Bisogna saper perdere | EDITORIALE
Nel 1967 gli inglesi di Gareth Southgate e Harry Kane non erano ancora nati e…
Nel 1967 gli inglesi di Gareth Southgate e Harry Kane non erano ancora nati e la canzone dei The Rokes, un gruppo di musica beat inglese che ha raggiunto il successo in Italia, non li conoscevano. Riascoltarli, ieri, gli avrebbe però fatto bene: “No, non puoi sempre vincere. Capita ogni giorno quello che è successo a noi. Bisogna saper perdere; non sempre si può vincere. Ed allora cosa vuoi?“. La figuraccia di ieri – di giocatori e tifosi – è stata mondiale: atteggiamento supponente all’inizio; pessimo, irrispettoso e maleducato alla fine. Certi di portare a casa – finale e Coppa – sono entrati vincitori nell’arena di Wembley: ma il calcio è imprevedibile e gli italiani – che hanno fatto del gruppo, del divertirsi la loro forza – lo sanno bene.
Non c’è certo invidia per quel tifoso inglese che alla vigilia della partita si era già fatto tatuare su una gamba la coppa e la bandiera dell’Inghilterra. E non ci sono parole – quelle che ci sarebbero, da signori quali siamo, le evitiamo – per gli inglesi che hanno fatto tafferugli davanti allo stadio per rallentare o impedire del tutto l’ingresso dei supporters azzurri, tra cui anche le famiglie dei giocatori. Una reazione antisportiva che ci aspettavamo, quella in campo, nel momento degli inni nazionali con i fischi a “Fratelli d’Italia“: abbiamo risposto con una bella reazione di Chiellini e dei suoi compagni, che hanno saputo stemperare la tensione con un sorriso. Ma non è finita qui: il proverbiale aplomb inglese lo abbiamo visto anche nel calpestare il tricolore e nell’uscire dallo stadio ancora prima che la coppa fosse alzata.
Che sportività, ragazzi! Forse aspettare che fosse finita la partita prima di cantare vittoria, vi avrebbe aiutato a “bruciare” meno e a comportarvi meglio! La lezione da imparare – e questo vale, più che per i tifosi sugli spalti per i giocatori in campo – ve l’ha data Luis Enrique nel post partita delle semifinali: “Sono stanco di vedere le lacrime nei tornei di ragazzi o bambini, non so perché piangano. Devi iniziare a gestire la sconfitta, a congratularti con il tuo avversario e insegnare ai bambini a non piangere. Devi alzarti e congratularti con il vincitore“. Un messaggio da signore: non certo come gli inglesi che – neanche un passo dopo averla indossata – si sono tolti la medaglia d’argento. Una bruttissima scena.
“Guys, you have to know how to lose!” E come dice Bonucci: “Ne dovete mangiare ancora di pastasciutta“.