Lenz: il Teatro d’avanguardia “verso nuovi linguaggi e nuove frontiere” | INTERVISTA

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Lenz: il teatro d'avanguardia tutto parmense, l'intervista

Oggi 27 marzo è la Giornata mondiale del teatro, occasione perfetta per parlare di uno dei gioielli culturali della città: il Teatro Lenz, che dal 1988 opera in un edificio industriale della periferia storica di Parma, rappresenta per il quartiere San Leonardo e per l’intera città l’allontanamento dalle concentrazioni tradizionali della cultura, e il recupero di questo spazio costituisce la possibilità di riqualificare un’area urbana di straordinaria importanza storica e simbolica di Parma. Ne abbiamo parlato con Francesco Pititto, Direttore Artistico di Lenz, assieme a Maria Federica Maestri.

Esattamente che cos’è il teatro d’avanguardia, in che cosa è diverso dal classico teatro di scena?

Il termine avanguardia fa riferimento ad ogni movimento artistico che nella storia dell’arte ha determinato cambiamenti radicali nella pratica artistica, è strettamente legato all’idea di ricerca e sperimentazione di nuove forme artistiche che possono ritrovare nella rappresentazione il senso stesso del teatro in ogni epoca. È la forma più antica di comunicazione tra l’essere umano e il divino, un rito che è mutato continuamente attraverso i secoli: la ripetizione senza rinnovamento, senza confronto con altre discipline artistiche, determina un progressivo prosciugamento del potenziale etico e poetico del teatro nell’affrontare la complessità del vivere.

Il mondo dell’arte in generale sta evolvendo verso una progressiva digitalizzazione: fino a che punto il teatro si può trasformare? In che modo può dialogare con il digitale? In futuro ci sarà la possibilità di fruire del teatro come un bene immateriale?

La relazione con l’immagine è legata alla pratica artistica così tanto da avere inventato il neologismo “imagoturgia”, ovvero la realizzazione di opere visive in stretta connessione con la scrittura drammaturgica e l’installazione scenica. Oggi è diventata imprescindibile la necessità di ibridazione con altri linguaggi, attraverso l’apertura a nuove frontiere. La creazione di ambienti teatrali interattivi costituisce un nuovo campo di azione che non sostituisce il teatro dal vivo, ma lo ridefinisce, così come nelle nostre opere la componente musicale è un elemento fondamentale. Anche per quest’anno abbiamo predisposto un calendario di eventi streaming, riprendendo il nuovo archivio di opere digitali – un modo per sintonizzare il patrimonio artistico sull’attualità, dato che le opere sono programmate in sincrono con una selezione di giornate mondiali ONU istituite per sensibilizzare su temi artistici e politici. Oggi sarà infatti diffusa in streaming dalla nostra homepage Il grande teatro del mondo, parte della trilogia dedicata a Calderón de la Barca e creazione realizzata nel Complesso monumentale della Pilotta di Parma nel 2018.

La valorizzazione del patrimonio paesaggistico e mussale è stata uno dei vostri cavalli di battaglia lungo tutta la vostra produzione, come mai la scelta di questo tema?

Un processo fortemente innovativo è l’installazione delle creazioni in luoghi dimenticati o inusuali, monumenti di inestimabile valore che difficilmente risultano accessibili al pubblico, perché destinati ad uso non turistico o chiusi per assenza di risorse. Dal 1996 Lenza ha aperto un dialogo attivo con la scena artistica contemporanea internazionale, attraverso il festival Natura Dèi Teatri, dedicato alle nuove ricerche artistiche e alla riflessione sullo stato dell’arte contemporanea. Lo spazio fisico ed espressivo in cui sono realizzate le creazioni di Lenz viene attraversato da esperienze estetiche tra le più innovative e rigorose nell’ambito della creazione performativa, musicale e visiva europea. Ulteriori informazioni sulle passate edizioni e sui luoghi delle rappresentazioni sono disponibili qui.

La tematica dell’incontro con “l’altro” si presenta spesso nelle vostre produzioni, in che modi lo avete portato in scena? Gli attori sensibili o con disabilità traggono dei benefici dall’attività teatrale?

La contaminazione fra generi vuole porsi come vettore nell’avvicinare al linguaggio contemporaneo persone che per condizioni sociali o anagrafiche ne rimangono spesso escluse, così come sostenere la leadership femminile e la parità di genere nel gruppo di lavoro, e favorire l’ingresso di giovani generazioni e persone con disabilità nell’ensemble artistico, tecnico e organizzativo. La presenza nel team artistico e produttivo di persone con disabilità e l’attivazione di percorsi volti ad annullare le disuguaglianze imposte dai ruoli di genere, dall’abilisimo, aspetti fondamentali del nostro lavoro. Un altro intervento messo in campo è l’installazione di un impianto nell’ambito del progetto della Regione Emilia-Romagna ACCESs, acronimo per Accessibilità Comunicazione Cultura e Sottotitoli per le persone sorde; il sistema permette alle persone sorde con impianto coclearie di fruire acusticamente con pienezza degli eventi che saranno presentati nelle sale di Lenz Teatro.

Quali sono i progetti e le attività di cui vi state occupando e che mettere in scena quest’anno?

La programmazione di quest’anno ruota attorno a 5 macroprogetti: il primo è Morfologie del Paesaggio e Reidratazioni performative, una compagine di esperienza artistiche dal forte carattere innovativo per la riattivazione estetica degli spazi e delle collezioni dei musei d’Ateneo dell’Università di Parma; il 5 e il 6 luglio alle 21.00, presso il Chiostro dei Paolotti, Monica Barone, danzatrice dotata di una grande sensibilità performativa maturata nel rapporto con la proprio specificità fisica, interpreterà Iphiginia in Taurine. Poi abbiamo Sacre Scritture, una riflessione estetica sulla letteratura del sacro nella religione cristiana, con il debutto della produzione internazionale Apocalisse che, tra paesaggi montani e i sottofondi di Nairobi, vedrà in scena Fabrizio Croci, CL Grugher, Boris Kadin e Sandra Soncini.

Il terzo è Lenz di Lenz, sequenze di messinscena delle opere di Jakob Michael Reinhold Lenz. Contiamo anche le 12 azioni/parentele di Bestiario _ Femminile Animale, di cui il 12 e il 13 ottobre al Museo di Storia Naturale avrà luogo la quarta azione, imperniata sulla creazione di rapporti di affinità artistica o “parentela” con 12 artiste nel triennio 22_24. Si avrà in seguito il progetto permanente Resistenza e Olocausto, e la settimana delle celebrazioni del 25 aprile Lenz Teatro ospiterà una duplice creazione: la quinta azione del progetto Bestiario _ Femminile Animale, ossia Dies Irae/Piccine, concerto ritmico con un gruppo di ragazze adolescenti, e I Soldati, opera antimilitarista di Jakob Michael Reinhold Lenz, figura ispiratrice nel 1985 della nascita della nostra formazione artistica, interpretata da un gruppo di adolescenti afferenti ai servizi neuropsichiatrici dell’AUSL di Parma.

Oltre a questi progetti performativi, conduciamo stabilmente laboratori di formazione teatrale, in collaborazione con l’Università, l’AUSL e il Comune di Parma.

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