Scoprire le bellezze del territorio, coinvolgendo giovani adolescenti e facendoli diventare “ambasciatori” di quella terra in cui sono nati. Troppo spesso, diamo per scontato quello che ci circonda: le nuove generazioni non ne colgono positività, tradizione, benessere e questo li allontana. E’ in quest’ottica di scoperta e riscoperta che è nato il progetto “Guide Junior”, che mira ad offrire ai giovani locali l’opportunità di sostenere occasioni partecipative ai processi di sviluppo del proprio territorio, conoscendo le sue ricchezze. Guardando il territorio con occhi nuovi, i giovani potranno proiettarsi in un futuro in quei luoghi, provando in parte ad ostacolare il fenomeno di spopolamento di cui soffre il territorio del nostro Appennino. L’obiettivo di “Guide junior” è stato quello di innescare un senso di appartenenza e di riappropriarsi dello spazio in cui si vive. A parlarci più nello specifico del progetto è la coordinatrice Elisa Bortolin, progettista e insegnante di teatro, che collabora con vari enti locali per creare progetti in grado di stimolare la vita culturale nell’Appennino.
Come nasce l’idea del progetto?
Il progetto nasce grazie a Think big, con cui la Fondazione Cariparma e l’associazione Libera Università dell’Educare (LUdE) si rivolgono ai giovani che vivono, lavorano o studiano a Parma per finanziare le loro idee e aiutarli a realizzarle. Nel 2019 il bando promosso da Think big è stato vinto dall’Associazione Appennino Ritrovato con il progetto Guide junior, che grazie a questo finanziamento, è riuscito a mettere in atto il suo programma. L’idea è stata quella di trasmettere alle nuove generazioni le ricchezze naturalistiche e storico-culturali del territorio in cui vivono, in modo da scoprire un domani le disponibilità anche lavorative del posto. Trasferendomi dalla città all’Appennino, mi sono resa conto di quante ricchezze e di quante possibilità ci sono in questi luoghi. Quando arriva il momento della scelta degli studi, spesso i giovani tendono ad abbandonarli, credendo che in Appennino non vi siano opportunità. In questo progetto, invece, abbiamo voluto istruire i giovani del posto nel quale sono, sul patrimonio sia naturalistico che storico-culturale che offre.
In che modo sono stati coinvolti e preparati i ragazzi al progetto?
Le guide abilitate AIGAE hanno collaborato con l’istituto scolastico di riferimento. Nelle ore di scienze sono stati approfonditi gli aspetti naturalistici, nelle ore di storia argomenti storici, ma le nostre lezioni non sono solo frontali in aula. Il progetto si fonda, infatti, sull’apprendimento esperienziale e la didattica attiva sul posto per vedere e vivere il territorio. Il territorio lo si capisce guardandolo, non solo studiandolo sui libri. Questo rende tutto molto più coinvolgente per i ragazzi e fa in modo che apprendono con più interesse. Ritengo che ciò che si impara apprendendolo con il proprio corpo rimanga più impresso. Durante il periodo scolastico i ragazzi hanno avuto una formazione dalle guide su nozioni naturalistiche, storiche e culturali. In parallelo sono state fatte delle lezioni di public speaking a teatro per imparare a parlare in pubblico. Alla fine dell’anno, durante l’estate, è stato creato un calendario di escursioni con la presenza di guide adulte abilitate in cui i ragazzi facevano il mestiere della guida, conducendo e spiegando ai turisti i luoghi.
Quali sono le bellezze da scoprire e da valorizzare dell’Appennino?
Noi siamo partiti da un concetto molto semplice: la bellezza è ovunque, basta sapersi educare ad essa. E’ fondamentale aprire gli occhi e guardarsi attorno anche nelle piccole cose. Siamo fortunati, il nostro territorio è bellissimo. A Corchia ad esempio, vi è un percorso escursionistico alla scoperta delle miniere, dove all’interno di esse, vivono diverse specie di pipistrelli. Questo ha stupito molto i ragazzi sulla ricchezza e biodiversità del territorio, così come il pellegrinaggio internazionale annuale per la via Francigena, che attraversa il borgo di Berceto. Occorre fare più attenzione ai luoghi che si visitano quotidianamente e vederli con occhi diversi, quasi come se non li avessimo mai visti prima. Proprio per questa ragione, quando il progetto è approdato al Liceo G.D. Romagnosi Parma, abbiamo deciso di fare un’escursione con i ragazzi alla scoperta del Lungoparma, riscoprendo la flora e la fauna proprie della città.
Il progetto ha contribuito a fare sentire le giovani guide parti integranti del territorio e ad aumentare la loro consapevolezza dell’importanza di valorizzare e tutelare il proprio territorio?
Spero di si, i ragazzi sono orgogliosi ed entusiasti di aver fatto parte al progetto. Per me è importante trasmettere nozioni in modo diverso dalla solita didattica perchè si può imparare in un altro modo. In un periodo in cui i giovani vengono considerati essere privi di entusiasmo e motivazione, credo che sia necessario mostrare che si possa apprendere con gioia ed entusiasmo. Incuriosire i ragazzi mostrando loro il territorio circostante rende tutto molto più stimolante e questo si percepisce.
Come si può ampliare il vostro progetto su altre realtà? Avete già in mente qualcosa?
Il progetto ha già dimostrato che si può ampliare e diffondere ovunque, infatti dopo l’avvio del progetto pilota a Berceto nel 2020/2021 lo scorso anno scolastico, è stato replicato a Corniglio (PR), a Bibbiano (RE) e al Liceo Classico G.D.Romagnosi. A livello locale quest’anno ci stiamo muovendo per una collaborazione con l’istituto turistico di Salsomaggiore, per promuovere una sezione turistica dedicata alla formazione guide junior. Mentre per chi volesse in altri territori chiedo solamente di usare il nostro logo di “guide junior” e passare attraverso i nostri canali pubblicitari per promuovere l’iniziativa.
Valorizzare la montagna: che contributo possono dare le nuove generazioni?
Restandoci e aprendo gli occhi sulle ricchezze che hanno. La nostra comunità è ricca, a pochi passi da casa, infatti, si ha un territorio di un valore inestimabile, bisogna solo vederlo. E’ fondamentale inoltre sfatare questa idea di “scomodità” dell’ Appennino perchè è tutto vicino e raggiungibile comodamente. Restare e fare, è questa la chiave.