Michele Guerra, candidato della coalizione di centro sinistra “Uniti vince Parma” si prepara alla sfida finale del ballottaggio con Pietro Vignali. Il 44,18% del primo turno segna un distacco di circa 20 punti percentuali dal candidato del centrodestra. A ciò si aggiungono le dichiarazioni di voto di Europa Verde, che ha invitato i suoi elettori a scegliere Michele Guerra, e quelle di Civiltà Parmigiana ed Azione che hanno invece indirizzato i propri elettori a non votare Vignali. Domenica urne aperte fino alle 23.00 per l’elezione del nuovo Sindaco di Parma.

Abbiamo posto a Michele Guerra, dieci domande in vista della sfida finale: dieci punti su cui Parma ha bisogno di investire per il futuro, dalla mobilità alla cultura, ma anche commercio e sport.

Qual è la prima azione che dovrà fare il nuovo sindaco di Parma? Indicativamente nei primi sei mesi di governo, cioè la necessità più grande che ha oggi la città?

Nei primi sei mesi di governo bisognerà farne più di una, ne dico tre. La prima è la task force sul PNRR, cioè costruire la squadra che dovrà da qui al 2026 portare a termine i progetti. Poi dobbiamo immediatamente fare una mappatura dei servizi di welfare e intervenire con grande forza sul loro potenziamento. Il terzo tema riguarda la sicurezza: dovremo subito ad un potenziamento del corpo di Polizia Locale, ma soprattutto dialogare con le Forze dell’Ordine per cominciare a capire come fronteggiare quello che in campagna elettorale è uscito come il primo tema che la città sente. Se posso aggiungerne un quarto, mettere immediatamente mano al potenziamento del trasporto pubblico locale, perché nei prossimi cinque anni vogliamo fare in modo che l’uso dell’auto privata diventi meno conveniente di quanto non sia muoversi con il trasporto pubblico.

La pandemia ma non solo quella ha portato, ma la chiusura di alcuni teatri in città, penso al centro del vicolo teatro Pezzani per fare due nomi. E poi c’è anche una situazione parallela che è quella invece dei teatri che non sono stati mai aperti, Teatro dei dialetti, uno su tutti su cui è arrivato, tra l’altro un finanziamento recente. E come pensate di rivitalizzare questa parte della cultura, cioè il mondo del teatro?

Quando noi parliamo di teatro a Parma dobbiamo sempre essere consapevoli che si sta parlando di un grande sistema: il Teatro Regio come grande teatro di tradizione, tempio dell’opera; il Teatro Due per la prosa; il Lenz come il teatro sperimentale; il Teatro del Cerchio che lavora sull’infanzia; il Teatro Europa che lavora su forme di sperimentazione collegate alla danza e non solo. Il Teatro del Vicolo fa parte di un complesso, quello delle serre Petitot, che deve essere completamente riqualificato, anche in un dialogo con i privati. Il Teatro Pezzani è della Diocesi: ha bisogno di lavori e quindi bisogna che la Diocesi, magari con il contributo anche di altre realtà, ne valuti la riqualificazione. Il Teatro dei Dialetti ha lo stesso palco e la stessa torre scenica del Regio, oltre che un numero di posti altissimo e soprattutto dei costi vivi stimati sui 300.000 euro. Il Comune di Parma ha fatto bene ad accendere il mutuo, che permetterà di portare a compimento l’opera.

Come riqualificare Piazza Ghiaia?

Sicuramente oggi Piazza Ghiaia è un esempio di non di riqualificazione, ma di dequalificazione: era un mercato e un’area che aveva dentro di sé una componente identitaria strepitosa, raccontava la storia della città, del nostro dialetto, del modo di interagire a livello anche di attività economiche. Credo che si debba tornare lì: è il momento di ripensare in Ghiaia un mercato alimentare come era un tempo, fatto anche in una collaborazione pubblico-privata che ovviamente deve caratterizzare quell’area. Con il Ponte Romano ristrutturato, Borgo Romagnosi, la Cavallerizza e il nuovo ingresso della Palatina si può pensare anche di allargare il distretto. Altra cosa molto importante il tema del parcheggio della Ghiaia, che deve essere recuperato ed accessibile a tutti, anche se all’interno dei varchi e della ZTL.

Fiere di Parma, come rilanciare il comparto?

Le Fiere di Parma sono un asset fondamentale per la città. La relazione con Milano ha preoccupato i nostri concittadini che pensavano si volessero portare via le fiere da Parma. È, invece, un rapporto sul quale dobbiamo scommettere per allargare, implementare e rendere più forti le nostre fiere. Va poi realizzata una viabilità migliore e più funzionale con un casello autostradale che permetta all’uscita direttamente alle fiere di Parma. Nel lungo termine c’è anche la questione della fermata dell’Alta Velocità: il Comune deve essere in prima fila, con il comparto industriale della città, quindi la Regione su cui già sappiamo di poter contare, e poi il Ministero delle Infrastrutture e RFI come interlocutori. Altro snodo importante è quello dell’interconnessione che permetta di avere almeno tre coppie di treni che colleghino su ferro Parma a quelli che sono i centri più importanti del Paese.

Sul tema della disabilità, in particolare sulla gestione di una rete di welfare che coinvolga le realtà associazionistiche, che progetti avete?

Abbiamo lavorato molto con le associazioni, costruendo anche nelle nostre liste percorsi sulla politica della disabilità. Accessibilità non vuol dire soltanto riuscire finalmente ad abbattere tutte le questioni legate alle barriere architettoniche, quindi rendere una città perfettamente fruibile dai disabili motori. Accessibilità vuol dire lavorare anche sulle altre forme di disabilità per permettere alla città di Parma di essere davvero inclusiva, nel senso più alto di questo termine. Ci siamo presi l’impegno di strutturare la figura del Disability Manager, riconoscibile nell’organigramma del Comune e alle dirette dipendenze dell’Ufficio del sindaco, in modo che possa sviluppare un’azione trasversale che abbia a che fare certamente con il welfare, ma che gli permetta allo stesso modo di lavorare su altri settori, ambiente, mobilità educativi, cultura, turismo.

Scuole e asili, come si possono ridurre le liste d’attesa?

Le liste d’attesa esistono. Poi a scorrimento i numeri diminuiscono, ma rimangono alcune centinaia di bambini fuori dalle strutture e quindi bisogna intervenire. Noi ci siamo impegnati, grazie ai finanziamenti del PNRR, a costruire due nuove strutture per un totale di 160 posti tra nidi e scuole d’infanzia. E questo permetterà già abbattere quelli che sono i numeri delle liste d’attesa. Dobbiamo anche lavorare a forme di convenzioni con il sistema privato e con gli asili aziendali. Infine andare a lavorare sulle rette, con una politica per le famiglie che riesca a sgravare i costi vivi delle rette.

Le prime tre azioni per riqualificare il tessuto commerciale di Parma

Prima di tutto bisogna fare squadra con le associazioni di categoria. Oggi sappiamo che sul Centro Storico bisogna migliorare l’accessibilità: bisogna lavorare sui parcheggi, con il recupero del parcheggio della Ghiaia e una migliore segnalazione di quello del DUC e del parcheggio Repubblica. Poi azioni di sgravio sulle righe blu, per aumentare il tempo di sosta gratuita e la contrattazione con i gestori dei parcheggi privati per tariffe calmierate soprattutto nella prima ora. Dobbiamo investire risorse, almeno mezzo milione di euro, in bandi legati alla nuova imprenditorialità e alle attività storiche legate al piccolo commercio di prossimità. C’è poi la “No Tax Area” che il Consiglio Comunale ha approvato e che credo sia un tema da portare avanti, a cui va aggiunto anche il plateatico e i dehors a prezzi ridotti. Infine c’è il tema del decoro, che passa anche da una raccolta di rifiuti con tempi più brevi e più puntualità: bisogna sedersi al tavolo con la multiutility per studiare un nuovo sistema di rotazione, specie in alcuni quartieri. C’è poi il tema dei negozi sfitti, dove bisogna dialogare con i proprietari per la riqualificazione; e quello delle pedonalizzazione, che ci chiedono in tante vie anche in modo sperimentale.

Incentivare la mobilità sostenibile e l’utilizzo della bicicletta è possibile, ma serve implementare la rete ciclabile. Come intendete muovervi in questo senso anche per collegare la città alle frazioni?

Questo è un tema per noi molto importante: è vero che Parma ha investito molto sulle piste ciclabili – oggi sono 160 i chilometri di piste ciclabili nella nostra città – però le piste ciclabili hanno bisogno di grande manutenzione. Abbiamo in programma altri 60 km di piste ciclabili, lavorando principalmente sulle “cuciture” urbane, e sui collegamenti con le frazioni. Sul tema del cicloturismo, dovremmo lavorare con altri Comuni per fare in modo che si possano pensare percorsi che colleghino Parma anche ad altri territori, come la ciclabile verso la Reggia di Colorno.

Come pensate di riqualificare il palazzetto dello sport? Potrà essere utilizzato anche per i grandi eventi?

Deve essere assolutamente recuperato. Bisogna intervenire con molta decisione. Sono già a bilancio comunale alcuni milioni di euro per la riqualificazione del palazzetto, altri arrivano dal PNRR, quindi riusciremo a restituire questo spazio alla città, sia nella sua funzione sportiva che in quella artistico culturale. Un’altra struttura su cui dobbiamo intervenire con grande urgenza è la piscina di via Zarotto: ci siamo impegnati a fare in modo che possa tornare praticabile, nel prossimo autunno, per i nuotatori. Sappiamo che è un impegno forte e che avrà bisogno comunque anche di altre azioni di riqualificazione che potremmo cercare di fare senza chiuderla.

Come sarà composta la sua squadra di governo? Ha già qualche nome? Ci saranno nuovi assessorati?

Di legge per i comuni con un numero di abitanti come Parma, il numero di assessori è massimo nove. La squadra è qualcosa a cui penso quotidianamente, ma ora l’obiettivo è quello di arrivare al ballottaggio, concentrati unicamente sul risultato elettorale. Dopo un buon primo turno dobbiamo tenere la stessa tensione che ci ha permesso di lavorare bene. La cosa che posso dire è che vorrei unificare l’ambito del welfare con quello sanitario, con un assessore che avrà la responsabilità di lavorare sul sistema sociale e soprattutto sul potenziamento del nostro ospedale affinché torni ad essere riconosciuto, anche dal punto di vista degli investimenti, come quella l’eccellenza che è. Poi c’è il grande tema delle Case di Comunità e della medicina di prossimità. Avremo bisogno di una forte regia del Comune e questo per noi sarà un assessorato cruciale e strategico.