Nessun bavaglio | EDITORIALE
Solidarietà al collega Gabriele Majo che nei giorni scorsi è stato oggetto di una diffida da parte del Parma Calcio
Quanto successo nelle scorse settimane a Gabriele Majo, giornalista parmigiano di esperienza, deve aprire una seria riflessione in tutto il mondo del giornalismo. Parmigiano, certamente, ma non solo. La diffida ricevuta dal Parma Calcio, con annessa richiesta di risarcimento, ha portato Majo ad autosospendersi dal scrivere di Parma all’interno della sua testata ‘StadioTardini.it’. Una decisione presa per lasciare agli avvocati il tempo di svolgere le necessarie azioni legali a tutela del giornalista, ma che non deve passare nell’oblio.
Bene hanno fatto Ordine dei Giornalisti, Aser, Gergs ed Ussi ad esprimere solidarietà a Majo. Ma non basta: serve l’impegno di tutti noi, colleghi di Gabriele, che potremmo oggi o domani trovarci nella stessa situazione, a denunciare un sopruso che non può e non deve esistere nel mondo del giornalismo. Il diritto di cronaca, garantito dalla legge 69/1963, è insindacabile: utilizzare diffide – meglio identificate come querele temerarie – per mettere il bavaglio a giornalisti, che nel rispetto della deontologia, si attendono al dovere di cronaca è un atto intimidatorio non accettabile e non giustificabile.
Si tratta di azioni spesso intraprese da politici, che a farlo sia una società di calcio desta ancora più perplessità. A maggior ragione se per quella società lo stesso Majo ha lavorato per anni, sempre con professionalità ed indiscussa disponibilità che ognuno di noi, che ha avuto a che fare con l’ufficio stampa da lui gestito, può testimoniare. Sarebbero tante le domande da fare, ma in questo momento è giusto che siano i legali a tracciare la strada. Ci possiamo solo augurare che il Parma ritorni sui suoi passi, rendendosi conto di aver limitato un diritto fondamentale: la libertà di cronaca che ogni giornalista esercita per far sì che l’informazione – sotto aspetti diversi, talvolta anche critici – arrivi il più possibile ai cittadini in maniera imparziale e costruttiva. Aver diffidato Gabriele Majo vuol dire aver privato i tifosi e gli appassionati di calcio di una voce competente, anche critica certamente, ma sicuramente professionale.
Da parte mia e di tutta la redazione, all’amico e collega Gabriele Majo, gli auguri che tutto possa risolversi per il meglio e che possiamo presto tornare a leggere i suoi articoli e le sue analisi sul calcio gialloblù. Tante volte lo abbiamo “ospitato” con piacere all’interno delle pagine del nostro settimanale: lo aspettiamo a braccia aperte. I suoi articoli, spesso pungenti ed ironici, ma altrettanto rispettosi, seri e professionali, saranno sempre i benvenuti sulla nostra testata.