In Emilia Romagna sono complessivamente 467 gli operatori della sanità non vaccinati (di cui 109 nelle aziende sanitarie a Parma), ovvero lo 0,64% del personale dipendente al 31 ottobre. In particolare, di questi 467: 166 sono infermieri 88 gli operatori socio-sanitari, 14 i medici dipendenti delle aziende, 21 quelli di medicina convenzionata. La vaccinazione anti-covid è tuttora però un presidio sanitario imprescindibile per la tutela della salute pubblica ed in particolar modo per i soggetti più fragili. In Emilia-Romagna, la vaccinazione è stata infatti somministrata a una percentuale maggiore del 90% della popolazione. Gli operatori sanitari hanno aderito in maniera massiva alla vaccinazione, assicurando la copertura complessiva del 99,4% di professionisti, tecnici e amministrativi della sanità pubblica.
Dalla riunione della Cabina di regia Covid della Regione Emilia-Romagna sono emerse diverse indicazioni per il reintegro degli operatori sanitari che si sono sottratti alla vaccinazione. Una di esse è evitare che gli operatori siano collocati in reparti in cui vi siano pazienti prevalentemente affetti da patologie che riducono in maniera significativa le difese immunitarie, come ad esempio trapiantati di organo solido o di midollo, malattie oncoematologiche, malattie in trattamento immunosoppressivo, etc. Inoltre, gli operatori non vaccinati dovranno mantenere l’obbligo dell’utilizzo rigoroso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie e il rispetto delle norme igienico comportamentali. Le indicazioni sono contenute in un documento che la Direzione generale dell’assessorato regionale alle Politiche per la salute sta per inviare alle Aziende sanitarie e agli altri enti e organismi della sanità pubblica e privata dell’Emilia Romagna. Inoltre, le Aziende Sanitarie dovranno mantenere in essere per tutti gli operatori “i programmi di screening previsti e potranno valutare in rapporto a situazioni specifiche, come l’insorgenza di focolai tra pazienti e operatori, l’adozione di ulteriori misure di prevenzione”. Sul versante delle mascherine che restano obbligatorie nelle strutture ospedaliere, Raffaele Donini, assessore regionale alle Politiche per la Salute, ha dichiarato la sua condivisione in questa scelta perché “sì siamo usciti dalla fase emergenziale nella lotta alla pandemia ma il virus circola ancora e quindi è importante continuare a tenere comportamenti prudenti“.