La guerra tra Ucraina e Russia imperversa da un anno, e non sembra essere in procinto di cessare. Le perdite, le incursioni e gli interventi sono stati tanti e continuano imperterriti, senza però che si profili l’ipotesi di una trattativa di pace tra le due nazioni. In merito a questa tragica situazione, tanti sono stati i dibattiti e le manifestazioni: molte figure di spicco ed esponenti hanno avuto modo di esprimere la loro opinione sulla situazione e sulle soluzioni che, a loro parere, sarebbe il caso di adottare, così da porre fine il conflitto ed evitare altre circostanze drammatiche.
Anche dal sindaco di Berceto Luigi Lucchi è arrivato l’appello alla pace e una proposta di trattativa che “farebbe vincere tutti“. In uno dei suoi ultimi post sul profilo Facebook rivolge la sua proposta direttamente al presidente russo Putin: essa garantirebbe una maggiore giustizia nel mondo e la fine di questa e di tutte le guerre. Una proposta che, secondo il primo cittadino bercetese, non verrebbe presa in considerazione dall’Europa per timore che Putin accetti.
Il progetto di Berceto per terminare la guerra in Ucraina e assicurare pace ed equilibrio
Strutturata in otto punti, la proposta inizia chiedendo di “Lasciare l’Ucraina con le dimensioni territoriali stabilite da Nikita Sergeevic Kruscev, ma nel contempo di avanzare un grande rilancio sulle scacchiere del mondo“, proseguendo con la richiesta di annettere all’Europa le 22 Repubbliche Russe, la Turchia, i Paesi Balcani e lo Stato d’Israele; nella Nato dovrebbero invece entrare tutti i paesi europei, inclusa l’Ucraina, affermando però che la sua guida non dovrebbe dipendere solo dagli Stati Uniti.
Continua poi chiedendo che l’Europa sostenga l’Unione dei Paesi Africani, e affermando che il mondo dovrebbe avere tre punti cardine: i Paesi Nato, la Cina e i Paesi non allineati, ossia un’organizzazione composta da tutti quei Paesi che rifiutano di entrare nella Nato. Questi tre elementi, mantenendo i buoni rapporti, assicureranno la pace e la fine delle guerre in corso in tutto il pianeta, tramite una Conferenza Mondiale per ridefinire i confini degli Stati e l’autodeterminazione dei Popoli.