Borgotaro – Turris in origine – è considerata la capitale della Val Taro per la sua grande posizione strategica

Per quanto riguarda Borgotaro, innanzitutto bisogna fare chiarezza su due aspetti: il nome e la collocazione geografica. In origine entrambi erano differenti.

Turris indicava, infatti, una cittadella situata a sud-est rispetto a dove oggi si trova il paese. Il cambio di nominativo e di collocazione geografica avvenne nel 1226, ma non si conoscono con assoluta precisione le ragioni dietro a questo passaggio, soprattutto per quanto riguarda il nome.

Facendo un passo all’indietro, scopriamo che l’uomo iniziò a solcare la val di Taro circa 35.000 anni fa durante il Paleolitico e sicuramente – in quanto rinvenuti alcuni resti – ci fu qualche insediamento anche nei dintorni dell’attuale Borgo. Il Monte Molinatico è stato testimone di un’ attività umana in queste zone e ci ha fornito alcuni reperti che però non chiariscono a quali tipologia d’insediamento appartengano. Molto più tardi gli abitanti della valle iniziarono a dedicarsi all’allevamento, all’agricoltura e alla arte manifatturiera. Questi mutamenti di condizione si verificarono durante l’Età del Bronzo, mentre in quella del Ferro reperti appartenenti all’intera valle del Taro testimoniano la presenza di “facies” tipiche della cultura dei Liguri.

I Romani – stranamente – non hanno lasciato tracce indelebili del loro passaggio e probabilmente contribuirono – come in buona parte della provincia – solo alla dispersione dei Liguri, ma senza collocare stanziamenti permanenti.

Furono i Longobardi a dare vitalità a Turris. Con il dominio di questo popolo sull’Italia sorsero infatti numerosissimi monasteri, fra i quali uno dei più importanti fu quello di San Colombano a Bobbio. I possedimenti del monastero si estendevano anche nella provincia di Parma e Borgo val di Taro era uno dei più redditizi, anche se era conosciuto come Borgo Torresana. Non sono stati ritrovati documenti ufficiali che spieghino il passaggio da Turris a Torresana, però si conosce la posizione geografica del paese, che rispetto ad oggi si trovava sulla sponda opposta del Taro, dove sorgeva una chiesa detta di “Sancti Georgi”.

Borgo Vallistari sorse nel 1226, nella posizione – rispetto al fiume – che conosciamo oggi. Furono i Platoni, antichissimi livellatori dell’alta val di Taro per conto del monastero di Bobbio a cambiare l’assetto geografico e politico di questo territorio. Questi giurarono fedeltà al vassallo di Piacenza, facendo ricadere le loro proprietà sotto quel dominio, adottandone leggi e statuti che regolarono la vita dei borgotaresi in base a quelle del Comune. Dopo qualche anno Piacenza cadde sotto la dominazione pontificia, che comportò l’automatica soggezione di Borgotaro alla Santa Sede. Ma l’epoca delle grandi signorie era alle porte e furono i Visconti ad avere in gestione il Borgo, che per molti anni farà parte del Ducato di Milano.

La storia successiva lega Borgotaro a due nobili famiglie: i Fieschi e i Landi. I primi furono in grado di ottenere nel 1495 lo status di marchesato e una condizione di semisovranità, titolo conferito dall’Imperatore Massimiliano a Gian Luigi Fieschi detto il Grande. Nel 1513, invece, il figlio di Gian Luigi, Girolamo Fieschi, ottenne dall’Imperatore l’elevazione del Borgo a principato, conferendogli così una grande importanza dal punto di vista territoriale. La posizione strategica che il paese ricopriva naturalmente e la nuova condizione politica, resero Borgotaro la capitale de facto dell’intera vallata. I Fieschi però caddero in disgrazia dopo il tentativo di conquistare Genova in battaglia, cedendo così il passo ai Landi, grande famiglia nobiliare già in possesso di Bardi e Compiano, che da quel momento vita crearono un vero e proprio Stato, detto Principato della Val di Taro o Stato Landi. Ma i borgotaresi non accettarono per molto le vessazioni di questa casata e nel 1578, stanchi dei continui soprusi, li cacciarono, nominando come nuovo principe il duca di Parma Ottavio Farnese.

Nel 1731, alla morte di Antonio Farnese – senza eredi – il principato di Borgotaro passò ai Borbone fino al 1806, anno di soppressione dei diritti nobiliari. Fu Maria Luigia d’Austria a governare su tutto il Ducato di Parma, che mantenne fino al 1847, anno della sua morte.

Gli uomini di Borgotaro parteciparono ad entrambi i conflitti mondiali, in particolare nei reggimenti alpini delle divisioni Julia e Tridentina. Dopo l’Armistizio proclamato da Badoglio nel 1943, in Val Taro si organizzò la Resistenza, che vide impegnati partigiani, tedeschi e repubblichini di Salò in azioni di guerriglia. La Valle fu scossa da questi eventi e numerose vittime si mescolarono a quelle dei bombardamenti alleati.

Borgo Val di Taro è stata insignita della Medaglia d’oro al valor militare nel 1985, dall’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini, per l’impegno profuso nella conquista della Libertà.

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