Parma in Centro: “Desertificazione ha origini lontane”
Sulle chiusure del centro storico, pedonalizzazione e strade trasformate in plateatici il Comitato richiama le amministrazioni Vignali e Pizzarotti
“La desertificazione del centro – si legge in una nota del Comitato Parma in Centro – ha origini lontane, dai tempi della amministrazione della giunta Vignali, da quando si è pensato di chiuderlo senza creare strutture e servizi, da m quando si è puntato a trasformare le strade in plateatici, da quando si è pensato di riqualificarlo favorendone solo l’utilizzo notturno, da quando si è cercato in tutti i modi di disincentivare la residenzialità togliendo parcheggi su strada e creando di fatto 2 parcheggi molto grandi, costosi che non riescono a soddisfare le esigenze di tutte le zone centrali e che vengono poco utilizzati sia per il costo che per la scarsa sicurezza”.
“A tutto questo – prosegue il Comitato – aggiungiamo tutti i problemi creati da una immigrazione massiccia e mal gestita, con sottovalutazione del problema sicurezza tanto che nella passata amministrazione l’assessore Casa ha sempre negato il problema considerandolo solo una percezione, declassando la polizia municipale a ruolo impiegatizio e togliendola dalle strade. Tutto questo ha costituito una tempesta perfetta di cui non ci possiamo stupire, ne va preso atto e affrontata con interventi strutturali che sono poi quelli che da anni vengono richiesti da residenti e molti commercianti. Le varie proposte di allargare i parcheggi scambiatori con utilizzo di pulmini possono servire solo per chi arriva da turista, i residenti o chi proviene dalla provincia per lavoro deve avere accesso comodo. Gli uffici che una volta costituivano con il loro bagaglio umano la cassaforte del centro durante la settimana, sono stati in massima parte decentrati per scomodità di accesso. Il centro storico durante la settimana ha bisogno di abitanti stabili e uffici altrimenti non si può sostenere con qualche turista. Le chiusure delle strade con mercatini e manifestazioni non riescono a risolvere la situazione e creano problemi fra ambulanti e negozianti, sarebbe quindi più consono utilizzare le piazze, iniziando da quella della stazione. La parola chiusura evoca una barriera e non va associata a nessun quartiere, tanto meno al centro storico, in questi anni a causa di queste politiche, si sono privilegiate le zone esterne, fuori dalle tangenziali, sia dal punto di vista abitativo che commerciale. Ci sembra un concetto semplice ma non è mai stato recepito.