di Chiara Corradi e Mariarosaria Vitiello
Quale futuro per il Cobianchi? Ce lo siamo domandati qualche giorno fa, lanciando la palla ai futuri candidati sindaco della città, affinchè possano tenere presente l’importanza di uno spazio dimenticato – come quello dell’ex albergo diurno parmigiano – e sappiano sfruttare idee per valorizzarlo e riqualificarlo rendendolo uno spazio fruibile per la città e per i parmigiani. Una prima idea ce l’ha data l’architetto Francesco Fulvi: riempire il Cobianchi di terra e realizzare una foresta urbana. Se vi sembra una cosa irrealizzabile, vi spieghiamo – invece – perchè sarebbe importante per la nostra città e per noi che ci viviamo avere un bosco urbano in Piazza Garibaldi.
Tecnicamente bisognerebbe togliere l’attuale pavimentazione della Piazza (che può essere conservata in qualche magazzino comunale per un’eventuale riutilizzo, in un’ottica di non spreco della cosa pubblica) e riempire gli spazi sottostanti dell’ex albergo diurno parmigiano di terra. A quel punto trasformare la parte di Piazza antistante a Palazzo del Governatore in un’area verde con arbusti e piante. “Città come Parma arrivano in estate a punte di 40° che un tempo non esistevano; un bosco urbano come quello di Piazza Garibaldi porterebbe a benefici tangibili come la riduzione della temperatura, la protezione dalle polvere sottili e dalla CO2, ma anche la riduzione dell’energia generata da bombe d’acqua“, spiega Fulvi.
Benefici a cui si aggiunge anche la maggiore produzione di ossigeno, il rallentamento del deflusso delle acque e una maggiore biodiversità sul territorio. “Una maggiore zona d’ombra – continua l’architetto – sarebbe positiva anche per i dehors sulla piazza, che potrebbero godere di una maggiore vivibilità anche nelle ore più calde delle giornate estive“. Eventuali problematiche di natura strutturale, come la presenza di muri dell’ex Cobianchi che non possono essere abbattuti, sarebbero poi risolvibili con il posizionamento di cassoni di contenimento per la terra, senza distruggere la struttura sottostante.
Quando il cambiamento climatico ci darà una tregua, infine, si potrebbe valutare di ricostruire la pavimentazione della Piazza senza ulteriori spese, riutilizzando lo stesso materiale che è stato conservato nei magazzini comunale e che è l’attuale pavimentazione. Follia? Noi crediamo di no e Parigi, che in quest’ottica sta lavorando già da anni, ce lo dimostra. Non eravamo, forse, la Petit Paris?
L’esempio di Parigi
Tra il 2014 e il 2016, il Comune di Parigi ha condotto uno studio sull’effetto termoregolatore degli spazi verdi nell’area parigina. Dallo studio è emerso che gli alberi e la vegetazione sarebbero in grado di aiutare a contrastare il cambiamento climatico perché il loro impatto sull’ambiente consente un abbassamento generalizzato delle temperature.
Per questo motivo la capitale francese ha chiesto ad un team composto da architetti, designer e urbanisti di realizzare una serie di importanti opere nel verde pubblico. Il progetto prevede la nascita di una vera e propria “foresta urbana” in quattro siti storici della città: Place de l’Hôtel de Ville, il municipio di Parigi, la Gare de Lyon, una delle principali stazioni ferroviarie della città, un sentiero lungo le rive del fiume Senna e il Palais Garnier, sede del Teatro dell’Opera di Parigi.
Aumentare gli spazi verdi in città significa di fatto migliorare la qualità dell’aria perché gli alberi producono ossigeno neutralizzando l’anidride carbonica, proteggono dalle polveri sottili, riducono le temperature e rallentano il deflusso delle acque.
Le normative dell’Unione Europea in materia di clima
Il cambiamento climatico è una delle grandi sfide del nostro tempo: le temperature sono in costante aumento, ghiaccio e neve si stanno sciogliendo, il livello del mare si alza progressivamente. Gli eventi meteorologici diventano sempre più estremi e questo comporta il rischio di inondazioni e periodi di siccità più frequenti e intensi in molte regioni. Per cercare di limitare questi fenomeni, i paesi che fanno parte della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) – tra cui l’Italia – si sono posti come obiettivo quello di limitare al di sotto dei 2°C l’aumento della temperatura media globale rispetto al periodo pre-industriale.
Come ha dimostrato lo studio condotto da Copernicus, le ultime sette estati sono state le più calde di sempre. Tra luglio e agosto 2021 le regioni del Mediterraneo sono state colpite da un’ondata di caldo senza precedenti, con temperature elevate che hanno colpito in particolare Grecia, Spagna e Italia. Il record europeo di temperatura massima è stato battuto in Sicilia, dove sono stati segnalati 48,8 °C, 0,8°C sopra il massimo precedente, anche se questo nuovo record non è ancora stato confermato ufficialmente dall’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM).
Nel dicembre 2019 l’Unione Europea ha approvato il cosiddetto Green Deal, la normativa europea sul clima, che ha tra i suoi obiettivi quello di raggiungere un impatto climatico zero entro il 2050 e la riduzione delle emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.
Prossimo appuntamento
Il nostro viaggio nel futuro dell’Ex Cobianchi continua mercoledì 9 marzo con una seconda proposta di riqualificazione e valorizzare dello spazio.