Affetto, gioia, amicizia tra bambini: all’Ospedale di Vaio il progetto “La Gioia del donare”

Scatoloni pieni di giocattoli sono arrivati all’Ospedale di Vaio: a donarli i bambini della scuola dell’infanzia di Castell’Arquato nell’ambito del progetto “La gioia di donare”. I doni dei bambini sono stati consegnati ai piccoli pazienti della Pediatria di Fidenza: sono bambole, macchinine e trattori, ma peluche colorati, e ancora  libricini, puzzle, matite. Giochi che ciascun bimbo ha preso dalla propria cameretta e ha scelto di regalare: non certo il giocattolo più brutto, finito nel cassetto e mai usato, ma quello bello, magari anche un po’ rovinato, ma che davvero esprime appieno il significato del dono.

Donare è gioia“, afferma la maestra Pinuccia Lepori, ideatrice dell’iniziativa, subito condivisa dalla dirigente scolastica Deanna Bussandri e realizzata insieme a tutte le  maestre. “Lo hanno imparato bene i nostri bimbi – prosegue – che, grazie all’aiuto dei loro genitori, hanno saputo rinunciare con il sorriso a qualcosa per loro di prezioso, con l’intento di far felice un altro bimbo. Abbiamo lavorato in classe per spiegare in modo semplice e intuitivo l’importanza della solidarietà, dell’altruismo e insieme abbiamo ragionato per decidere a chi destinare i doni. In un primo momento abbiamo pensato ai tanti bimbi poveri e senza famiglia che si vedono al telegiornale, per arrivare poi ad una realtà a noi più vicina: quella dei bambini che per motivi di salute devono stare in ospedale”.

Elena Saccenti e Giuseppina Frattini, direttore generale e direttore sanitario dell’AUSL, insieme a Pier Luigi Bacchini, direttore dell’U.O. di Pediatria dell’Ospedale di Vaio, hanno ringraziato maestre, genitori e soprattutto i piccoli alunni della scuola dell’infanzia di Castell’Arquato, per la loro generosità disinteressata, che è di insegnamento ai grandi. “Ringrazio di cuore i bambini – afferma Elena Saccenti – perché con questa donazione hanno compiuto un gesto molto significativo e di grande attenzione per chi attraversa un momento di difficoltà e che quindi deve venire in ospedale. Un grazie alle maestre che hanno pensato a questo progetto“.

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