Inaugurato ufficialmente il ponte “tibetano” dei Salti del Diavolo, infrastruttura lunga 60 metri che collega il territorio di Terenzo con Berceto e il confine di Calestano, da sempre ritenuta un importante propulsore per lo sviluppo dell’intera Val Baganza e del suo turismo slowLa ricostruzione della passerella ciclopedonale – un ponte sospeso lungo il sentiero denominato “Salti del Diavolo”, sulla Via degli Scalpellini, contrassegnato dal CAI – Club Alpino Italiano con il segnavia 771 – che era stata letteralmente spazzata via dalla piena del torrente Baganza nel 2014, ha visto i lavori durare oltre un anno ed è stata finanziata dalla Regione Emilia-Romagna per 215 mila euro; dalla Provincia di Parma per 20 mila euro; e dal Consorzio della Bonifica Parmense – che si è occupato inoltre della stesura del progetto e della direzione lavori – per ulteriori 48 mila euro.

L’inaugurazione, tenutasi presso il Capannone della Comunità a Cassio Parmense – causa l’impossibilità di recarsi fisicamente sul luogo presso cui è ubicata la passerella pedonale, per via delle impervie condizioni meteorologiche – è avvenuta ufficialmente con lo svolgimento di un momento istituzionale moderato dal giornalista Andrea Gavazzoli e al quale sono intervenuti: i vertici della Bonifica Parmense – la presidente Francesca Mantelli e il direttore generale Fabrizio Useri –; i sindaci Danilo Bevilacqua (Comune di Terenzo) e Luigi Lucchi (Comune di Berceto); Barbara Lori, assessore Programmazione territoriale, Parchi e forestazione, Cooperazione internazionale allo sviluppo Regione Emilia-Romagna; Andrea Massari, presidente della Provincia di Parma.

“Grazie alle capacità tecniche del Consorzio e alla stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna e la Provincia di Parma, siamo riusciti a risolvere una criticità risalente al 2014 – sottolinea la presidente della Bonifica Parmense Francesca Mantelli – con un intervento che non va solo a fornire una risposta ai cambiamenti climatici tuttora in corso, ma valorizza un territorio dell’Appennino in cui c’è assolutamente bisogno di tutela”.

“Si concretizza oggi il ripristino, molto atteso da alcuni anni, di questa capillare infrastruttura: un ponte che è parte di una Vallata particolarmente suggestiva – evidenzia Barbara Lori, assessore Programmazione territoriale, Parchi e forestazione, Cooperazione internazionale allo sviluppo Regione Emilia-Romagna –. Rendere nuovamente fruibile quest’opera, posta nel cuore di un’area MaB Unesco, punto strategico e d’eccellenza per il nostro turismo, pone in evidenza tutto il grande potenziale attrattivo di questo territorio”.

“Il sostegno della Provincia è un concreto impegno nella gestione degli aiuti alle comunità piccole e fragili che, però, sono fondamentali per lo sviluppo e la crescita del nostro territorio – ricorda Andrea Massari, presidente della Provincia di Parma –, in quanto sono ricche di storia, di cultura e di valori e rappresentano un tassello fondamentale di quel Parmense che racconta le nostre città e i nostri borghi in tutto il mondo”.

All’origine del pittoresco nome della formazione rocciosa vi è una leggenda che narra di un monaco eremita il quale, ritiratosi in preghiera nella zona, diviene oggetto di tentazioni da parte del diavolo, che lo alletta con promesse di cibo, ricchezze e una giovane fanciulla. Il monaco però non solo resiste, ma scaccia il maligno che, nella fuga, lascia impresse le proprie orme sul terreno, dando così vita alla composizione sedimentaria ancora oggi ben visibile, come raccontato da Valentino Straser, geologo e divulgatore, che è intervenuto in apertura dell’evento con un’approfondita analisi del territorio sotto il profilo storico-geologico.