Il Consorzio comprende 13 Comuni in cinque valli: Ceno, Taro, Trebbia, Nure e Aveto; l’obiettivo è valorizzare il patrimonio naturale, agricolo e turistico del territorio

Da una parte c’è un territorio con una predisposizione innata per la salvaguardia della natura, il lavoro agricolo e il rispetto per il ciclo produttivo. Dall’altra la volontà, da parte di chi vive questo territorio, di valorizzare la qualità dei prodotti con un progetto che possa fare leva sulle caratteristiche e le peculiarità che gli sono proprie. Dalla fusione di questi due tratti è nato il Consorzio delle Alte Valli del Ceno, del Trebbia, del Nure e dell’Aveto. Cinque vallate, tredici comuni e due regioni (Emilia Romagna e Liguria) e tre province (Genova, Piacenza e Parma) sono coinvolte nel progetto, che presto potrebbe addirittura diventare il più grande BioDistretto d’Europa.

La zona interessata viene tracciata idealmente con il compasso prendendo come centro il Monte Penna. Albareto, Tornolo, Compiano Bedonia i Comuni della Val Taro; Bardi e Varsi quelli della Val Ceno; Santo Stefano D’Aveto, Rezzoaglio, Borzonasca, Mezzanegho e quelli della Val D’Aveto; Ferriere è l’unico rappresentante della Val Nure e Ottone quello della Val Trebbia. Si tratta di un’area caratterizzata da un patrimonio naturalistico quasi del tutto incontaminato, tante piccole aziende agricole che lavorano in qualità e l’assenza totale di impianti industriali. L’obiettivo del Consorzio è quello di proporre uno sviluppo sia agricolo che turistico attraverso progetti ben definiti.

Di programmi e prosepettive di questa realtà, ne abbiamo parlato dunque con il presidente del Consorzio della Alte Valli, Simone Andrei, e il vicepresidente, Michele Sartori. “Ci sono tantissimi progetti attivi – spiega Michele Sartori -, tra cui il recupero del formaggio Cason, stagionato nelle foglie di castagno. Il recupero di alcuni vitigni autoctoni, oppure la valorizzazione del corniolo rosso tipico di quest’area, in attesa di un riconocimento come presidio Slow Food. Tra i progetti più grandi, invece, c’è quello di essere riconosciuti come BioDistretto e il progetto Biosfera, contenitore di tutte le nostre idee“.

Il BioDistretto: un’area vocata al biologico

Un’area vocata al biologico, dove produttori, cittadini, operatori turistici e pubbliche amministrazioni stringono un accordo per la gestione sostenibile delle risorse, può rientrate nella categoria di BioDistretto. “Stiamo lavorando con le amministrazioni dei tredici comuni coinvolti – specifica Sartori -, che ringrazio per la collaborazione e la disponibilità. Nell’arco di alcuni mesi potrebbe arrivare il riconoscimento ufficiale, in tal caso diventeremmo molto probabilmente il BioDistretto più grande d’Europa. Ora siamo nella fase di preparazione della documentazione che andrà presentata in Regione“.

Diventare BioDistretto – prosegue il vicepresidnete del Consorzio delle Alte Valli – permetterebbe alle aziende consorziate di aumentare l’appeal dei loro prodotti oltre al locale e al mondo delle fiere agricole. Al nostro progetto, inoltre, abbiamo dato la denominazione di Bee Life, perché anche grazie al rapporto con le Amministrazioni cercheremo di tutelare la vita delle api all’interno dell’intera area coinvolta. Ma non solo, seguiremo anche la normativa ISO 37.101, che riguarda quei territori ecosostenibili che tutelano la qualità dell’acqua, della vita e del sociale“.

Il metodo di lavoro: “Seguire l’obiettivo facendo un passo alla volta”

Il metodo e l’approccio di lavoro – afferma Simone Andrei, presidente del Consorzio – sono quelli del buon agricoltore: si deve organizzare e agire facendo un passo alla volta. I consorziati non hanno grandi quantità di terreno e producono poco ma con un’altissima qualità. Il Consorzio aiuta queste realtà ad emergere facendo da trampolino. Ad esempio, occupandosi della gestione delle operazioni di marketing, si sgrava l’azienda stessa di un impegno che altrimenti sarebbe insostenibile”.

Appenines Festival 2020

Il 20 e 21 giugno 2020 si terrà il Festival dei territori montani del Consorzio. Sarà un momento in cui si parlerà di biodiversità agricola, sviluppo rurale e sviluppo sostenibile. Ma anche un momento per confrontarso con altri BioDistretti d’Italia e d’Europa. “Sarà una bellissima occasione per mettere in luce tutto il lavoro che le aziende agricole del nostro territorio fanno ogni giorno, potremmo parlare e conoscere gli operatori che ogni giorno sono a contatto con i nostri ospiti. Potremmo parlare ancora una volta del nostro meraviglioso territorio e di tutti quei prodotti dimenticati nelle pieghe della nostra memoria, anche queste sono le Alte Valli“.

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