Fruttorti Parma: una foresta urbana di alberi da frutto ed erbe aromatiche | INTERVISTA
La Picasso Food Forest è l’area verde pubblica creata dai cittadini del quartiere: centinaia di…
La Picasso Food Forest è l’area verde pubblica creata dai cittadini del quartiere: centinaia di alberi danno vita ad un ecosistema bosco con piante, erbe spontanee ed orti
@AndreaAdorni
PARMA | Cinque anni e sei mesi fa nasceva alla periferia della città il progetto Fruttorti Parma. Era quasi la vigilia di Natale, esattamente il 23 dicembre 2012, quando alcuni cittadini e residenti del quartiere Picasso piantavano il primo albero di una lunga serie. Ora gli alberi sono più di un centinaio e quasi 6000 i metri quadri coinvolti. Così nel quartiere è nata una vera e propria foresta produttiva: la Picasso Food Forest. Un’area verde accessibile a tutti in cui arbusti da frutta, piante aromatiche, officinali ed ortaggi perenni creano un ecosistema-bosco basato su processi naturali di fertilità, riciclo delle risorse ed equilibrio fra le varie popolazioni vegetali ed animali.
L’area della Picasso Food Forest è accessibile a tutti, il raccolto è a disposizione dei cittadini del quartiere e a tutti coloro che decidono di collaborare attivamente al progetto. L’idea è nata grazie ad un movimento spontaneo di cittadini mossi dal desiderio di ri-progettare lo spazio urbano che li circondava ispirandosi a principi di ecologia, agroecologia ed agroforestazione. Un lavoro progettuale sostenuto dalle solide radici della Permacultura, disciplina sviluppata nel 1974 da Bill Mollison e David Holmgren in Australia. “L’idea è quella di lasciarsi ispirare dal funzionamento degli ecosistemi naturali. Per la food forest, per esempio, si cerca di imitare il funzionamento di un giovane ecosistema bosco“, ci racconta un’attivista del gruppo.
“Il bosco per essere rigoglioso non ha bisogno di essere irrigato, concimato, arato e trattato con pesticidi perché il suo funzionamento si basa su processi naturali di fertilità, riciclo delle risorse ed equilibrio fra le varie popolazioni vegetali ed animali. Imitando questo ecosistema ed inserendo piante utili all’uomo si può realizzare un sistema produttivo a bassa manutenzione e rigenerativo nei confronti della fertilità del suolo e della biodiversità. Un approccio molto diverso da quello praticato dall’agricoltura industriale“. Queste le parole con cui Francesca, attivista di Fruttorti Parma, ci spiega il funzionamento della Picasso Food Forest.
In altre parole, si può definire questa “foresta urbana produttiva”, come un efficace esempio di collaborazione tra uomini, piante ed animali in uno stretto rapporto ecologico che possa valorizzare e tutelare la biodiversità all’interno del sistema. “Il nostro è anche un progetto sociale che mira a sviluppare relazioni di quartiere, resilienza della comunità, il piacere del prendersi cura della propria città e del bene comune, il tutto in un’ottica di mutualità, solidarietà ed inclusione sociale e culturale“. Il racconto di Francesca prosegue con queste parole, che testimoniano come il progetto Fruttorti abbia orizzonti più ampi di una semplice orto che tende all’autoconsumo.
Un progetto oltre il quartiere: “Per Parma città verde” l’ultima novità
Confini che si sono già allargati e che si estendono al di là di via Marconi. Numerose, infatti, le attività che vedono coinvolti gli attivisti di Fruttorti Parma in collaborazione con altri gruppi di cittadinanza attiva a Parma. “Nello stesso modo in cui noi siamo stati ispirati da iniziative come le Transition Town (progetto di sostenibilità urbana nato nel 2006 in Irlanda, ndr) così noi ora siamo felici di essere fonte di ispirazione per altri gruppi in altre zone di Parma e d’Italia quali gli Amici della Pista Rossa del quartiere Montanara, i gruppi attivi a Fidenza e nel Reggiano, gli Z di Zappa di Cuneo e tanti altri. Ci sono venuti a trovare anche dalla Francia, Australia, Germania e altri paesi“, raccontano gli attivisti e ideatori del piccolo angolo verde della nostra città.
Un lavoro, tuttavia, che non si è distinto solo sul campo, ma anche nelle sale istituzionali. Come quelle del Comune di Parma, che nel 2015 ha riconosciuto tramite delibera “il valore della gestione di aree pubbliche secondo il modello delle food forest urbane” inserendole fra le opzioni previste nel Regolamento di Cittadinanza Attiva. Di recentissima approvazione (maggio scorso), invece, il protocollo per lo sviluppo verde della città, presentato in Municipio dall’assessore alle Politiche di pianificazione e sviluppo del territorio e delle opere pubbliche del Comune di Parma, Michele Alinovi. “Per Parma città verde“, questo il nome del protocollo, è un programma di sviluppo per rendere la città sempre più sostenibile e green.
Una ventina le realtà associative attive nel progetto, che hanno come obbiettivo comune quello di avviare un percorso di miglioramento e valorizzazione degli spazi naturali urbani. L’approccio è quello adottato in questo anni dagli attivisti di Fruttorti Parma, che è una delle realtà che collabora attivamente a “Per Parma città verde”. L’Agroecologia il filo conduttore, ovvero quella disciplina che unisce agricoltura ed ecologia nel tentativo di costruire un sistema dinamico, sostenibile e profondamente rispettoso dell’ambiente.
“Ricordati di ricordare”, ovvero tramandare il progetto alle generazioni future
Piantare alberi, erbe selvatiche e curare orti urbani significa consegnare uno stile di vita alternativo alle generazioni future. Un approccio non fine a sé stesso ma rivolto soprattutto alle generazioni future. “Organizziamo diversi momenti di formazione in aula – spiega di nuovo Francesca – ma soprattutto sul campo, dove cerchiamo di coinvolgere cittadini, ragazzi e ragazze nel conoscere i valori ambientali e sociali alla base della nostra iniziativa. Uno degli obiettivi è educare le persone a riconnettersi alla natura per apprezzarne tutti i benefici che essa genera nei nostri confronti, la sua bellezza e le opportunità di meravigliarci che ci propone costantemente anche in uno spazio come quello di un parco urbano“.
Imparare ad autoprodurre il cibo, utilizzare metodologie di coltivazione sostenibili e rispettare i cicli produttivi della natura alcune delle pratiche che Fruttorti Parma mette in campo nell’attività didattica all’interno della Picasso Food Forest. Destinatari di questi approcci metodologici sono sempre più spesso bambini delle scuole elementari, medie e superiori di Parma. “Accogliamo anche diverse scolaresche di scuola superiore tramite il programma Viaggi in Associazione di Forum Solidarietà, il progetto Erasmus e quest’anno abbiamo offerto opportunità di alternanza scuola lavoro per ragazzi e ragazze di terza superiore accolte dalla 3B del Rondani. Gli adolescenti sono il pubblico più difficile da coinvolgere”, affermano i protagonisti del progetto.
“Avviare un profondo cambiamento nella progettazione urbana”
L’ambizioso progetto per il futuro di Fruttorti è scandito in queste parole. Gestire il verde attraverso una nuova ottica è il tassello principale che permette di completare il puzzle della consapevolezza ecologica. “Questo richiede una profonda presa di coscienza, conoscenza e sensibilità ecologica che risulta necessaria per poter iniziare a gestire il verde, non più come semplice arredo urbano ma bensì come un ecosistema in grado di fornire i molteplici benefici di regolazione del clima, del controllo del regime delle acque, di contrasto all’inquinamento atmosferico, alle alluvioni e ai cambiamenti climatici, di supporto alla biodiversità animale e vegetale, di benessere fisico e psicologico per i cittadini“.
Per ottenere questo il progetto Fruttorti è sempre in una fase di progettazione. A breve verranno realizzati interventi per mettere a disposizione di altre realtà alcuni spazi di coltivazione. Ma verranno realizzati anche un vivaio pubblico e un laghetto didattico a supporto della biodiversità e a sostegno della lotto contro la zanzara tigre. “Quello che ci auguriamo, tuttavia, è che presto ogni quartiere di Parma possa disporre di una propria food forest di comunità o un giardino condiviso. Invitiamo chiunque volesse aiutarci ad unirsi a noi o ad una delle altre realtà attive sul territorio. La partecipazione attiva dei cittadini in questo percorso risulterà fondamentale“.