Alle 14.30 del 13 novembre 1979 il duplice boato fece sussultare tutta la città: Parma oggi ricorda le 21 vittime dello scoppio del Cattani
Quarant’anni fa, il 13 novembre 1979, un duplice boato scosse la città di Parma: in pochi secondi l’ala est del Padiglione Cattani crollò su se stessa, lasciando solo un cumulo di macerie. Una tragedia che costò la vita a 21 persone – molti dei quali degenti e ospiti del reparto di CardioChirurgia – e che ancora oggi è impressa nei ricordi di molti parmigiani. All’esterno dell’attuale padiglione, oggi, si trova una stele commemorativa con impressi i nomi delle vittime e nel loro ricordo è stato anche creato un piccolo bosco con ventun piante. A determinare lo scoppio – in un processo infinito su cui ancora oggi qualcuno nutre dubbi – sarebbe stata una bombola installata in maniera non corretta nel reparto di Cardiochirurgia.
A crollare furono il reparto di CardioChirurgia e quello di Gastroenterologia: fin da subito i soccorsi si attivarono nella ricerca delle persone scomparse, sotto la pioggia e con l’aiuto di lampade fotoelettriche. Tre donne vennero estratte ancora vive dalle macerie, mentre per altre ventuno non ci fu niente da fare. Negli anni sono numerose le testimonianze di medici ed infermieri sopravvissuti al crollo: chi è miracolosamente rimasto sul cornicione, a un passo dal vuoto; chi sulle scale, mentre il reparto a fianco crollava; chi nel corridoio, a pochi metri dall’ambulatorio che aveva lasciato qualche minuto prima e che ora non c’era più.
Le ipotesi sull’accaduto e quel processo “senza colpevoli”
Allo scoppio del Cattani sono seguiti cinque processi, ma nessun colpevole. Le ipotesi dello scoppio – ufficiali e ufficiose – sono state molteplici per poi concordate tutte sulla bombola d’ossigeno installata male: i gas si sarebbero mischiati ai vapori della sala operatoria provocando l’esplosione. Una causa che, ancora oggi, provoca pareri discordanti anche da parte di chi ha assistito allo scoppio. L’iter giudiziario ebbe inizio nel 1983 al Tribunale di Parma con la condanna di Ferdinando Lannutti, presidente dell’Ospedale; Giovanni Condorelli, capo dell’ufficio tecnico; Francesco Fesani, direttore della CardioChirurgia; Sergio Contini, responsabile della macchina cuore-polmone ed Ermanno Minardi, direttore sanitario. Nel 1985 la Corte d’Appello di Bologna ribalta la sentenza del Tribunale: nella bombola, infatti, non sarebbe stato presente l’Oxico – il gas ossigenante per gli interventi chirurgici – ma un gas esplosivo. Tre anni dopo gli imputati sono assolti per “non aver commesso il fatto“; come responsabile è stata indicata la ditta di Verona che produceva le bombole e che aveva effettuato un caricamento di gas errato.
Rimaneva comunque da spiegare la presenza di gas esplosivo: uno scambio di bombole? Un errore di caricamento? Il caso torno allora alla Procura della Repubblica di Parma che apre un’inchiesta su tre dirigenti della ditta veronese – Renzo Vaiani, Sergio Arduini e Radames Bernasconi – che si occupavano del controllo delle bombole e che erano chiamati a rispondere di omicidio colposo e disastro colposo. Nel 1991 anche loro furono assolti per mancanza di prove. La sentenza finale del Tribunale di Bologna, nel gennaio 1994 recita: “La conclusione cui devesi logicamente pervenire è che manca la prova che la detonazione che provocò il crollo dell’ala est dell’Ospedale Cattani di Parma, sia stata causata da una bombola contenente miscela esplosiva a cause della esiguità dei reperti o lacunosa raccolta di reperti utili e della non univocità degli stessi, sotto l’aspetto tecnico, come ampiamente dimostrato attraverso le supposte considerazioni; sia inoltre dell’assenza di testimoni. A ben vedere tutto si incentra sui risultati degli esami metallografici eseguiti su pochi e non significativi spezzoni di una bombola esplosa e sulle pareti di un piccolo foro della bombola, integra, presentanti tracce di fusione“. Nessun colpevole e molti dubbi.
Le ventun vittime
- Aimi Angela
- Armagni Giancarla
- Baseggio Giuseppina
- Bertolini Primo
- Capedri Roberto
- Cervi Anselmo
- Dall’Aglio Lina
- Dametti Guido
- Lamagni Teresa
- Marchiani Torquato
- Merlini Rossana
- Mosa Rosa
- Orlandini Maurina
- Quadri Pier Lorenzo
- Rizzini Ernesta
- Rossetti Andrea
- Terzi Marisa
- Vecchi Giovanni
- Vecchi Lorenza
- Villani Patrizia
- Vitali Giuseppe
Foto Credits: Giovanni Ferraguti