Le donne dei Castelli: l’emancipazione di Giacoma Pallavicino nella Scipione del ‘500
Nel ‘500 al Castello di Scipione arrivava la marchesa Giacoma Pallavicino: una vita dedicata ai…
Nel ‘500 al Castello di Scipione arrivava la marchesa Giacoma Pallavicino: una vita dedicata ai bambini e alle giovani donne
SALSOMAGGIORE | Dalla Marchesa Gambarotta di Compiano alla raffinata Babette di Colorno: il nostro viaggio tra le donne che hanno rese grandi i manieri della nostra Provincia prosegue a Salsomaggiore. La storia che vogliamo raccontarvi oggi appartiene al maniero di Scipione e protagonista è la marchesa Giacoma Pallavicino, una delle prime donne emancipate dell’era moderna.
Giacoma Pallavicino visse al Castello di Scipione nel Cinquecento: Le sue origini appartenevano alla Bassa parmense: figlia dei Pallavicino di Zibello venne data in sposa nel 1529 a Giangerolamo Pallavicino di Scipione. Un matrimonio politico, imposto dai regnanti per rafforzare il legame tra il ramo di Zibello e quello di Salso della famiglia Pallavicino. Ben presto il marito venne assassinato e Giacoma si trovò a dover gestire, da sola, le congiure familiari e il maniero salsese oltre che il grande patrimonio che il marito le aveva lasciato in eredità.
Dopo la morte del marito Giacoma decide di non risposarsi e scrisse più volte ad Ignazio di Loyola per entrare a far parte della “Compagnia di Gesù”: non essendo accolta, in quanto donna, fonda una compagnia di sorelle laiche, la “Compagnia di Giovani Donne Spirituale” e dedicò la sua vita ad aiutare le giovani donne e i bambini. A definirla uno dei primi esempi di donna emancipata dell’era moderna fu Katherine Mc Iver, storica dell’arte americana, nel suo libro “Women, Art and Architecture in Northern Italy”
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