equinozio autunno

L’equinozio d’autunno è alle porte: sabato 23 settembre alle 3.04 l’estate ci saluterà e lascerà spazio ai primi freddi, con giornate più corte e buie. La parola “aequinoctium” latina, è la crasi di “aequa” e “nox” e indica i due giorni dell’anno in cui le due ore di luce equivalgono a quelle di buio.

Equinozio d’autunno il 23 settembre

L’equinozio d’autunno non cade sempre lo stesso giorno: il 21 settembre è una data convenzionale, legata alla tradizione, ma l’equinozio astronomico è ogni anno diverso. L’anno siderale, ossia il tempo che la terra impiega per ruotare intorno al sole è più lungo di quello solare di sei ore: ecco perchè quest’anno cade il 23 settembre. Si tratta del momento in cui i raggi del sole sono perpendicolari sulla Terra e ne illuminano solo metà.

Leggende sull’equinozio d’autunno

Le leggende sull’equinozio sono veramente tante: si tratta di un momento di passaggio importante, dove il buio prende lo spazio della luce e indica il momento della fine dei raccolti, con i campi e i contadini che si avviano verso un periodo di riposo prima del ritorno del sole.

I riti dell’equinozio d’autunno

Gli antichi Romani erano soliti festeggiare Pomona, la divinità che proteggeva i frutti, gli ulivi, le culture, che veniva spesso rappresentata con una mela in mano. Il poeta Ausonio scriveva che proteggeva il mese di settembre, quello del raccolto. Nella mitologia greca l’autunno era il momento del rapimento di Persefone da parte di Ade, re degli inferi: il momento del buio e dei campi infertili per via del dolore di Demetra, dea del raccolto e della fertilità e sua madre. Costretta lontana dalla figlia per sei mesi l’anno per via di una magia, si vendicò impedendo ai fiori di fiorire durante la lontananza. Analoga la storia di Mabon, dio gallese, grande cacciatore, rapito e poi salvato per riportare la luce: è la controparte maschile di Persefone. Per i celti è lui la divinità dell’equionozio, quella da celebrare alla fine del secondo raccolto, quando la natura cambia colore, comincia la caccia, si raccolgono gli ultimi frutti della terra, e si mangiano.

I cibi dell’autunno 

Il rito del Mabon, che ancora oggi si tiene a Stonehenge, consiste nel ringraziarlo mangiando i suoi doni insieme a famiglia e amici. La stessa cosa avveniva nell’antica Roma e in Grecia: si imbandivano le tavole con i frutti della terra “portati dalle divinità”. I cibi dell’equinozio sono i cibi dell’autunno: il grano in primis e poi altri cereali come orzo, avena e segale, le mele, i cachi, l’uva, ma anche bietole, barbabietole, cavolfiori. Il simbolo dell’equinozio è la cornucopia, il corno dell’abbondanza.