Maggiore, impiantata una protesi innovativa su un paziente cardiopatico
È stato eseguito con successo nelle sale operatorie della Cardiochirurgia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma un…
È stato eseguito con successo nelle sale operatorie della Cardiochirurgia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma un delicato intervento su un paziente cardiopatico di ottanta anni, proveniente da Reggio Emilia. Una complessa operazione svolta da un team multidisciplinare, resa possibile grazie all’utilizzo di una innovativa endoprotesi, introdotta in Europa da pochissimi mesi.
Il paziente presentava un grosso aneurisma toracico che si estendeva fino alle arterie che irrorano il braccio sinistro ed in parte il cervello e il midollo spinale. L’intervento, vista la complessità del caso clinico, l’età e le condizione di salute del paziente, si presentava subito invasivo e ad alto rischio. Dopo il trasferimento al Maggiore di Parma, Centro di riferimento di area vasta, e trascorsa una notte sotto costante monitoraggio nella Terapia intensiva cardiochirurgica, diretta da Silvia Grossi, nella giornata successiva è stato programmato l’intervento che ha coinvolto oltre ai cardiochirurghi e gli anestesisti anche i reparti di Chirurgia vascolare e di Neuroradiologia.
“Vista la complessità e l’estensione dell’aneurisma che coinvolgeva l’arteria succlavia, nonché la criticità e fragilità del paziente – spiega il cardiochirurgo Andrea Agostinelli – abbiamo deciso di pianificare l’impianto di una endoprotesi di nuova generazione recentemente introdotta in Europa, ottenuta aggiungendo alla consolidatissima protesi toracica normalmente utilizzata una branca accessoria che si introduce per alcuni centimetri all’interno dell’ arteria succlavia, garantendone la perveità, cioè il flusso del sangue”. “La nuova protesi – conclude Agostinelli – ha garantito l’esclusione dell’aneurisma, il posizionamento preciso a ridosso delle arterie del cervello e la perfusione dell’arteria succlavia, senza procedure chirurgiche aggiuntive e senza la necessità di fermare il cuore, riducendo cosi i rischi operatori di un paziente anziano e cardiopatico”.
L’operazione e l’équipe
L’intervento è stato eseguito nel comparto operatorio della Cardiochirurgia diretta dal prof. Francesco Nicolini, da un equipe multidisciplinare composta dai cardiochirurghi Andrea Agostinelli e Bruno Borrello, insieme al dottor Andrea Andreone della Neuroradiologia, diretta da Roberto Menozzi, al prof. Paolo Perini della Chirurgia Vascolare, diretta dal prof. Antonio Freyrie, e dalla dottoressa Roberta Mazzani del Primo servizio di Anestesia e Rianimazione diretto da Sandra Rossi. Parte integrante dell’equipe anche lo strumentista Antonio Curia, il tecnico radiologo Alessandra Dall’Argine e il personale sanitario del comparto operatorio.
L’intervento, perfettamente riuscito, è durato circa tre ore. Il paziente è stato svegliato direttamente in sala operatoria, questo ha consentito di dare immediatamente ai parenti notizie sullo stato neurologico del loro famigliare. Trasferito in reparto è stato dimesso nella giornata di sabato.
“L’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma è tra i primi centri in Italia tra Chirurgie Vascolari e Cardiochirurgie ad usare questa nuova protesi, in particolar modo – precisa Francesco Nicolini – siamo la prima Cardiochirurgia in Italia e tra le poche in Europa ad impiantare questa protesi che costituisce un importante avanzamento sul sentiero della mininvasività del trattamento delle patologie cardiovascolari complesse dell’aorta toracica. Il continuo affermarsi di nuove tecniche alternative alle consolidatissime tecniche chirurgiche in questo ambito permette di aumentare le possibilità terapeutiche per pazienti sempre più complessi. Ma il raggiungimento di questo ambizioso traguardo – conclude Nicolini – può essere ottenuto solo attraverso l’integrazione multidisciplinare delle diverse competenze e l’unione delle competenze di diversi specialisti”.