La poesia, la più profonda possibilità di narrazione dell’anima | Due chiacchiere con lo Psicologo
“Coltivare l’intelligenza del cuore che, con apparente ossimoro, cerca di rendere significativo l’inscindibile legame tra…
“Coltivare l’intelligenza del cuore che, con apparente ossimoro, cerca di rendere significativo l’inscindibile legame tra vita emotiva e vita intellettiva”
(Iori, 2009)
Sandra Rossi
Psicologa Psicoterapeuta
Servizio di Psicologia Borgotaro
DUE CHIACCHIERE CON LO PSICOLOGO | La poesia, è la più spontanea e profonda possibilità di narrazione dell’anima. Questa forma di scrittura, utilizzata dall’antichità come mezzo d’espressione per esternare intense emozioni di differente origine, per comunicare messaggi in società, è diventata oggetto di studi e dello sviluppo di metodi specifici che l’hanno trasformata in uno strumento di aiuto e in una vera e propria tecnica di aiuto in situazioni quotidiane.
La lettura e scrittura di poesie si possono considerare come strumento per sviluppare competenze emotive per la gestione delle emozioni e l’elaborazione di esperienze intense, quindi come mezzo per sviluppare le “life skills”. Le life skills sono le competenze di vita trasversali, che contribuisco durante tutto l’arco di vita all’adattamento dell’individuo al proprio contesto storico-culturale; sono la consapevolezza di Sè, gestione delle emozioni e gestione dello stress, le competenze relative alla gestione dei propri vissuti interiori e dei propri pensieri, favorendo la capacità di mettere in atto strategie, interne o esterne, di conseguente regolazione dei propri comportamenti e azioni.
“Un poeta…è chi descrive con parole semplici quello che hai davanti agli occhi e non sei mai riuscita a vedere; ti fa capire, con la bellezza di un verso, sentimenti che provi ma non sai esprimere; ti apre il cuore alla speranza quando credi che non ci sia più nulla in cui sperare”
(Zecchi, 2005)
Proprio per questo che, da quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato: “Life skills education for children and adolescents in school”(OMS, 1997), le life skills rimangono un elemento fondamentale di buona parte degli interventi psicopedagogici rivolti agli adolescenti dentro e fuori alle mura scolastiche. Per tale motivo in adolescenza, periodo di crescita globale dell’individuo, di ricerca di senso che di Sé, che queste competenze hanno bisogno di essere monitorate dagli adulti, implementate e valorizzate.
“Aiutare gli adolescenti a leggere e comprendere le sfumature del mondo emotivo, così come a distinguere emozioni transitorie da affetti consolidati, significa allenarli a una migliore coscienza del proprio mondo interiore, alla tolleranza emotiva e alla resistenza allo stress”
(Marmocchi, Dall’Aglio & Zannini, 2004)
Occorre a tal fine riconoscere l’utilità della formazione alle competenze emotive nei processi formativi, pensati nei percorsi di formazione, soprattutto là dove non è ancora presente l’integrazione nella cultura pedagogica e formazione scolastica tra vita emotiva e processi cognitivi, nei servizi educativi e scolastici nei quali viene dato il privilegio ai processi logico-cognitivi, alle azioni standardizzate, alle procedure cataloganti e quantificanti. Questo significa accrescere le competenze di vita “life skills” trasversali in un percorso di consapevolezza emotiva, volto a riconoscere le emozioni, lasciale essere, accettarle, esprimerle e assumere la responsabilità dei comportamenti conseguenti a ciò che proviamo.
“Nella società dell’efficienza della razionalità strumentale è difficile porre la questione della formazione emotiva, poiché la perdita degli alfabeti del sentimento ha impoverito l’etica della responsabilità come capacità di sentire e di rispondere all’appello che viene dall’altro per richiamarmi alla mia responsabilità”
(Lévinas, 1980,218)
Quindi riconoscere l’importanza di ri-dare senso alla vita emotiva nei processi formativi, pensarli ed agirli nell’educazione e nella formazione, poiché la vita emotiva è “il cuore stesso della formazione” (Roberta De Monticelli, 20013, 72-80). In questo senso la prospettiva pedagogica dovrebbe agire in ordine all’individuare e orientare la competenza emotiva nelle relazioni educative.