto con caratteristiche adatte. “La carenza di aule non è però un problema nato quest’anno; sono decenni che il polo scolastico di via Toscana è in espansione, un periodo durante il quale gli occhi degli amministratori si sarebbero potuti spingere ad esempio al di là dalla strada e accorgersi di quel capannone abbandonato, venduto solo lo scorso anno”. Secondo Europa Verde “gli interventi di piantumazione di nuovi alberi non sono da ritenersi valide compensazioni rispetto all’abbattimento di alberature già esistenti. Operazioni con nuove alberature sono accettabili solo nei casi in cui l’abbattimento sia necessario per malattia o ragioni di pubblica sicurezza. Gli alberi forniti dalla Regione nell’ambito del programmaun albero per cittadino” dovrebbero inoltre essere un’aggiunta all’esistente, non utilizzati a bilancio“. “Se, come dichiarato nell’occasione dal presidente della Provincia Rossi, la posa della prima pietra significa “guardare avanti, investire sul futuro, credere nelle nuove generazioni che verranno”, confidiamo che, nell’ottica di costruire un migliore futuro per questa città, si metta fine alla pratica di abbattere a cuor leggero alberi totalmente sani e cementificare aree verdi perché ostacolano le progettualità urbane” – afferma Europa Verde – “Non vogliamo pensare di doverci aspettare altri abbattimenti e impermeabilizzazioni ad ogni aumento della popolazione scolastica solo perché non si vogliono applicare criteri più moderni e sostenibili in fase di progettazione. “La scuola non è solo un edificio e non è un buon segnale educativo che questo plesso nasca da un simile sfregio al verde pubblico“.

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