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L’arte di improvvisare musica: William Tedeschi e l’armonica | INTERVISTA

William Tedeschi è armonicista, fotografo, disegnatore ma anche grafico; da bambino suonava su oggetti improvvisati…

William Tedeschi è armonicista, fotografo, disegnatore ma anche grafico; da bambino suonava su oggetti improvvisati

Riprende la rubrica “Golfomisticooff” con un’intervista a William Tedeschi, artista poliedrico. La sua vita si divide fra musica e arte grafica che esercita in diverse sfaccettature. Da bambino suonava su batterie improvvisate con oggetti di plastica, oggi porta la sua idea di armonica sui palcoscenici di mezzo mondo.

Where everything started, Tedeschi ricorda il momento in cui si è innamorato della musica?

Fin da bambino la musica mi rapiva e mi faceva sognare. Gli abitanti del mio quartiere mi ricordano ancora oggi quando andavo nelle case in costruzione a raccogliere bidoni di latta. Questi mi servivano per fare una primitiva batteria, la posizionavo nel mio orto e picchiavo per buona parte giorno. Direi che la mia vita musicale è iniziata “lattonisticamente’” ed è continuata da autodidatta.

Nella sua famiglia si respirava musica quando era bambino?

Nella mia famiglia avevo uno zio che suonava l’armonica davvero bene e gli rubavo spesso lo strumento. I primi tempi era tale la fretta di imparare che tenevo lo strumento a rovescio.

Grandi soddisfazioni e traguardi importanti raggiunti, quale episodio della sua vita artistica ricorda con più affetto?

Un giorno mi dissi: voglio partecipare alla Corrida di Corrado su Canale 5 e vincere. Ebbene, un sabato sera del 1992, davanti a milioni di telespettatori il ragazzino che suonava la batteria di latta vinse il primo premio. Da quel momento ricordo tanti momenti memorabili. Fui ospite d’onore ai campionati del mondo di armonica di Rumo in Val di Non. Ottenni il quarto posto assoluto alla competizione internazionale di armonica a bocca di Trossingen in Germania. Poi le collaborazioni con l’ Antoniano di Bologna; il grande concerto con gli “Armonauti” al Teatro Farnese di Parma; il Bologna Blues Festival. E ancora: Rai, Mediaset, network internazionali e l’incisione di quattro album. Un progetto al quale tengo molto è il connubio con il maestro Ugo Leoni. Con lui creiamo improvvisazioni con l’organo e l’armonica. Uno dei momenti più suggestivi nati da questa collaborazione è stato il concerto alla Steccata di Parma.

Ci racconti il rapporto con il pubblico, cosa preferisce eseguire solitamente?

Il pubblico è una parte di me della quale non potrei fare a meno. In concerto eseguo un repertorio variegato che va dalle musiche da film al country, dalla musica leggera anni ’60 fino al blues, in ogni caso ho una grande apertura mentale senza inutili preclusioni.

Quali impegni sono previsti per il futuro?

Per il futuro ho in programma l’incisione di un nuovo album in collaborazione con Gianluca Caselli e Gianandrea Pasquinelli. Il disco unisce le sonorità dell’armonica ai canti della tradizione alpina. Un progetto ambizioso e impegnativo. Per quel che riguarda i concerti sarò a Parma l’11 dicembre all’Auditorium del Carmine per il concerto di Natale, una rassegna di armoniche arrivata alla terza edizione. Il cui ricavato andrà all’Asla di Parma. Poi Slovenia, Germania e infine Pechino nel 2018.

Lei è stato anche disegnatore e fotografo, che posto hanno nella sua vita queste due grandi passioni?

Penso con entusiasmo alla mia trascorsa attività di grafico e impaginatore. Un sogno, quando rallenterò questo mio ‘”hobby armonico”, è quello di riuscire pubblicare il mio libretto di favole illustrate. All’interno penso di inserire anche qualche disegno della mia adorata nipotina Anna. Mi piace aggiungere che un vero artista non si deve fermare a raccontare il passato ma pensare sempre al futuro che lo aspetta dietro l’angolo.

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