Donne e Cinema: la lotta contro la violenza sul grande schermo
Donne al cinema in lotta contro la violenza sulle donne, i film più significativi che fanno riflettere sulle disuguaglianze di genere
Negli ultimi anni, il cinema si è fatto portavoce di battaglie sociali importanti, lottando insieme alle donne per la rivendicazione dei propri diritti; le immagini, grazie al loro potere narrativo, portano lo spettatore ad empatizzare con un tema così radicato e importante, contribuendo allo scopo di sensibilizzare il pubblico su temi delicati, denunciando le ingiustizie e le dinamiche di una società stereotipata. I film non raccontano soltanto storie di dolore, ma celebrano la forza, la resilienza e la ricerca di giustizia. Produzioni hollywoodiane, opere indipendenti e film internazionali hanno affrontato questo tema da diverse prospettive, offrendo un mosaico di narrazioni che mostrano la complessità del fenomeno. Come redazione, celebriamo la giornata mondiale contro la violenza sulle donne tramite una rubrica dedicata, portando alla luce vari aspetti, in questo caso, riflettendo sulla risposta delle produzioni cinematografiche alla violenza di genere.
Le protagoniste del grande schermo
Il grande schermo di questo genere si declina al femminile, con molte attrici nazionali ed internazionali che hanno permesso di riflettere sul tema della violenza di genere, denunciando abusi, disuguaglianze o semplicemente mettendo in luce aspetti o riflessioni sulla nostra società, per alcuni versi molto retrograda e pregiudizievole. Tra le attrici internazionali, sul podio troviamo Emma Stone, che recita in “Poor Things”, nel personaggio bizzarro di Bella Baxter, affrontando temi attuali come il ruolo delle donne nella società e le sfide poste dal patriarcato, utilizzando un linguaggio visivo eccentrico e narrativo audace; Blake Lively, attrice americana fortemente affermata, questa volta interpreta una donna che subisce violenza domestica, nel film “It ends with Us”, sottolineando l’importanza della denuncia in caso di molestie. Tra le attrici italiane, Paola Cortellesi ha avuto un grande impatto sull’audience per il forte messaggio politico e sociale nel film “C’è ancora domani”, l’ultima uscita del 2023. Anche Matilda de Angelis, giovane attrice bolognese, debutta nel cinema italiano con molte serie tv come “Citadels Diana” e “Lidia la legge di Poet”, volte a valorizzare il ruolo della donna e a preservarne l’indipendenza.
La denuncia attraverso il grande schermo
Siamo noi a dire basta
“It Ends with us” è il primo adattamento cinematografico di un romanzo di Colleen Hoover, che vede Blake Lively nei panni di Lilly Bloom: una fioraia cresciuta in una famiglia disfunzionale, dove suo padre, abusava di sua madre, portandola a provare risentimento verso di lui. Il rapporto si inaridisce anche con la stessa madre, colpevolizzata dalla protagonista per non essere riuscita a riscattare la sua vita, senza mai ammettere gli abusi subiti. Il film vede Lilly incresparsi in una relazione egualmente tossica, con Ryle, un neurochirurgo ambizioso che si dimostra gradualmente violento. Lilly, vive colpevolizzandosi e banalizzando in prima persona gli abusi subiti, finché le cose non diventano lentamente più chiare: grazie all’aiuto di un suo caro amico e di sua madre, la ragazza ha il coraggio di dire basta e voltare pagina, nonostante porti nel grembo il figlio del suo aggressore.
Sebbene il film abbia accolto critiche controverse riguardo alle scelte dei dialoghi -molto spesso ritenuti troppo deboli rispetto alla profondità del tema- il messaggio centrale ha inciso fortemente sul pubblico: riconoscere e affrontare i segnali della violenza domestica, superando la tendenza a giustificarla.
C’è ancora domani
“C’è ancora domani“, il film d’esordio alla regia e interpretazione di Paola Cortellesi, ambientato nella Roma del 1946, che interpreta una giovane moglie, Delia, intrappolata nei ruoli imposti da una società patriarcale post-bellica. Vittima degli abusi del marito, si concede piccole libertà e momenti di respiro, in un contesto di quartiere piccolo nel quale però ha il terrore di essere costantemente giudicata, e che quei giudizi infondati, arrivino alle orecchie del marito, pronto a ripagarla con l’abuso. La donna fa di tutto affinché ai propri figli non vengano inculcati gli stereotipi della società retrograda in cui vive, rischiando la vita ogni giorno in un contesto che normalmente dovrebbe essere il luogo sicuro in cui poter essere se stessi: casa sua. Il film è girato in bianco e nero, arricchito da elementi moderni come le colonne sonore di Lucio Dalla e Daniele Silvestri, che permettono di creare un filo percettibile tra passato e presente. Un film ironico spezzato da note dolenti, che riflettono sulla violenza domestica e su quanto evidentemente, la Roma post-bellica, sia paragonabile alla nostra realtà. Il grande coraggio di Delia è determinante: da vittima ferita ed estremamente fragile, passa ad acquisire un coraggio sovraumano che le permetterà di esercitare il suo diritto più grande: il diritto al voto.
Eroine moderne nel cinema: forza, consapevolezza e determinazione
Non mancano quest’anno film che hanno l’obiettivo di valorizzare le capacità e la forza delle donne, come “la ragazza del mare“, film diretto da Jeff Nathanson, basato sulla storia vera di Gertrude Ederle, la prima ragazza a nuotare attraverso il canale della manica. Ambientato nel 1915, nel delirio febbrile del morbillo, vede bruciare una nave in lontananza e scopre che la maggior parte delle vittime rimaste a bordo erano donne. “Come mai?” chiede alla madre. “Perché non sapevano nuotare” è la risposta alla bambina. Da quel momento per Trudy eccellere nel nuoto diventa una missione, da affrontare con la stessa resistenza fisica con cui è riuscita a sopravvivere al morbillo. Non mancano determinazione e forza anche in Zendaya Maree Stoermer Coleman, nota a tutti come Zendaya, che nell’ultima interpretazione, nel film “Challengers” si veste nei panni di una giovane tennista pronta a fare di tutto per raggiungere il suo sogno più grande: diventare una fuoriclasse. Se invece passiamo al genere poliziesco, anche la serie tv “Citadels Diana“, con l’attrice Matilda De Angelis celebra la resilienza di una donna, che da giornalista, entra in un’agenzia segreta per sventrare mafiosi e aggressori che hanno fatto esplodere un aereo in cui c’erano i suoi genitori. La serie si incentra sullo spirito di rivalsa, che le da la forza di superare prove fisiche e di rischiare la vita ogni giorno per uno scopo per lei più grande.
Il cinema come strumento di cambiamento
Poor Things
Tra le ultime uscite dell’anno precedente, troviamo “Poor Things“, film complesso e intricato di Yorgos Lanthimos, che chiude l’anno con un’opera coraggiosa e visivamente straordinaria. Il film ha ricevuto ampi elogi per il suo equilibrio tra il bizzarro e il profondo, consolidandosi come una delle opere cinematografiche più originali e apprezzate del 2023, vincitore del Leone d’Oro al festival di Venezia. Si tratta di un prodotto audace e complesso, mescolato di commedia nera, fantascienza e dramma di formazione. La protagonista è Emma Stone, nei panni di Bella Baxter, una giovane donna riportata in vita con un esperimento scientifico radicale. Con la mente di un’infante nel corpo di un’adulta, Bella intraprende un viaggio di scoperta di sé, esplorando il mondo, la propria sessualità e le ingiustizie della società.
Il prodotto cinematografico è una celebrazione dell’emancipazione e della crescita personale, con Bella che passa da un’esistenza inizialmente controllata a una completa autodeterminazione. La sua evoluzione riflette un’ode all’esperienza umana, con temi di libertà e consapevolezza del proprio essere. La capacità di apprendimento e di sviluppare un pensiero sempre più critico e coscienzioso, le permettono di fare scelte autonome e consapevoli. Emma Stone, non solo come la protagonista, ma come un’eroina a tutti gli effetti, offre una delle sue performance più potenti, un’immersione profonda nella figura di Bella Baxter, mescolando ingenuità e coraggio.
“Poor Things” si distingue anche per il suo design visivo e sonoro, con costumi elaborati, una scenografia surreale e una colonna sonora sperimentale che arricchisce l’atmosfera onirica e stravagante. La regia di Lanthimos unisce humor, provocazione e introspezione, creando un’opera tanto divertente quanto stimolante. Tra i temi esplorati ci sono il potere dell’autonomia femminile e la critica alle strutture patriarcali, trattati con ironia e profondità.
Si accenna anche ad una forte presenza del complesso edipico freudiano, che conferma e sottolinea la persistente struttura patriarcale.
Lidia, la legge di Poet
“Lidia, la legge di Poet” disponibile su Netflix, è una serie italiana in sei episodi che racconta la storia della prima avvocatessa italiana, Lidia Poët, interpretata da Matilda De Angelis. Ambientata nella Torino di fine Ottocento, la serie segue Lidia mentre lotta contro il sistema giudiziario che le impedisce di esercitare la professione solo perché donna, nonostante sia laureata e possa iscriversi regolarmente all’albo. Nel frattempo, lavora presso lo studio legale del fratello Enrico e si occupa di casi intricati, spesso legati a ingiustizie sociali e pregiudizi dell’epoca. La donna, dinamica, eccentrica ed eccellente nel suo lavoro, riesce a convincere tutti delle sue grandi capacità fino a diventare un punto di riferimento importante per la Torino ottocentesca come esempio di giustizia ed equità in un contesto pieno di pregiudizi e disuguaglianze. Sebbene la serie, secondo le critiche, mostri alcune lacune, senza dubbio può sollecitare alla presa di coscienza circa le disuguaglianze di genere nel mondo lavorativo, tema ancora oggi fortemente radicato.
Siamo fortunate di poter dire che “C’è ancora domani”
Il cinema degli ultimi anni, apre gli sguardi su un forte problema strutturale. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa una donna su tre ha subito violenza fisica o sessuale nel corso della sua vita, un dato che ci impone di riconoscere la portata globale del problema. La sensibilizzazione su queste cifre è il primo passo per cambiare mentalità e comportamenti. E’ necessario educare il presente e il futuro all’empatia, al supporto emotivo, alla creazione di spazi sicuri. Per la donna al giorno d’oggi, tornare a casa diventa un percorso potenzialmente pericoloso da affrontare con mille cautele. Ogni donna al giorno d’oggi ha paura di rischiare la vita solo varcando la propria porta, o addirittura, all’interno di essa. Viviamo in una società in cui la fragilità è delle femmine, molto spesso definite con il diminutivo “femminucce”, invece al ragazzo viene dato sempre il dispregiativo “ragazzaccio, maschiaccio..” Questi schemi, tramandati arbitrariamente, perché “così deve essere”, ci impongono che la ragazza deve apparire dolce, empatica, graziosa, invece il ragazzo è forte, potente e non può permettersi di piangere. Questi schemi educano i ragazzi a non saper gestire e accettare il rifiuto, i “no”, che spesso si traducono in “o mia o di nessun altro”.
In ognuna di noi resta ancora l’ombra delle donne comuni che non sono passate alla storia, quelle dello scorso millennio, che, per paura di deludere le aspettative e per paura di non avere un’alternativa, si sono accomodate agli schemi della società, senza mai reagire; quelle che hanno accettato una vita di prevaricazioni senza porsi domande. Quelle che non hanno lottato per i propri diritti e per riscattare la propria indipendenza. Ma dentro ognuna di noi, c’è anche l’ombra di quelle donne che hanno lottato per il diritto al voto, per l’uguaglianza, il suffragio universale, che non hanno accettato il lavoro perché il proprio capo non permette la maternità, che sono scappate di casa perché non sono state accettate dal sistema, che hanno avuto il coraggio di dire “no” ai propri mariti, ancora una volta. Che hanno capito quanto fosse importante la libertà e il rispetto verso la propria persona, a discapito di una relazione tossica.
Queste le parole della Cortellesi agli studenti dell’università LUISS:
“Spero, care ragazze, che non assecondiate l’idea che gli altri hanno di voi. Sono modelli che delimitano la vostra personalità e limitano le vostre prospettive. Spero, cari ragazzi, che siate parte attiva di questa lotta, praticando il rispetto, ammonendo chi non lo fa. Non siate indifferenti, l’indifferenza è una scelta, ed è quella sbagliata. Siate straordinari, concedetevi il dubbio, perchè è la vostra libertà.”