Il 9 agosto è la Giornata mondiale dei Popoli Indigeni. Si tratta di un momento particolare in cui ricordare come ancora oggi tanti popoli vivano nella discriminazione e nel mancato esercizi dei propri diritti. A tal proposito vogliamo ricordare il gemellaggio che ormai 33 anni fa venne stipulato tra il Comune di Berceto e la tribù Lakota dei nativi americani. Era l’11 settembre 1988, infatti, quando una delegazione degli Sioux giunse a Parma. Fra loro anche il pronipote di Toro Seduto (Tatanka Iyotake in lingua originale). Fu l’occasione per celebrare un’unione simbolica fortemente voluta dall’attuale Sindaco di Berceto, Luigi Lucchi, allora Consigliere comunale della giunta Bettoni ed Assessore provinciale. Proprio con il promotore di quell’iniziativa abbiamo ripercorso le tappe di quel suggestivo momento.

“Mi sono iscritto al Partito Socialista nel 1972 – ci confessa Lucchi -, e nel 1974 mi è capitato per le mani un discorso che Toro Seduto fece davanti al Senato del Canada, anche se purtroppo non riesco più a trovarlo: in quel momento intravidi nella sua figura quella di un grandissimo politico“. Il Partito Socialista e il Movimento Sociale in quel momento si contendevano il ruolo di terza forza politica del Paese, la percentuale di consenso dei primi si assestava intorno al 3,5%, mentre Democrazia Cristiana e Partito Comunista dominavano la scena. “Quello che mi sarebbe piaciuto fare, qualora avessimo vinto le Amministrative a Berceto – prosegue l’attuale primo cittadino -, era intitolare una strada a Toro Seduto. Abbiamo vinto nel 1985, ma la mia proposta veniva presa sempre come qualcosa di folkloristico, anche se non era assolutamente il mio intento“.

Il pronipote di Toro Seduto

Tre anni dopo, nel periodo primaverile, l’intero gruppo di Maggioranza prese l’iniziativa sul serio, che si riuscì a concretizzare anche grazie all’aiuto di Carlo Alberto Grottoli. Era il 1988. E il caso volle che i nativi americani fossero invitati proprio a Parma. “Mi misi subito in contatto con gli organizzatori – ricorda Luigi Lucchi -, che a sua volta mi presentò alcune persone di Milano, tramite cui riuscii a contattare i Lakota. Nella delegazione c’era proprio il pronipote di Toro Seduto, che invitammo a Berceto il giorno dell’inaugurazione del Parco Tatanka Iyotake. L’11 settembre 1988 fu una giornata incredibile, non ci aspettavamo così tante persone a Berceto e non le avremmo mai più riviste, le strade erano piene già dal primo mattino. Impiegai un’ora solo per arrivare da via Julia al centro. E anche nei giorni successivi ci fu sempre tantissima gente“. In quei giorni furno gettate le basi per successivi incontri.

Una delegazione italiana nella riserva dei Lakota Sioux di Pine Ridge

L’anno successivo toccò ad una delegazione italiana, infatti, raggiungere la Riserva dei Lakota Sioux di Pine Ridge. Oltre alla presenza scontata di Luiggi Lucchi, ci fu anche quella del prefetto di Parma, Claudio Gelati, come rappresentante del Governo italiano. Sempre nel 1989 i Lakota tornarono a Berceto in un campo scuola. “C’era una donna – racconta il Sindaco Lucchi -, che si chiamava “Donna”. Spiegava ai bambini la loro cultura, il loro modo di dipingere e disegnare gli animali, insomma, il loro stile di vita. Purtroppo nel 1990 abbiamo perso le elezioni e siccome nessuno voleva sentir parlare degli indiani, li invitai a mie spese nel bosco di famiglia. Ci siamo tenuti in contatto negli anni, anche se non siamo ancora riusciti a portare a compimento una delle iniziative più belle che ci siamo promessi di realizzare, Il primo anno che i Lakota vennero a Berceto, li portammo a fare un giro a cavallo sui nostri monti: lì ci dissero che ci avrebbero regalato alcuni bisonti da far crescere in quelle zone. Per rendere possibile la cosa bisognerebbe recintare l’area, ma fatichiamo a trovare i circa 80mila euro necessari. È una di quelle iniziative che mi sono riporomesso di portare a termine prima della fine del mio terzo mandato da Sindaco“.

Berceto, un Comune a difesa dei popoli non riconosciuti

Insieme allo storico Franco Cardini, invece, Luigi Lucchi ha avviato un’altra iniziativa. L’idea è quella di creare un centro che lui ama definire “Piccola Onu”: lo scopo sarebbe quello di promuovere delle azioni a favore di popoli o minoranze che non vengono riconosciute: ad esempio i Lakota Sioux, i popoli dell’Amazzonia, quelli delle renne, oppure i Curdi. “Il 5 ottobre 2019 abbiamo conferito la cittadinanza onoraria a Abdullah Öcalan (politico curdo incarcerato nel 1999 dai Servizi segreti turchi). Questo fatto – riportato da alcuni media turchi – contribuì alla presa di posizione di Erdoğan, che richiamò l’ambasciatore turco in Italia. Con Cardini vogliamo difendere tutti i popoli non riconosciuti. Il rispetto dei popoli è un concetto difficile da seguire, anche se il compito di un Comune non è quello di fare politica estera, il nostro obiettivo è quello di far capire il valore culturale del rispetto“, fa sapere il Sindaco socialista.

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