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Vaccini al personale scolastico, Bonaccini: “Serve l’obbligo”

“Io non so se si riesca ad estendere l’obbligo vaccinale – così afferma il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini a Radio24 – di certo credo che serva per il personale sanitario e scolastico: perché un medico o un infermiere che non si vaccina dovrebbe cambiare mestiere”.

Queste sono le parole di Stefano Bonaccini riguardo un possibile obbligo vaccinale verso alcune categorie di lavoratori. Se per il personale sanitario questa ipotesi è divenuta realtà già da diverso tempo (dall’approvazione del decreto covid del 1 Aprile 2021, in particolare dell’articolo 4 di questo testo che prevede la vaccinazione obbligatoria per gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario salvo accertato pericolo di salute), solo ultimamente si sta iniziando a profilare un discorso simile per il personale scolastico. Il tutto è avvallato dal CTS, il quale ritiene che l’intero personale debba essere vaccinato e chiede al governo uno sforzo per raggiungere un’elevata copertura vaccinale di docenti e non docenti. Per il momento il parlamento non si è ancora espresso a riguardo, lasciando dunque un alone di incertezza e un dibattito acceso.

Riaperture e Green Pass, Bonaccini parla di nuovi parametri

Secondo Bonaccini sull’obbligo vaccinale, come su altri temi, è necessario il confronto fra i vari livelli di responsabilità. Il presidente ha poi parlato di riaperture e del green pass (dibattito di tendenza dopo la scelta di Emmanuel Macron di renderlo obbligatorio per molte attività e l’approvazione da parte di alcuni esponenti politici italiani):alcuni settori– dice- oggi potrebbero riaprire. Come le discoteche, che sono uno dei luoghi più complicati da gestire, ma che rischiano di non aprire più. Sui ristoranti, credo si debba valutare l’aumento dei contagi. Serve prudenza, ma- aggiunge Bonacciniserve anche cambiare i parametri, mettendo al centro le ospedalizzazioni, rispetto a come si prendevano le decisioni sulla colorazione delle regioni, perché i vaccini ancora non c’erano e ora lo scenario è cambiato. Quello che è certo è che bisogna vaccinare più persone possibili“.

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