Un piccolo salto in quella che da realtà terrificante, si è rivelata essere una magia fatta di cura, di gentilezza, di cuori puri.

Ormai a tutti è nota la tragedia avvenuta a causa dell’alluvione che nel mese di maggio ha colpito diversi territori dell’Emilia-Romagna. Un’ulteriore prova che il vero potere è tutto nelle “mani” della natura. Non c’è stata allerta o precauzione che potesse, come direbbero i romagnoli, “reggere il botto”. Molte famiglie si sono ritrovate, in poche ore, letteralmente senza casa, oppure con la casa privata di ogni cosa.

Mi sono personalmente recata in due località colpite dal disastro, Forlì e Cesena, dove ho dovuto guardare ed ascoltare in un modo nuovo. A Cesena, per esempio, stavo girando per le vie munita di acqua e merende per tutti i volontari che ne avessero bisogno, ma quasi nessuno ha voluto nulla. Mi sento rispondere “Grazie mille cara, ma a noi non serve, abbiamo tutto, danne a chi davvero ne ha bisogno. Anzi, ti posso chiedere solo una mano a portare dentro casa la lavatrice nuova?“. Mi blocco. “Abbiamo tutto“. Tutto cosa? Un’abitazione vuota e ancora sporca di fango, quattro braccia anziane e stanche, ma loro avevano tutto. L’amore? La solidarietà? La speranza? Tutto.

Tutto ciò che diamo per scontato nella nostra quotidianità, dal televisore, al tavolo da pranzo, al nostro letto, era stato spazzato via a quelle persone, in pochi istanti. Assurdo pensare a quante cose materiali abbiamo la smania di tenere con noi, a quanto accumuliamo, a quanto valore attribuiamo agli oggetti, quando, infondo, “Abbiamo tutto”. Assurdo quanto poco infondo contano quelle quattro mura di casa, se, poi, dentro non vi è chi vogliamo, chi amiamo, o se, appena fuori da esse, non c’è qualcuno a tenderci la mano.

Ecco, io in Romagna ho avuto la fortuna di vedere tante mani tese, tantissime, mani che venivano persino da regioni distanti, che hanno voluto fare chilometri di strada per raggiungere chi in quel momento stava perdendo tutto. Tanti volontari da essere quasi troppi: affascinante. Non c’è davvero cosa più bella che vedere cosi tanti stivali di gomma, braccia sporche e schiene a pezzi, solo per aiutare, per dare ciascuno il proprio piccolo contributo, lì, tutti insieme, per una giusta causa. La solidarietà forse è un valore con cui si nasce, ma sono certa che sia anche qualcosa che si impara, si può sempre tendere una mano in più, si può sempre rivolgere un sorriso anche quando non sembra possibile, si può sempre imparare ad essere la versione migliore di noi stessi, per noi e per gli altri. Dobbiamo essere noi il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo, perchè sì, il mondo non è “mio”, è “nostro” e la gentilezza e l’altruismo sono le uniche armi, le più potenti che abbiamo, per viverlo al meglio. Non so voi, ma io voglio ancora credere in un mondo puro, gentile e attento: questa esperienza mi ha ricordato che faccio bene.

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