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Colorno, la risposta del sindaco Stocchi a sfide vecchie e nuove | INTERVISTA

Avamposto emiliano sulla frontiera con la Lombardia, borgo nel cuore della Bassa Padana e sede…

Sindaco Stocchi Colorno

Sindaco Stocchi Colorno

Avamposto emiliano sulla frontiera con la Lombardia, borgo nel cuore della Bassa Padana e sede della “piccola Versailles dei Duchi di Parma”. Questa è Colorno, il Comune della Bassa Parmense che è recentemente tornato a far parlare di sé in luce dei nuovi sviluppi sul ponte sul Po di collegamento con Casalmaggiore. Lo scorso febbraio, infatti, ha segnato l’approvazione in Senato dell’emendamento della Lega al Milleproroghe – che permette di sbloccare gli interventi di progettazione e manutenzione straordinaria sulle infrastrutture di collegamento tra Lombardia ed Emilia-Romagna –, nonché l’assegnazione provvisoria dell’incarico di progettazione dello studio di fattibilità alla ‘Ayesa Ingenieria Y Arquitectura S.a.’ di Siviglia e alla ‘Enser’ di Faenza.

Quest’opera si andrebbe inoltre a sommare a una serie di progetti infrastrutturali previsti dal Comune per il 2023 e volti a porre un freno all’annoso problema delle esondazioni e alla sempre più impattante questione della siccità. Infine, sembrano esserci novità importanti anche per il futuro della Reggia di Colorno. Per avere un quadro più preciso dell’attuale situazione del Comune, ci siamo quindi rivolti al sindaco Christian Stocchi, che ci ha raccontato di una Colorno dinamica e in pieno fermento di fronte a sfide vecchie e nuove.

Sindaco Stocchi, le notizie più chiacchierate riguardo al Comune in questi giorni sono sicuramente quelle relative al nuovo Ponte sul Po tra Colorno e Casalmaggiore. Innanzitutto, può spiegarci quale sia il ruolo e l’importanza dell’infrastruttura nell’economia e nella logica dei trasporti locali? 

L’importanza è strategica, e non solo per Colorno o per la provincia di Parma, ma anche per due regioni fondamentali come Lombardia ed Emilia-Romagna. I motivi sono numerosi, e non si limitano, come è facile intuire, a quelli di natura economica evidenti trattandosi di un asse viario percorso da migliaia di mezzi quotidianamente. Vi sono infatti inoltre molteplici collegamenti sul piano culturale e sociale, che valorizzano fortemente lo stretto rapporto tra la zona emiliana e quella lombarda.

Pare finalmente che le acque inizino a smuoversi. Tuttavia, l’iter si sta prolungando ormai da tempo, e Lei stesso aveva mostrato la propria preoccupazione scrivendo anche una lettera al Ministro Salvini. A questo proposito, può dirci quanto sia efficace e funzionante la comunicazione con le istituzioni provinciali, regionali e nazionali?

La preoccupazione si deve al fatto che sono trascorsi oltre tre anni e mezzo dalla riapertura, a fronte di un tempo di vita dell’attuale ponte stimato in dieci anni. E sappiamo quali siano i tempi medi di realizzazione delle opere pubbliche in Italia. Pertanto, oltre a rapportarci costantemente con Provincia e Anas, abbiamo ritenuto doveroso tenere alta l’attenzione sul tema, rivolgendoci anche ai governi che si sono avvicendati in questi anni. Con il supporto unanime di tutto il consiglio comunale, ho scritto lettere a tutti i ministri che si sono succeduti in questi anni: De Micheli, Giovannini, Salvini. In precedenza, avevo avuto vari contatti con il Ministro Toninelli.

Sappiamo che cosa significherebbe una nuova chiusura del ponte. E non possiamo assolutamente accettare una tale eventualità.

Visto che si è parlato del Po, un argomento che non possiamo più ignorare è il quadro idrico della zona. L’Autorità di Bacino Distrettuale del Po ha espresso poco ottimismo riguardo alla magra invernale, e si prospetta un’altra stagione di siccità, in cui aumenterebbe anche paradossalmente il rischio di bombe d’acqua ed esondazioni. Concentrandoci su Colorno, quanto e come sono impattanti gli effetti del cambiamento climatico per la sicurezza e l’economia locale?

In effetti, la preoccupazione è duplice. La siccità ha imposto provvedimenti straordinari, come l’ordinanza che ho emesso per regolamentare in modo rigoroso l’utilizzo della risorsa idrica. D’altra parte, come abbiamo visto anche in altre parti d’Italia, il tema del rischio esondazioni improvvise si pone oggi in modo nuovo, al di là delle tradizionali piene a cui il nostro territorio storicamente ha dovuto far fronte. In ogni caso, è fondamentale lavorare in un’ottica di prevenzione, che anticipi le fasi di emergenza, per la sicurezza idraulica.

A tal proposito, vi sono dei progetti anche infrastrutturali non solo per arginare queste sfide nell’immediato, ma anche per farvi fronte nel medio-lungo termine?

Per quanto riguarda la siccità e la corretta gestione della risorsa idrica, di recente a Colorno abbiamo presentato “Salvacqua“. Si tratta di un importante progetto della Bonifica Parmense finalizzato al ripristino delle condotte consortili sul Canale Naviglio, finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali per un valore di oltre 15 milioni di euro. Migliorando l’efficienza idraulica, questo progetto consentirà di risparmiare anche fino al 50% in più di acqua a beneficio delle colture tipiche dei territori di Colorno, Sorbolo Mezzani e Parma.

Per quanto riguarda invece la sicurezza idraulica, quest’anno è previsto un intervento fondamentale: le opere di rafforzamento del muro di piazza e l’installazione conseguente delle paratie idrauliche. Un progetto che sarà realizzato da AiPo, in collaborazione sia con la Regione – che ringrazio per avere stanziato su nostra richiesta un fondamentale contributo per Colorno di 520mila euro – sia naturalmente con il Comune, che, oltre ad avere avviato l’iter, ha seguito e finanziato la progettazione iniziale e tutte le necessarie indagini tecniche, e partecipa ora al tavolo tecnico con AiPo per seguire da vicino le tempistiche di realizzazione.

Reggia di Colorno – Photo Credits: Castelli del Ducato

In passato, il problema delle esondazioni ha riguardato anche un gioiello dell’arte e dell’architettura come la Reggia di Colorno. Lasciando un attimo a margine il discorso relativo all’emergenza climatica, pare che vi sia l’intenzione – espressa in particolare dall’Assessore regionale dell’Emilia-Romagna Mauro Felicori – di proporre l’iscrizione della Reggia all’Associazione Europea delle Residenze Reali. Secondo Lei, cosa significherebbe l’accesso a questo club prestigioso? Potrebbe essere un buon palcoscenico per conferire alla Reggia la rilevanza e l’attenzione che merita?

Comune e Provincia – l’ente proprietario della Reggia – hanno raccolto con grande entusiasmo l’idea lanciata dall’Assessore Felicori. Ci stiamo lavorando con impegno, tutti insieme, consapevoli che entrare nel circuito internazionale dell’Associazione Europea delle Residenze Reali sarebbe una straordinaria opportunità non solo per Colorno, ma per tutto il territorio parmense. L’Assessore è già venuto più volte nel nostro comune anche di recente per definire il progetto. Oltre al prestigio che comporta l’iscrizione all’Associazione, si tratta di una sfida fondamentale sul piano turistico, economico e culturale.

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