In precedenti interventi si sono indicate le manchevolezze del RUP, che ha portato in approvazione lo “studio di fattibilità” del nuovo stadio, senza approvare il Piano Economico Finanziario e procedendo in modo già criticato per i molteplici vizi procedimentali rimasti senza soluzione. La Giunta, con la delibera del 5/4/2023, ha cercato di “sanare” un vizio di incompetenza, ratificando la dichiarazione di pubblico interesse del progetto stadio adottata il 24/1/2022 dal Consiglio comunale, anziché da lei stessa. Trascurando ancora una volta (ne bis in idem, sic!) l’insanabilità di molteplici rilievi eccepiti durante la Conferenza dei Servizi, svolta anteriormente alle suddette delibere.

Proprio la Giunta, con la delibera di pubblico interesse del 5/4/2023, ha evidenziato le carenze della proposta preliminare del Parma Calcio 1913, approvata senza l’approvazione del Piano Economico Finanziario, poiché ha elucubrato per escogitare possibili alternative volte a diminuire il costo di realizzazione dello stadio, conservando alcune parti dell’impianto attuale, come ad esempio la tribuna Petitot, ancora perfettamente in grado di assicurare la sua funzione per moltissimi anni, con minimi interventi riqualificativi.

Una ulteriore specifica carenza del RUP si ravvisa nel non avere considerato (ma tanti rilievi analoghi potrebbero essere eccepiti) lo specifico parere del settore Pianificazione e Sviluppo del Territorio, che individuava la precisa necessità che gli spazi commerciali annessi allo stadio fossero dotati di parcheggi. La stessa funzionaria faceva altresì presente che il Parcheggio Scambiatore sud, dal Comune dichiarato al servizio dello stadio, non poteva certo servire a tale dotazione. E si noti che i parcheggi pertinenziali per le attività commerciali, collocati e organizzati in modo da essere accessibili liberamente e gratuitamente e situati in area distinta dagli spazi pubblici per attività collettive, verde pubblico, senza sovrapposizioni, sono richiesti, oltre che dai regolamenti urbanistici locali, dal D.M. 1444/1968: normativa, questa, non derogabile dalla circostanza che l’approvazione del progetto stadio possa comportare variante al regolamento urbanistico comunale.

Di qui l’ovvia conseguenza che nemmeno una bottega potrà essere realizzata nel perimetro dello stadio, mancando completamente lo spazio necessario per realizzare i relativi parcheggi pertinenziali. Questo anche perché l’eventuale parcheggio interrato, col quale verrebbero creati 161 posti auto, è interamente assorbito dalle esigenze tecniche dell’impianto sportivo (criteri infrastrutturali Lega Serie A, artt. 15 e 23). Quando invece la Giunta, nella delibera del 5/4/2023, per sopperire a una eventuale riduzione della spropositata durata di 90 anni della concessione, propone addirittura l’aumento della superficie commerciale.

Aggiungasi una ulteriore amara considerazione sulla qualità della procedura amministrativa. Alla vigilia della trattazione in Consiglio comunale del 3/4/2023, si è interpellato l’assessore ai Lavori Pubblici sulla “procedura stadio” proprio per la sua nota competenza giuridica. Egli si è sottratto al confronto volto ad emendare la procedura, richiamando il principio, introdotto dalla legge Bassanini, di distinzione delle competenze tra gli amministratori, ai quali competono funzioni politico-amministrative, e i funzionari, ai quali competono le altre funzioni. Ma se il funzionario sbaglia non deve intervenire il politico?

Va rilevato come gli errori del RUP non abbiano comportato il doveroso blocco della procedura, posto che il Segretario Generale (come anche il Sindaco), perfettamente edotto sulle specifiche manchevolezze del RUP con documentata dovizia di dettagli, abbia liquidato la questione dichiarando che il piano economico finanziario del progetto definitivo dovrà essere asseverato. Ma tale aspetto non sana i pregressi vizi procedimentali della fase preliminare (studio di fattibilità con molteplici criticità irrisolte e piano economico finanziario bocciato dallo stesso advisor ingaggiato dal Comune per valutarlo e mai approvato dal RUP) che hanno indotto la Giunta ad arrampicarsi sugli specchi per supplire e diminuire gli insormontabili inconvenienti derivanti dal portare avanti, a livello di eventuale futuro progetto definitivo, un procedimento rimasto incompiuto nella fase preliminare.

Quanto al RUP, per come ha condotto la procedura relativa al progetto preliminare, non solo non è stato censurato, ma addirittura promosso a RUP anche per una futura eventuale fase relativa al progetto definitivo. Questo quando il RUP va designato al momento della presentazione di un progetto. Insomma: proprio la legge Bassanini, giustamente citata dal menzionato assessore, oltre alla separazione dei poteri, prevede la trasparenza. Ma il cammino di questa pratica affonda nella pece!

Arrigo Allegri