L’eterno presente? La pernacchia speciale a tutti gli uguali; il Natale 2016 passiamolo pensando oggi il da farsi per loro domani
@LucaGalvani
L’eterno presente è l’atmosfera atemporale dove tutto è immobile e afferrabile, dove tutto si svolge solo se desiderato e nel tempo di uno schiocco di dita. Dove non esiste l’essere in ritardo e per giungere alla meta basta pensare il viaggio voluto. È la salita senza sforzo, l’orologio che infrange i consigli della logica, l’arrivo programmato dalla fantasia.
L‘eterno presente è l‘amore raccontato dagli occhi dei nostri figli, amici, compagni nella condizione libera ed eterna della disabilità: dagli occhi distratti nel quotidiano, dal pensiero differente che non sappiamo cogliere finché impegnati per plasmarlo su ciò che sappiamo per rendercelo comprensibile. L’eterno presente è l’amore raccontato dalla pernacchia speciale e dal sorriso onesto dai nostri eterni ragazzi.
L’amore speciale? Il giro di Valtzer che ogni giorno impariamo a ballare accanto a loro
L’amore speciale è il giro di valtzer che ogni giorno impariamo a ballare accanto a loro, il passo di danza che ondeggia colui impegnato nel quotidiano e lieve sforzo di comprenderli; l’amore speciale è il quadro cubista visto e compreso ma da osservare meglio e sempre insieme, la fiducia ben riposta solo se guadagnata sul campo. L’amore speciale è il colore mai uguale a se stesso, l’effimero promosso ad essenziale perché pensato nel mondo capovolto.
L’amore speciale si gioca a dadi nel silenzio del non detto, nel dettaglio e tra le pieghe nascoste di una sillaba: il loro amore speciale non si racconta ma si fa raccontare, non si svela ma si lascia scoprire. È un compito nostro, una responsabilità civile, un’obbligo morale, un impegno etico.
I nostri auguri di Natale a loro. E a noi tutti
L’amore è anche questo e ti ci devi abituare; il “tempo perfetto per fare silenzio, tempo che sfugge, niente paura, che prima o poi ci riprende”
C’è un tempo negato e uno segreto
un tempo distante che è roba degli altri
un momento che era meglio partire
e quella volta che noi due era meglio parlarci.
C’è un tempo perfetto per fare silenzio
guardare il passaggio del sole d’estate
e saper raccontare ai nostri bambini quando
è l’ora muta delle fate.
C’è un giorno che ci siamo perduti
come smarrire un anello in un prato
e c’era tutto un programma futuro
che non abbiamo avverato.
È tempo che sfugge, niente paura
che prima o poi ci riprende
perché c’è tempo, c’è tempo c’è tempo, c’è tempo
per questo mare infinito di gente.
Fossati 2003
https://www.ilparmense.net/i-fratelli-di-ravarano-storia-di-natale-della-val-baganza/