Sono le Cantine Cerdelli, parte di un’azienda agricola socia di Confagricoltura Parma, ad aggiudicarsi, con la loro Malvasia Frizzante Talete, il premio Coseta d’Or e Coseta di legno al Festival della Malvasia di Sala Baganza.
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Sono le Cantine Cerdelli, parte di un’azienda agricola socia di Confagricoltura Parma, ad aggiudicarsi, con la loro Malvasia Frizzante Talete, il premio Coseta d’Or (giura tecnica) e Coseta di legno (giuria popolare) al Festival della Malvasia di Sala Baganza. “È una soddisfazione difficile da spiegare, è il coronamento di un anno di duro lavoro e di tanti sacrifici per tutte le persone che lavorano con me e che mi sono accanto. – dichiara il titolare dell’azienda, Michele Cerdelli Il Festival della Malvasia è una vetrina molto importante per un produttore di vino, perciò ovviamente questa vittoria avrà una impronta positiva, infatti già dopo poche ore dalla proclamazione siamo stati contattati dai nuovi potenziali clienti”.

L’attività principale dell’azienda agricola di cui le Cantine Cerdelli fanno parte è la coltivazione dell’uva e la sua trasformazione in vino e spumante. Michele racconta che l’azienda nasce, come realtà familiare, dalla volontà – sua e della sua famiglia- di voler creare qualcosa di bello e importante nel nostro territorio. Afferma infatti: “Il mondo del vino è un mondo stupendo, volevamo creare un nostro prodotto che col tempo si sarebbe potuto distinguere”.

Il motto dell’azienda è “Degustiamo lentamente ogni cosa che facciamo”. La loro, infatti, è una produzione limitata, che si pone come obiettivo la qualità: a partire dalla vendemmia, eseguita rigorosamente a mano per raccogliere una materia prima il più possibile integra e sana, alla produzione del vino, che viene prodotto nel rispetto delle più antiche tradizioni con l’ausilio delle più moderne tecnologie a disposizione. Questa la loro filosofia, che cercano di portare avanti con coraggio e fiducia: “Perché crediamo nelle nostre radici e nella forza di un territorio che può darci ancora tanto, a partire dal futuro”.

Negli ultimi anni l’azienda è inoltre riuscita a farsi conoscere sempre di più nella zona del parmense, soprattutto grazie al lavoro di comunicazione portato avanti insieme al Consorzio Tutela Vini Colli Di Parma. Il Consorzio volontario per la Tutela dei Vini “Colli di Parma” è infatti costituito da produttori, viticoltori singoli o associati e vinificatori della collina parmense. Esso ha come scopo lo sviluppo ed il miglioramento della viticoltura collinare della provincia di Parma, la promozione, il miglioramento e la salvaguardia della qualità e della tipicità di produzione, nel pieno rispetto della tradizione. Attualmente al Consorzio sono associate 49 aziende vitivinicole produttrici di uve, di cui 22 sono anche produttrici e imbottigliatrici del vino da loro prodotto. Tutti gli utilizzatori della denominazione della DOP “Colli di Parma” hanno l’obbligo, per i vini approvati dalla Commissione di degustazione, di applicare la fascetta ministeriale numerata sulle bottiglie prima della loro commercializzazione.

Il Premio Cosèta d’Or, istituito dalla Pro Loco e dal Comune di Sala Baganza e riservato al vino Malvasia secco frizzante prodotto sul territorio, ha lo scopo di promuovere la cultura vitivinicola della fascia pedecollinare parmense premiando la cantina che esprime al meglio la tipicità del prodotto. Il premio è diventato negli anni un riconoscimento sempre più ambito per il lavoro dei produttori locali, oltre che, grazie al contributo di esperti, un momento di confronto sulla qualità della produzione. Partecipare è riconoscere la lunga tradizione vitivinicola non solo della zona Salese, da Maiatico a Talignano, ma anche del territorio dall’Enza al Taro. L’iniziativa, oltre ad essere un momento di festa, è anche un’occasione importante di visibilità per i produttori e un riconoscimento dell’importanza del loro lavoro per il territorio.

Il premio è chiamato Cosèta poiché questa era una ciotola scavata in un ceppo di legno duro (bosso, quercia, melo, per esempio) in cui nelle cantine e nelle osterie si beveva il vino. Serviva anche al vignaiolo d’un tempo per assaggiare il vino appena spillato dalla botte, oggi sostituita dall’argenteo dischetto del sommelier di rango. 

Ecco alcune delle domande rivolte a Michele Cerdelli, titolare dell’azienda Cantine Cerdelli

Quali sono le prospettive e gli obiettivi futuri dell’azienda?

Arrivando da un periodo problematico, un po’ per tutti, le prospettive ora sono rosee, siamo ottimisti. Non ci siamo prefissati obbiettivi principali, vogliamo continuare a migliorare i nostri prodotti. Sarebbe bello in futuro potere avere una nostra area di ospitalità/ristorazione sul nostro bellissimo vigneto, ma per ora rimane un progetto di difficile realizzazione.

Avete per caso maturato delle vostre idee per portare l’azienda, e il mondo del vino in generale, verso un futuro di innovazione e sostenibilità?

I vini che produciamo hanno già qualcosa di diverso: il metodo in cui effettuiamo l’unione delle uve durante la vendemmia e i blend che abbiamo creato. Col tempo vorremmo arrivare ad essere il maggior possibile ecosostenibili, ovviamente come tutte le cose vanno fatte con calma e per singoli passi.

Per cosa si differenzia il vostro vino da quello delle altre cantine di queste zone?

Noi abbiamo una piccolissima produzione, siamo una delle cantine più piccole del Consorzio. Avendo una piccola produzione possiamo curarla, quasi maniacalmente, in tutte le sue fasi per ottenere un prodotto finale il migliore possibile.

Cosa lo rende speciale e quali le sue peculiarità, dal metodo di raccolta e di produzione, fino alla vendita e alle strategie di comunicazione adottate?

Esattamente dal metodo di raccolta, in cui uniamo uve con maturazioni differenti. La produzione avviene con l’ausilio di moderne attrezzature. La fase vendita al cliente finale viene fatta direttamente da noi, non abbiamo intermediari. Per quanto riguarda la comunicazione, sempre fatta da noi, avviene costante sui social dove rendiamo i nostri followers di tutti i momenti della nostra vita lavorativa, e non solo.

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