La Coldiretti (Confederazione nazionale dei coltivatori diretti) si esprime chiaramente: è allarme per le eccellenze gastronomiche della Pianura Padana, che ospita inoltre metà dell’allevamento nazionale. La siccità del centro nord mette a rischio 1/3 delle produzioni, portando circa 300mila tra aziende agricole e allevamenti in difficoltà. La dieta mediterranea potrebbe così subire un brusco cambiamento, a causa della situazione critica per i suoi alimenti base: la scarsità di mais per alimentare gli animali impatta la produzione delle specialità Parmigiano Reggiano, prosciutto di Parma e Culatello di Zibello, mentre quella del grano duro minaccia la pasta alla salsa di pomodoro. Grave anche il danno alle coltivazioni di riso, che subiranno una riduzione di 8mila ettari, al minimo da 30 anni.
Coldiretti evidenzia che la condizione è causata dalla siccità del 2022, anno in cui il nord ha affrontato un deficit idrico del 40% rispetto alla media storica delle precipitazioni, e la situazione non sembra migliorare. Il fiume Po è a secco e in certi punti si ritrova addirittura a -3,2 metri sotto allo zero idrometrico: le rive sono ridotte a spiagge, come in estate. Ma il problema non affligge soltanto il Po, anzi: tutti i corsi d’acqua del settentrione sono in difficoltà, e i grandi laghi non sono da meno, con il lago di Garda riempito solo al 38% e il Maggiore al 40%; tra Alpi e Appennini la situazione non promette bene, poiché la poca neve di adesso significherà più tardi meno acqua nei corpi idrici.
La neve serve però anche a proteggere i terreni e ad assicurarne la buona resa, e non va dimenticato che “l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell’intero settore alimentare“, come sottolinea Ettore Prandini, presidente della Coldiretti, aggiungendo che “gli agricoltori sono impegnati a promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idrogeologico-esigenti“, rimarcando poi l’importanza di realizzare il piano invasi per contrastare la siccità e aumentare la raccolta di acqua piovana con una serie di interventi pronti a essere messi in atto.