‘La Maloca’ da trent’anni il punto di riferimento per le adozioni | INTERVISTA
L’associazione ‘La Maloca’ ci racconta l’iter per le adozioni internazionali: “Uno dei modi per costruire una famiglia”
“Nell’adozione si incontrano i diritti dei bambini ad avere una famiglia e i bisogni della famiglia a completare il proprio progetto”, è con queste parole che l’associazione ‘La Maloca’ con sede anche a Parma ed un’esperienza trentennale nel mondo delle adozioni internazionali, racchiude il significato profondo dell’adottare un bambino. Nelle scorse settimane abbiamo dedicato diversi articoli alla tematica delle famiglie, toccando anche le difficoltà che le coppie si trovano a dover affrontare – sia a livello economico sia a livello biologico – nel percorso della maternità.
Abbiamo scelto di inserire in questo panorama sul tema della famiglia anche l’intervista a ‘La Maloca’: un’apertura al mondo delle adozioni internazionali per capire meglio come funziona l’iter di adozione, come rivolgersi all’associazione, quale percorso e quali difficoltà possono incontrare le coppie. Una realtà, quella delle adozioni internazionali, che ha risentito di un trend negativo dopo il periodo pandemico ma che contribuisce in modo importante alla creazione di nuove famiglie. Da storie dolorose, che si incontrano, nasce una nuova storia, una nuova vita per una nuova famiglia.
Di recente la vostra associazione ha compiuto 30 anni: quali sono stati i vostri primi passi?
Il Centro Adozioni La Maloca (www.lamaloca.it [2]) è stato fondato nel 1994 da un gruppo di famiglie che avevano sperimentato l’adozione sia nazionale che internazionale e avevano capito che le famiglie adottive non si possono improvvisare, avendo la grande responsabilità di accogliere bimbi che già hanno sperimentato abbandoni e, a volte, maltrattamenti. C’è bisogno di prepararsi per accogliere bimbi in adozione, confrontandosi fra famiglie e con l’aiuto di professionisti. E questo lo capirono ben prima che la legge 184 con le modifiche dei primi anni 2000 rendesse strutturali fra le altre cose anche la presenza di enti che intermediano le pratiche di adozione internazionale per renderle più trasparenti ed efficaci.
Maloca fa parte del primo gruppo di enti che, all’entrata in vigore delle nuove normative, furono inseriti nell’Albo degli Enti autorizzati, ai quali oggi tutte le famiglie che desiderano adottare in un paese straniero si devono rivolgere, a garanzia di professionalità, trasparenza, serietà del procedimento adottivo. Maloca opera con famiglie provenienti da tutto il territorio nazionale, perchè oltre alla sede legale e storica a Parma abbiamo altre sedi a Cascina, Udine, Avellino. I paesi stranieri in cui operiamo direttamente sono Colombia, Honduras e Romania, ma in intesa con altri enti operiamo anche in India e altri paesi. In questi 30 anni abbiamo completato le adozioni di circa 500 minori.
Come funziona l’iter per adottare un bambino? Ci sono dei requisiti?
La legge italiana stabilisce i requisiti dei coniugi, che devono essere sposati da almeno 3 anni, la cui differenza di età con il minore adottato non può essere superiore ai 45 anni e devono avere ottenuto un decreto di idoneità all’adozione dal Tribunale dei Minorenni della regione di residenza. Se la decisione del Tribunale, basata su una relazione dei Servizi Sociali del territorio che incontrano la coppia in una serie di incontri conoscitivi e valutativi, è positiva, la coppia può decidere di proseguire sia con l’adozione nazionale che internazionale o solo con una delle due.
Nel caso dell’adozione internazionale la coppia ha tempo un anno dalla data del decreto per conferire l’incarico ad un ente e far partire concretamente l’adozione. Le procedure nei
diversi paesi stranieri sono diverse fra loro e vanno verificate parlando direttamente con gli enti o informandosi sui siti degli stessi. Fonte fondamentale è il sito della Commissione Adozioni Internazionali (CAI), che è l’Autorità Centrale italiana che sovrintende al mondo delle adozioni e che fornisce informazioni utilissime su tutti gli aspetti dell’adozione internazionale.
Nelle famiglie italiane ci sono remore nell’avvicinarsi ad un’adozione internazionale? Quali difficoltà incontrate come associazione?
L’Italia è tradizionalmente un paese molto aperto alle adozioni, il secondo paese del mondo dopo gli USA come numero di adozioni da molti anni. Purtroppo però anche l’Italia risente di un trend internazionale di riduzione del numero di adozioni cominciato almeno una decina di anni fa e che ha ricevuto con la pandemia il colpo di grazia. Siamo passati dalle 4130 adozioni internazionali del 2010 alle 585 del 2023. Sono numerose le motivazioni di questa drammatica riduzione: motivi geopolitici che hanno portato alla impossibilità di adottare in alcuni paesi come Ucraina, Federazione Russa, Bielorussia, Cina; miglioramento delle condizioni di vita in vari paesi che ha creato le possibilità di
sviluppo dell’adozione nazionale; profilo dei minori che arrivano in adozione, spesso in età scolare e con problemi di salute; crisi economica che ha ridotto la sicurezza delle famiglie rispetto a progetti come l’adozione che ha comunque un costo.
Naturalmente questi numeri così ridotti rappresentano un problema anche per la sostenibilità degli Enti autorizzati, che sono enti del terzo settore, spesso piccoli e basati anche sul volontariato, a cui oggi inoltre la normativa richiede una serie di adempimenti simili a quelli richiesti ad aziende profit. L’attenzione ai costi, il lavoro in rete con altri enti, l’aiuto del volontariato ci permettono di andare avanti nel nostro lavoro.
Nella fase post adozione possono subentrare problematiche? Come affrontarle in serenità?
Maloca ha sempre avuto grande attenzione alla preparazione delle famiglie, che era anche fra i presupposti fondativi dell’associazione. I percorsi di formazione che le famiglie frequentano obbligatoriamente quando conferiscono incarico a Maloca forniscono strumenti fondamentali per affrontare l’incontro con il figlio adottivo e le situazioni di difficoltà che si possono creare successivamente. Abbiamo psicologhe esperte che affiancano le famiglie in tutte le fasi dell’iter e sono sempre disponibili per le famiglie quando ci sono problemi.
Ogni famiglia adottiva ha una storia a sè, perchè è il frutto di un incontro, di una relazione fra persone, che sono tutte diverse, quindi per quanto si possano fornire strumenti formativi poi ogni famiglia deve trovare la propria strada, anche facendosi aiutare dall’ente. L’adolescenza è sempre un momento turbolento nella vita di tutti i ragazzi e i figli adottivi non fanno eccezione, anzi in quel momento facilmente si riattivano domande sopite nel tempo e comportamenti oppositivi, quindi quello è un momento in cui è particolarmente importante utilizzare la rete di supporto psicologico già conosciuta dall’inizio del procedimento. Dal punto di vista statistico comunque le problematiche presentate dai minori adottati non sono particolarmente diverse da quelle dei figli biologici.
Le coppie che non riescono ad avere figli si avvicinano al mondo delle adozioni? Come si affrontano situazioni di questo tipo?
Il desiderio di accogliere un figlio adottivo si presenta non solo in famiglie che vivono difficoltà nella procreazione, ma anche in famiglie che hanno già figli sia biologici che adottivi. Le motivazioni di base che spingono una coppia all’adozione infatti sono le più diverse. Naturalmente la preparazione di queste famiglie deve tenere conto anche della presenza dei figli esistenti, che vanno coinvolti in vari momenti dell’iter per aiutarli ad avvicinarsi in modo corretto all’accoglienza di questi fratelli. Quando la famiglia va nel paese straniero per incontrarsi con il figlio adottivo, la presenza di un minore in famiglia spesso è preziosa per aiutare l’integrazione del nuovo arrivato.
L’adozione è un’azione verso il prossimo ma anche verso se stessi? Quali sono i benefici di adottare un bambino?
Contestiamo l’idea che l’adozione sia “un’opera di bene”, idea che forse aveva presa nel passato e che ancora oggi qualcuno non addentro al tema dell’adozione ha in testa. L’adozione rappresenta uno dei modi possibili per costruire una famiglia: nell’adozione si incontrano i diritti dei bambini ad avere una famiglia e i bisogni della famiglia a completare il proprio progetto. Entrambe le parti hanno sperimentato storie dolorose, quelle dei bambini sono talvolta drammatiche e nel momento in cui si incontrano comincia una nuova storia, da costruire rielaborando insieme le esperienze precedenti. Le gioie e le preoccupazioni sono quelle che ciascuna famiglia che ha figli conosce.