In seguito alla dominazione dei franchi fino al XII secolo, Parma divenne un libero comune, amministrato da un podestà e da un capitano del popolo. Nel 1160 Federico Barbarossa sottomise i Parmigiani, ma in seguito fu sconfitto dalla Lega Lombarda e la Pace di Costanza ristabilì l’autonomia cittadina. Nella lunga guerra civile tra Guelfi (fedeli al papa) e Ghibellini (fedeli all’imperatore), la città è prima ghibellina, in seguito guelfa. Salvo un periodo in cui il potere passa ad Ottobuono de Terzi, rimane sotto dominazione straniera dal 1346 al 1447, nelle mani dei Visconti di Milano.

Proprio in questi anni, per la precisione il 3 settembre 1402, muore Gian Galeazzo Visconti, figlio di Barnabò Visconti e primo Duca di Milano, inaugurando nei territori dell’Italia settentrionale una lunga stagione di instabilità politica destinata a durare per vent’anni. Il testamento prevedeva la divisione in due parti dei territori del Ducato, la prima sarebbe andata al primogenito Giovanni Maria e comprendeva Milano con Lodi e le provincie centrali, tra cui Lodi, Crema e Parma, al secondogenito Filippo Maria invece sarebbero toccate le provincie ‘’ esterne’’ tra cui Verona, Pavia, Vicenza…

Fin da subito, l’aristocrazia parmense non aveva fatto mancare il proprio contributo alla disgregazione dell’autorità locale, il povero Gian Galeazzo non aveva ancora messo piede nella tomba che il 4 settembre Ludovico da Palù si impadroniva di Antesica e dopo qualche giorno occupa Neviano degli Arduini, massacrando il presidio visconteo e compiendo scorrerie nei territori circostanti, sfidando apertamente Giovanni Maria e costringendolo ad intervenire. Neviano fu riconquistata dai ducali, Ludovico si salvò fuggendo, ma si trattava di un ‘’pesce piccolo’’ dietro i Palù infatti, si iniziava a scorgere l’ombra dei Da Correggio e dei Rossi, i due casati Guelfi più potenti di Parma, dietro le quinte cominciavano ad attivarsi i vasti nodi della rete guelfa facente capo a Firenze.

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