L’impresa più difficile dell’essere genitori è lasciare che le nostre speranze per i figli abbiano la meglio sulle nostre paure” (E. Godman)

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@diEmanuelaAlfieri

Psicologa Psicoterapeuta Sistemico Relazionale
Psicoterapeuta EMDR PhD
Servizio di Psicologia Borgotaro

Cosa succede alla coppia che sta vivendo l’esperienza di diventare genitori? Dà vita ad un bimbo e contemporaneamente dà vita anche ad una nuova parte di sé e della propria identità. Come individui e come coppia. E in realtà dà vita anche ad una nuova famiglia in senso esteso, perché una nascita comporta nuovi ruoli per tutti. Avere un figlio è sicuramente la realizzazione di una delle massime aspirazioni di una coppia, è un atto creativo senza pari nell’esistenza umana e, nello stesso tempo, è un’esperienza che va oltre la coppia stessa e prende la forma di un essere che è altro dalla coppia, unico e irripetibile.

Da due a tre: si tratta di un passaggio tutt’altro che semplice. Il modo in cui si diventa genitori oggi è molto diverso rispetto al passato. Avere un figlio è diventato un evento sempre più scelto, raro e compiuto in una fase di vita avanzata. Tali caratteristiche rendono questo passaggio un concentrato di emozioni intense, grandi aspettative e notevoli investimenti su di sé e sul figlio che si aspetta. Diventare genitori costituisce una delle transizioni, cioè delle fasi di passaggio, più importanti all’interno della nostra società.

Come tutte le transizioni è caratterizzata da una serie di elementi significativi

  • comporta la modifica degli equilibri pre-esistenti e in questo senso genera una crisi familiare, poiché tutti (non solo i neo-genitori) sono chiamati inevitabilmente a ricoprire nuovi ruoli, vivere posizioni diverse e attraversare un cambiamento delle relazioni familiari;
  • mette in luce e contemporaneamente mette alla prova i legami: in ogni passaggio significativo, infatti, si fanno evidenti le risorse/criticità delle relazioni.

La coppia dovrà compiere un percorso nella costruzione di un patto genitoriale in grado di garantire protezione, accudimento al bambino. Ma anche una spinta all’autonomia e alla crescita (il tema della svincolo rispetto alle proprie famiglie d’origine). Come si costruisce il patto genitoriale? Attraverso un lungo viaggio che comincia anche molto tempo prima della nascita vera e propria del figlio che vede la coppia impegnata a creare uno spazio di pensiero per il bambino e per l’identità genitoriale cui intende dar vita. La coppia dovrà compiere un percorso nella costruzione di un patto genitoriale in grado di garantire protezione, accudimento al bambino, ma anche una spinta all’autonomia e alla crescita (il tema della svincolo rispetto alle proprie famiglie d’origine).

Creare un figlio del desiderio

Così, il bambino pensato, cercato, atteso, custodito durante i mesi della gravidanza e, infine, incontrato nel momento della nascita, sarà il figlio del desiderio per la coppia. Il frutto di una maturazione e di un’evoluzione, e non il figlio del bisogno. Il figlio del desiderio arriva in uno spazio creato per lui, dove può crescere protagonista della propria storia. Il figlio del bisogno rischia di trovare uno spazio meno libero di possibilità. Di essere già coinvolto in bisogni non suoi e a cui dovrà far fronte in qualche modo.

Ecco che il passaggio da due a tre non è davvero solo la somma di uno. Coinvolge tutta la famiglia, dà vita a grandi cambiamenti identitari e relazionali. Implica l’impiego di grandi risorse emotive, materiali e di tempo e, naturalmente, attiva la costruzione e la condivisione di nuovi significati. Concludendo tale transizione racchiude in sé aspetti di consapevolezza, responsabilità e speranza “Non hai avuto modo di scegliere i genitori che ti sei trovato, ma hai modo di poter scegliere quale genitore potrai essere”. (M. W. Edelman)

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