Il Castello di Selva Smeralda (o Neviano de’ Rossi)Il castello di Selva Smeralda è stato per molti anni un vero grattacapo per gli storici, ma non quello reale, in sassi e pietra, bensì una sua riproduzione iconografica. Infatti all’interno della Sala d’Oro del castello di Torrechiara è affrescato un castello indicato come appartenente a Niviano di Rosi. Si è creduto quindi che questa raffigurazione si riferisse ai resti di una casa-forte che si eleva proprio a Neviano de’ Rossi. Ma fu merito di Giovanni Gonizzi individuare il vero castello, o meglio fortilizio, a cui si riferiva l’affresco, identificandolo con assoluta certezza in Selva Smeralda, un’altura che si trova a 1.600 metri di distanza in linea d’aria, direzione sud-ovest.

Nel 1230 Neviano era in possesso della famiglia dei Draghi (Nivianus Draconorum era il suo nome) e dipendeva dalla Pieve di San Vitale di Sala Baganza, così come il castello e la sua cappella. In una data imprecisata passa alla proprietà dei Rossi, che nel 1409 si vedono costretti a difendere il loro possedimento dalla furia di Ottobono Terzi, un loro acerrimo nemico. Il nobile Pier Maria Rossi quando fece costruire il Castello di Torrechiara inserì anche il castello di Neviano nell’affresco della “Camera d’oro” per farsi vanto dei suoi numerosissimi possedimenti, tant’è che venne definito “il signore dei cento castelli”. Alla morte del condottiero, i due figli non riuscirono ad accordarsi per la divisione delle proprietà e, probabilmente a causa della disputa, il castello di Selva Smeralda passò al colonnello Lorenzo Smeraldi.

La ricchissima famiglia Smeraldi, che aveva la residenza a Parma, nell’Oltretorrente, era entrata a far parte della nobiltà parmigiana proprio per il pieno appoggio e sostegno alla famiglia Rossi, soprattutto in battaglia, è quindi molto probabile che il passaggio di proprietà del castello fosse una ricompensa o un riconoscimento dei servigi apportati. Nel 1551 la Selva è teatro di un misfatto. In quel periodo era in corso la “guerra di Parma” trai Farnese e i Gonzaga, gli Smeraldi si schierarono in favore dei primi e gli spagnoli, per privare i nemici di alleati preziosi, attuarono una serie di saccheggi e soprusi in tutta la valle Sporzana fino a Ricò, la Selva fu depredata e Giovanni Smeraldi venne catturato e  mandato prigioniero a Tizzano. In quell’occasione riuscì a fuggire ma una nuova incursione delle truppe dei Gonzaga riuscì a catturarlo nuovamente il 24 Febbraio 1552, sempe nel castello di Neviano, dove fu impiccato ad un pioppo.

Da questo periodo Selva Smeralda scompare letteralmente dalle cronache storiche, gli Smeraldi non si occuparono più della loro proprietà fino alla loro estinzione nella famiglia Tarasconi, ultima proprietaria del castello nel 1805 dopo la soppressione dei feudi voluta da Napoleone. Oggi la località fa parte del comune di Terenzo, ma cade sotto la potestà parrocchiale di Neviano de’ Rossi, mentre la proprietà dell’edificio passò ai fornovesi Folli e poi al casato ungherese degli Orbàn. Il castello è stato restaurato ma rimane poco dell’antico splendore, compreso il mastio; oggi è adibito ad Agriturismo.

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