Realizzare un Museo degli Scalpellini a Cassio, frazione del Comune di Terenzo, all’interno dell’ex scuola, oggi edificio in disuso e da riqualificare. Questo il progetto avviato dal maestro d’arte, Paolo Sacchi – diplomato al Liceo Artistico Paolo Toschi di Parma -, insieme all’associazione Manifattura Urbana. Un’idea che nasce con il sostegno dell’Amministrazione di Terenzo e ha come obiettivo quello di valorizzare la storia locale, fatta anche di un mestiere quasi scomparso: quello dello scalpellino. Sacchi lavora la pietra da diversi anni, come lui stesso ci spiega, e tiene abitualmente workshop e corsi teorico/pratici sull’attività di scalpellino e sulla tecnica di costruzione dei muri a secco insieme al gruppo spontaneo “Siamo tutti scalpellini“. Convertire l’ex struttura educativa in un museo consentirebbe di connettere il progetto ad altre due realtà del territorio: la via degli Scalpellini e la via Francigena.

La genesi del progetto e l’idea della Scuola degli Scalpellini

Tuttavia, anche se il Museo degli Scalpellini inizia a concretizzarsi solo oggi, si può dare uno sguardo alla genesi di questo progetto. A partire dai primi anni 2000, Paolo Sacchi si stava interessando alla storia locale e ha contattato gli ultimi due scalpellini viventi, iniziando così la propria personale passione per questo mestiere. Nel 2002, invece, con il progetto della Provincia di Parma “Difesa Attiva del suolo“, prese piede l’idea di riqualificare l’ex scuola di Cassio per realizzare un museo della pietra insieme al sentiero degli Scalpellini. “Servivano 900mila euro – racconta Paolo Sacchi -, ma di questi ne vennero reperito poco più della metà. Quasi tutto il budget servì per la realizzazione del sentiero e solo una piccola parte venne destinata all’edificio: si decise così di dare una sistemata al tetto“. Per quasi 20 anni il progetto venne accantonato, anche perché la gestione dell’edificio venne affidata ad un privato.

Nel 2016, invece, ho avviato il sodalizio con Manifattura Urbana – spiega -, con cui abbiamo iniziato ad elaborare i corsi sulla lavorazione della roccia nella frazione di Cassio. Le attività sono continuate fino ad oggi con la costruzione anche di muri a secco. Mentre ora nell’ex scuola stiamo effettuando lavori di manutenzione ordinaria, perché la struttura è vecchia e ci sono problemi con le infiltrazioni. Ringrazio però il Comune, che crede nel progetto e ci sta dando una grande mano“. Ad oggi i workshop vengono realizzati quasi a costo zero, tuttavia servirebbero decine di migliaia di euro per completare il museo. Fondi che lo stesso Sacchi, ma anche Manifattura Urbana e il Comune, stanno cercando di reperire. L’obiettivo, oltre alla realizzazione, è quello di creare una vera e propria Scuola degli Scalpellini, dove poter poi realizzare dei corsi a pagamenti su questo tipo di attività.

L’edificio che – ci auguriamo – ospiterà il futuro Museo degli Scalpellini, quest’estate ricorpirà il ruolo fondamentale di quartier generale per la manutenzione dei bivacchi lungo la via Francigena. Ma nel mese di luglio – fanno sapere da Manifattura Urbana – alcuni studenti francesi di Marsiglia e Parigi faranno un workshop di volontariato per due settimane alla Fornace di Ghiare di Berceto per poi recarsi due giorni a Cassio a tagliare la pietra e ad effettuare muri a secco.

Il Comune di Terenzo: “Crediamo nel Museo degli Scalpellini, presto interventi di riqualificazione energetica”

Emiliano Caraboni, vicesindaco del Comune di Terenzo, spiega che l’Amministrazione ha accolto con entusiasmo la proposta di Manifattura Urbana e di Paolo Sacchi. Il progetto del Museo degli Scalpellini, “era già partito con la Provincia nel 2002, poi si è arenato perché probabilmente mancava un team che lavorasse con quella spinta decisa che attualmente sembra esserci con gli attuali interlocutori“, ricorda l’attuale Vicesindaco. Il Comune ha concesso il locale in comodato d’uso gratutio a Manifattura Urbana e, annuncia Caraboni, “sta studiando un intervento di efficentamento energetico sui serramenti. Cercheremo l’appoggio di qualche ente per portare avanti il progetto, che, essendo sulla Statale 62 e luogo di passaggio della via Francigena, può risultare molto attrattivo per far conoscere il territorio e la sua cultura“.

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