La questione legata al possibile ampliamento del Verdi di Parma come Aeroporto Cargo desta molta preoccupazione in città. Associazioni e cittadini si sono riuniti in comitati chiedendo che venga mantenuta la funzione turistica dell’aeroporto, senza la destinazione Cargo che comporterebbe un maggior inquinamento, un peggioramento delle condizioni della qualità della vita di chi abita nelle zone limitrofe al Verdi e anche una minor sicurezza. Il prossimo 9 settembre, alle 10.30, le associazioni – guidate dal gruppo “No Cargo” – scenderanno in Piazza della Pace per ribadire il loro chiaro ‘No’ all’allungamento della pista del Verdi: “L’aeroporto di Firenze – si legge nella locandina – fa volare 3 milioni di passeggeri con una pista più stretta; il vicino scalo di Brescia è già pienamente operativo come Cargo e Parma sarebbe un inutile doppione“. Ne abbiamo parlato con Annalisa Andreetti, presidente dell’associazione “No Cargo” di Parma.
Il progetto dell’aeroporto Cargo sembrava “sfumato” in campagna elettorale, ma dall’ultimo Masterplan sembra che le cose siano diverse. Cosa chiedete al Consiglio Comunale?
Anche noi pensavamo che un’evidente presa di posizione in campagna elettorale l’avesse scongiurato definitivamente e i cittadini di Parma pensavo di poter stare finalmente tranquilli rispetto ad un progetto che modifica profondamente il benessere, la salute e l’identità della Parma di domani. I Candidati Sindaco alle nostre domande erano stati molto chiari: No allungamento della pista – No Cargo. Non possono rimangiarsi una presa di posizione che ha decretato la scelta di persone che hanno deciso chi eleggere alla guida della città. Al Consiglio Comunale chiediamo coerenza e il coraggio di scrivere una pagina di bella politica della nostra città, chiediamo di concretizzare l’impegno preso, le promesse fatte e di votare all’unanimità NO a questo progetto.
Che impatto avrebbe il progetto dell’aeroporto Cargo per gli abitanti del quartiere vicino all’aeroporto e in generale per tutta la città?
Le ricadute sul territorio cittadino di una tale infrastruttura riguardano il rumore, l’inquinamento atmosferico e la sicurezza intesa come rischio incidente aereo e un aumento esponenziale di traffico veicolare a seguito dello smistamento merci. La pista è a 2 km e mezzo dal Duomo di Parma. Queste ricadute aumentano con l’aumentare del numero dei voli e le dimensioni degli aeromobili. In più, l’aeroporto attiva un modello di sviluppo che richiede altro cemento per tutti i Poli logistici a servizio, che già si stanno moltiplicando vedi Fontevivo, Medesano, ecc. Prevede un indotto lavorativo fragile come sappiamo essere il comparto della logistica con carenze normative e caratterizzato da precarietà. Sottolineiamo questo aspetto a chi sostiene che porterà benefici all’economia di Parma.
Secondo voi è possibile un potenziamento dell’aeroporto senza Cargo, ma solo passeggeri? Oppure il Verdi è destinato a rimanere un piccolo aeroporto di Provincia?
L’attuale lunghezza della pista permette già ora lo sviluppo dei voli passeggeri, in passato c’è stato il collegamento con Londra, Parigi, Bruxelles. Lo diciamo sempre, aeroporti con piste ben più corte della nostra registrano numeri di passeggeri ben più alti. Bisogna però tener sempre presente che la città di Parma è stata fatta crescere negli ultimi 30 anni come se l’aeroporto non esistesse, per cui ora è insinuato totalmente nel perimetro urbano cittadino. Ci sono 8 scuole in testata di pista e quindi in zona di rischio e in zona rumore aeroportuale: lo sviluppo del Verdi deve necessariamente essere proporzionato al contesto in cui è inserito.
In un’intervista il climatologo Mercalli ha dichiarato che ” oggi è assurdo investire sul trasporto aereo”, siete d’accordo con la sua affermazione? Quali soluzioni potrebbero essere adottate per ridurre il trasporto aereo?
Luca Mercalli è un esperto indiscusso: è arrivato il momento che la politica inizi ad ascoltare la scienza nel prendere le decisioni che condizionano il futuro dei territori che amministrano. L’Europa ha fornito linee ed esempi di grandi imprese che hanno adottato mobilità sostenibili, cioè il treno.
Ci sono situazioni analoghe a Parma? Come si sono comportate le amministrazioni che non hanno accettato il cargo?
Gli aerei Cargo creano problemi ovunque perché volano la notte. Basti vedere quello che succede a Bologna: da anni i bolognesi sono esasperati dai voli notturni, ma nemmeno l’intervento del Sindaco ha risolto in modo definitivo ad oggi le cose. Gli studi epidemiologici internazionali concordano sui danni alla salute del rumore aeroportuale, a maggior ragione quello notturno. L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di ridurre i livelli di rumore degli aerei al di sotto di 45 dB Lden e 40 dB Lnight
Il 9 settembre scenderete in Piazza a Parma, insieme ad altre associazioni del territorio: cosa vi aspettate da questa manifestazione?
Il ritrovo del 9 settembre vuole essere un modo per ribadire il pensiero dei cittadini sulla questione aeroporto Cargo. Quando presidiamo manifestazioni pubbliche con i banchetti incontriamo tanti cittadini che ancora non conoscono il progetto cargo. Purtroppo non c’è stato mai un contraddittorio e spesso sono state veicolate informazioni non corrispondenti ai documenti presentati dai quali si evince molto chiaramente che l’allungamento della pista serve solo per i Cargo. Sogeap conta sulla non conoscenza e l’indifferenza della cittadinanza. Parma si ritroverà diversa: più inquinata, più disturbata, più trafficata, più cementata. Difendiamola. Difendiamo la nostra salute, la nostra qualità della vita e soprattutto quella dei nostri figli.