Si tratta di un quartiere piuttosto popoloso, a nord del centro storico di Parma, conosciuto per la sua varietà commerciale, per la forte connotazione sociale ma anche per la multietnicità. E soprattutto per gli interventi di riqualificazione, compiuti o discussi, degli ultimi anni. San Leonardo è per questo uno dei quartieri più particolari della città, in cui concentra molta attenzione chi vuole immaginare la Parma del futuro. Si pensi ad esempio all’affermazione del delegato alla Legalità nella giunta Guerra Daniele Stefanì, che ha comunicato che il Comune partirà proprio dal quartiere San Leonardo per portare sicurezza alla città e senso di comunità nei quartieri.
Per capire il pensiero di chi il quartiere lo vive ogni giorno, abbiamo chiesto ad Andrea Maestri di “Manifesto per San Leonardo” di descrivere, valorizzare, commentare o criticare il quartiere e soprattuto la gestione della zona da parte dell’amministrazione. Ciò che appare dalle sue parole è che ancora ci sono moltissime questioni aperte sul San Leonardo: dall’incuria allo spaccio, al traffico alla povertà sociale. Tantissime potenzialità risiedono nell’edificio della ex Bormioli, dove si potrebbe estendere il Museo del Vetro a Centro socio-culturale attrattivo per tutta la città; oppure nel Parco Nord, il cui progetto riqualificativo, condiviso e partecipato, aspetterebbe solo di essere attuato. Ma il quartiere San Leonardo, spiega Andrea Maestri, potrebbe fare da traino anche per la svolta ecologica dell’intera Parma, diventando il nuovo “Distretto green” ducale.
Quali sono le principali problematiche che quartiere San Leonardo si trova ad affrontare?
Tante, troppe sono le questioni ancora aperte e le criticità presenti nel Quartiere San Leonardo e Cortile San Martino: dal verde all’inquinamento ambientale, le isole di calore, dalle zone 30 alle piste ciclabili e al traffico parassitario, dalla sicurezza al degrado (incuria, sporcizia…), dal disagio sociale alla povertà, dal commercio alla socialità. Sono criticità socio-ambientali che richiedono attenzione per poter dare adeguate risposte ad una periferia che merita particolare impegno da parte di tutti per diventare o ritornare ad essere bella e vivibile. Una sfida per la nuova amministrazione, che non potrà risolversi con le sole progettualità in corso, di cui sentiamo parlare da anni e che sono ancora in attesa di realizzazione come ad esempio Parco Nord, Parco Via Verona, Wopa… ma che diamo per assodate.
Come abbiamo più volte ripetuto crediamo che sia necessario un approccio globale al quartiere con interventi specifici che siano parte di una visione complessiva, senza limitarsi ad interventi spot; ne c’è bisogno di “Gated communities”, luoghi protetti caratterizzati da bellezza, prestigio e sicurezza ma che lasciano all’esterno degrado e abbandono.
C’è bisogno di pensarlo guardando all’ambiente con alberi, percorsi verdi, ciclabili dignitose, guardando alla diversità di funzioni anche pubbliche ed alle relazioni sociali. Non solo centri commerciali e residenze, ma una pluralità di azioni, quindi, per una nuova centralità: la rinascita di piccoli negozi (anche temporary shop), prevedendo anche altre funzioni potenzialmente catalizzatrici come ad esempio l’ex-cinema Trento, la collocazione di un nuovo plesso scolastico o la sede di una facoltà universitaria. Attivando anche partenership Comune/Associazioni di Categoria per rendere maggiormente attrattivi i “luoghi” del Quartiere anche attraverso iniziative “sociali” (ad esempio feste di quartiere sospese da alcuni anni).
Sono tante le piccole ma concrete azioni che si potrebbero organizzare: totem per comunicazione/promozione, apertura di uno sportello anche temporaneo di consulenza, installazioni di bacheche elettroniche e luoghi pubblici per comunicazioni come attività teatrali, sportive, eventi culturali. Un nuovo arredo urbano anche come spazio espositivo delle produzioni tipiche come il vetro o i profumi, sito web San Leonardo, San Leonardo Card. Spazi espositivi, di degustazione o di ristoro con prodotti tipici per creare un percorso da periferia a centro città.
Il San Leonardo, grazie anche a uno sportello per Green Economy, viste le tante possibilità di rigenerazione eco-sostenibile, potrebbe diventare il nuovo “Distretto green”. Rendere più facile la fruizione e valorizzare le eccellenze del territorio per sviluppare e creare così fiducia nei residenti e non, stimolando la frequentazione a funzioni, orari diversi.
Occorre generare una nuova “connessione” urbana contribuendo allo sviluppo del territorio e caratterizzandosi come elemento di coesione e di relazione sia per la comunità stessa sia per i visitatori e utenti esterni al quartiere.
Troppo lungo sarebbe qui riproporvi tutte le lettere che negli anni abbiamo inviato alle Istituzioni, agli Organi di Informazione, alle Associazioni di Categoria: per questo abbiamo creato una mappa (https://www.google.com/maps/d/edit) dove si può trovare un elenco, non esaustivo, ma sufficientemente esplicativo. Oppure si può consultare la nostra pagina facebook Manifesto per San Leonardo.
Daniele Stefanì, delegato alla Legalità nella giunta Guerra, ha affermato che il Comune partirà dal quartiere San Leonardo per portare sicurezza alla città. Crede che lo spaccio sia il problema principale del quartiere? Ha potuto raccogliere le testimonianze dei residenti?
Da anni gli abitanti del nostro quartiere non smettono di segnalare la grave situazione di degrado e insicurezza, non solo “percepita” come spesso sostenuto dalle Istituzioni. Solo durante il periodo di pieno lockdown, abbiamo visto un calo di presenza degli spacciatori dovuto alle normative imposte.
E oggi, purtroppo, il fenomeno dello spaccio, e non solo, è ripreso con forza nelle stesse e in nuove zone come via S. Leonardo, via De Ambris, via Rastelli, via Venezia, Parco via Verona, Parco Nord, solo per citarne alcune, rendendo problematico anche il solo rientro alla propria abitazione con il primo buio anche in strade principali come via Trento e via S. Leonardo.
Sappiamo che il problema è complesso e che è necessario affrontare la questione lavorando su più e diversi fronti: dai giovani ai luoghi educativi, dalla socialità, dalla partecipazione, dalle relazioni.
Non solo Forze dell’Ordine, necessarie e con attività di sempre maggiore efficienza, ma anche strategie e sinergie. Esistono norme che dovrebbero e potrebbero impedire lo stazionamento degli spacciatori, si possono (finalmente) applicare (vedi regolamento comunale di Polizia Urbana)? Non si potrebbero mettere delle restrizioni o dei controlli nei confronti dei consumatori che scoraggino l’acquisto in aree urbane? I controlli serratissimi delle Forze dell’Ordine durante la pandemia hanno causato molte difficoltà a chi voleva vendere e/o acquistare la droga su strada. Come potrebbe essere utilizzata allora l’esperienza dei controlli dovuti alla pandemia con il controllo costante del territorio? Per esempio sui controlli degli affitti in nero?
Soluzioni come i Vigili di Quartiere e/o Presidi (come quello fallimentare sperimentato in Piazzale Rastelli) o Street Tutor sono interventi minimalistici. Occorre presidiare e avere il controllo del Territorio, altrimenti sarà un assist per il libero spaccio.
Che interventi vi aspettate dall’Amministrazione e con che priorità di tempistiche?
Come abbiamo fatto in passato, pur prendendo primi contatti con gli assessorati, abbiamo atteso alcuni mesi dall’insediamento della nuova Giunta per dare tempo necessario ad approfondire con uno sguardo dalla cabina di comando. Ci sono chiare la complessità della macchina amministrativa e le difficoltà emerse negli ultimi mesi, ma è altrettanto evidente la necessità di fare presto, se non vogliamo perdere una parte della città.
Come già accennato, ci sono interventi già progettati e finanziati per i quali è necessario dare immediata attuazione:
– Parco Nord (progetto partecipativo concluso e fondi disponibili)
– Parco dei Vecchi Mulini (progetto partecipativo concluso e fondi da privati)
– l’avvio del processo partecipativo sul Parco dei Vetrai
– la conclusione dei lavori del Wopa.
Nondimeno, ci aspettiamo un controllo urbanistico del territorio attraverso Stu Stazione e azioni di “moral suasion” su RFI (es. barriere treni) o ANAS (es. barriere tangenziale nord) o BRF PROPERTY (per area ex Bormioli) nonché il rispetto di normative come “Un Albero per ogni nato” e il “Bilancio Arboreo”.
Ma è il momento di dare una svolta anche attraverso delle “sperimentazioni” come possono essere le “Zone 30”, strade scolastiche, commercio di vicinato che diano agli abitanti la percezione di un “cambiamento epocale”.
Inoltre sono tanti gli esempi concreti di come sia possibile e opportuno cogliere tutte le occasioni per la concretizzazione di quella che viene definita “cultura diffusa” anche nelle periferie. Da sempre riteniamo che la realizzazione di eventi culturali di “strada”, così come il recupero delle installazioni artistiche, delle sculture, dei monumenti, dei reperti del passato, degli edifici storici (industriali e non), la riscoperta delle chiese possano essere un “sentiero” da percorrere per il nostro territorio anche in un’ottica di turismo culturale sostenibile.
Ma anche qui i nostri Quartieri risultano “tagliati fuori”. Bisogna fare presto!
Reperto dell’architettura industriale di fine Ottocento, l’edificio dell’ex Bormioli è un luogo adesso inutilizzato. Dal suo punto di vista come si potrebbe utilizzare questo spazio?
La Ex – Bormioli almeno per la parte ex pubblica, ossia quella che storicamente è il centro simbolico dell’intero comparto nord della città, deve tornare ad essere il “cuore” del nostro quartiere, da cui partire oggi per un rilancio compiuto ed organico.
Per questo sarebbe importante la realizzazione del Museo del Vetro esteso in Centro socio-culturale, sulla base dell’idea progettuale elaborata dal Tavolo Cultura San Leonardo.
Potrebbe diventare, insieme alla realizzazione negli stessi luoghi di una Biblioteca Pubblica di quartiere, la Piazza “Centrale” che non abbiamo mai avuto, un luogo di aggregazione significativo.
Ma non solo: abbiamo proposto la realizzazione di un nuovo edificio scolastico nel restante comparto ex-Bormioli, nell’area attualmente interamente destinata ad Edilizia Privata Residenziale. La realizzazione non solo di edifici residenziali ma anche di “strutture” e “funzioni” di pubblici servizi, con spazi giochi e bosco urbano creerebbe nuove “relazioni” e sanerebbe la ferita di questo cantiere ormai aperto da oltre 10 anni, consentendo anche l’interramento dell’elettrodotto.
Mai come oggi risulta fondamentale porre l’attenzione al riuso e alla rivitalizzazione di aree industriali dismesse al fine di salvaguardare il “suolo” e di conseguenza ri-generare relazioni.
La partecipazione dei cittadini e l’ascolto delle istanze del San Leonardo sono tenuti in considerazione dall’Amministrazione? Si potrebbe fare di più? Se sì, avete proposte?
Rinnoviamo l’esigenza dei cittadini di essere coinvolti e resi partecipi delle scelte che verranno fatte per il San Leonardo/Parma Nord con rinnovate forme di partecipazione che superino quella esistente con gli attuali CCV.
Le esperienze di collaborazione e di condivisione fatte da associazioni/parrocchie/gruppi/singoli che nel corso degli scorsi anni hanno voluto e saputo creare RETE, condividendo un’idea evoluta di benessere che si realizza nella partecipazione attiva alla vita della Comunità, hanno dimostrato come sia possibile non solo darsi una mano e costruire le basi per un nuovo modo di sentire il quartiere, ma anche di poter essere interlocutori credibili ed affidabili nella costruzione condivisa della città nuova.