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Torrechiara: un Castello come pegno d’amore | VIDEO

Il nobile conte di San Secondo, infatti, sposò Antonia Torelli, figlia di Guido Torelli, conte…

Torrechiara Neve

Torrechiara Neve

Il nobile conte di San Secondo, infatti, sposò Antonia Torelli, figlia di Guido Torelli, conte di Guastalla e Montechiarugolo, proprio a quella età, ma non per amore, bensì, come imponeva la consuetudine dell’epoca, per interessi nobiliari. Il matrimonio fu combinato dalle rispettive famiglie, confinanti fra loro, come atto di garanzia per assicurarsi una duratura pace.

Passarono vent’anni e dieci figli da quel giorno, quando, la moglie Antonia decise di ritirarsi nel convento di San Secondo e il duca fu, finalmente, libero di sfogare la sua passione amorosa per Bianca Pellegrini, nobile signora di Arluno e sua amante. La storia del castello di Torrechiara nasce proprio da questo amore, esattamente tra il 1448 e il 1460, anni in cui, l’ormai valoroso condottiero Pier Maria Rossi, non solo conquistava diversi territori per conto della famiglia Sforza di Milano, ma si rendeva anche protagonista del mecenatismo tipico del Rinascimento, facendo erigere opere monumentali per l’amata: il castello di Torrechiara e il castello di Roccabianca.

Da torchiare, il Castello di Torrechiara ci ricorda lo spremere l’uva nel torchio, torciär in dialetto parmigiano

Il Castello svetta sulle colline, da cui è facilmente osservabile sia il greto del torrente Parma sia la montagna circostante. Posto in un luogo altamente strategico, non venne concepito solo come “nido d’amore”, ma anche come baluardo difensivo. Grazie alle notevoli abilità in campo bellico di Pier Maria Rossi ne risultò un ottimo lavoro tecnico, il castello fu cinto da tre file di mura, ancora oggi parzialmente osservabili, e da altrettanti fossati valicabili solo con l’utilizzo di ponti levatoi.

L’altezza a cui era posto rendeva le mura impossibili da scavalcare. Nel 1575 gli sforza di Santa Fiora, operarono alcune migliorie al complesso, come i bastioni panoramici che si affacciano sul torrente. Oggi il castello si presenta in ottimo stato, anche grazie a interventi di restauro che lo portano ad essere considerato uno dei migliori in Italia per conservazione: un monumento nazionale tutelato, per questo, dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

La leggenda

Si narra che preso da un momento di folle gelosia, Pier Maria Rossi, fece murare viva Bianca Pellegrini in una stanza del castello. C’è chi giura di averla vista avvolta dalla nebbia offrire baci ai più fortunati, ma il suo cuore come le sue labbra sono ancora alla ricerca del suo nobile amante.

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