Dalle antiche beccherie di Piazza Ghiaia, i bagni pubblici e i teatri cittadini ai monumenti dei grandi personaggi della storia: immagini e nei resoconti delle meraviglie scomparse nel tempo

Mura e Porte

Le prime mura romane di Parma furono realizzate nel IV secolo, ma già alla fine del XII secolo l’espansione cittadina anche oltre il torrente Parma rese indispensabile l’ampliamento delle antiche fortificazioni. In epoca medievale, intorno ai primi anni del XIII secolo, venne realizzata una nuova cinta muraria in Oltretorrente, poi estesa fino al XIV secolo. Le mura si mantennero pressoché immutate fino a quando, verso la fine del XVI secolo, la costruzione della fortificazione della Cittadella ne obbligò un ulteriore adattamento. Ad inizio Novecento il sindaco Giovanni Mariotti decise l’abbattimento dell’intera cinta muraria, conservandone tracce sul lato nord del Parco Ducale, sul retro di un moderno condominio di viale Toschi e davanti al DUC. Sorte non dissimile fu quella a cui vennero destinate tre delle cinque Porte cittadine: Porta San Barnaba a barriera Garibaldi, Porta San Michele a barriera Repubblica e Porta Nuova a barriera Farini. Dell’antica Porta Santa Croce si mantenne solo l’edificio adiacente, costruito verso la metà del ‘500 dai Farnese.

Chiesa di San Pietro Martire e Pilotta

San Pietro Martire, antica chiesa gotica, sorgeva sul lato del cortile del Palazzo della Pilotta e venne costruita nel 1287 e sotto la custodia dei frati domenicani. La struttura era costituita da un’unica navata con sette cappelle laterali e un soffitto di volte gotiche. La struttura venne abbattuta in seguito ai decreti napoleonici del 1805 e del 1810, cosi come demolito venne anche il convento nel 1813. Sulle sue macerie fu edificato nel 1871  il Teatro Reinach al quale, distrutto durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale, seguì nel 1998 la costruzione della grande fontana di piazzale della Pace, progettata dall’architetto Mario Botta.

Torre civica

La Torre civica fu per lungo tempo simbolo dell’anima cittadina, con un’altezza stimata di 130 metri che rendeva la struttura la torre più alta d’Italia. Fu costruita nel 1287 accanto al palazzo del Capitano del Popolo, sede comunale e residenza del Podestà. La struttura era sviluppata su pianta quadrata e venne nei secoli più volte innalzata, nonché ricoperta di marmi e decorazioni, oltre che ornata da un orologio con figure di angeli e magi in movimento. La torre crollò improvvisamente il 27 gennaio 1606 causando la morte di 26 persone. Con lei andarono distrutti molti documenti cittadini al suo interno erano custoditi e una nuova torre, progettata unitamente al nuovo palazzo del Capitano del Popolo, a differenza di quest’ultimo, non venne mai costruita.

Palazzo Ducale

L’antica residenza ducale era situata sul lato ovest dell’attuale piazzale della Pace e venne costruito dal duca Ranuccio I Farnese come parte residenziale del Palazzo della Pilotta. La struttura fu soggetta nel tempo a diversi rifacimenti, con il duca Ferdinando di Borbone che nel 1765 incaricò l’architetto di Corte Petitot di progettare un nuovo palazzo ducale. Problemi finanziari, tuttavia, bloccarono i lavori di costruzione e si procedette solamente a una ristrutturazione degli interni del palazzo esistente. Danneggiato durante i bombardamenti aerei del 1944, fu completamente abbattuto. Lo spazio vuoto fu per anni occupato da un parcheggio fino a quando, nel 1998 l’architetto Mario Botta, realizzò il grande prato di piazzale della Pace.

Cavalcavia di strada Garibaldi

Un antico passaggio sopraelevato sull’antica strada San Barnaba, oggi strada Garibaldi, nei pressi del Teatro Regio. La struttura venne costruita nel XVIII secolo dal duca Ferdinando di Borbone come collegamento tra il Palazzo Ducale, Palazzo delle Guardie (oggi palazzo della Provincia), e Palazzo di Riserva, residenza del duca. Il cavalcavia, che si componeva di cinque archi che permettevano il passaggio di carrozze e pedoni lungo strada Garibaldi e un arco che consentiva l’accesso alla strada del Teatro, fu demolito nel 1903 per consentire il passaggio dei tram a cavallo lungo strada Garibaldi.

Beccherie

Si tratta delle antiche macellerie del centro storico di Parma, le quali sorgevano in piazza Ghiaia, sede dal XIII secolo al 1838 del mercato del bestiame. Costruite tra il 1836 e il 1838 dall’architetto di Corte Nicola Bettoli per volere della duchessa Maria Luigia, presentavano uno stile neoclassico, erano costituite da un basso edificio color giallo Parma preceduto da un porticato con 50 colonne doriche in laterizio, su cui si affacciavano 21 botteghe di macellai. Il piano superiore, caratterizzato da 18 finestre a semicerchio raggruppate in gruppi di tre, fu inizialmente adibito a magazzino di granaglie divenendo poi un ricovero per mendicanti e asilo per le famiglie povere. Le beccherie furono demolite nel 1928 dal podestà fascista Mario Mantovani.

Bagni pubblici

Gli antichi bagni pubblici di Parma sorgevano lungo l’attuale viale Basetti e vennero costruiti in stile liberty tra il 1902 ed il 1905, su progetto dell’architetto Fortunato Morestori incaricato del sindaco Giovanni Mariotti. I bagni comprendevano una piscina per la quale vennero costruiti otto pozzi per estrarre l’acqua necessaria dal sottosuolo. Nel 1935 l’edificio divenne sede dell’Opera Nazionale per il Dopolavoro. Negli anni novanta la piscina fu demolita per realizzarvi il parcheggio sotterraneo “Goito” e nel 2011 sul retro della struttura fu realizzato un anfiteatro da 780 posti intitolato piazza Shakespeare.

Teatro Reinach

Teatro cittadino, sorgeva sul lato oggi aperto del grande cortile del Palazzo della Pilotta, con accesso verso l’odierna strada Garibaldi. Costruito sulle rovine della chiesa di San Pietro Martireabbattuta nel 1813, fu finanziato del banchiere tedesco Oscar Reinach ed inaugurato il 13 febbraio 1871. Molto amato sia per gli spettacoli di prosa che per la lirica, fu successivamente trasformato anche in cinema. Reintitolato “Teatro Paganini” nel 1939, fu distrutto assieme al Palazzo Ducale ed a parti del Palazzo della Pilotta il 13 maggio 1944 dai bombardamenti aerei degli angloamericani. Nel dopoguerra i proprietari dell’area ne proposero la ricostruzione, che fu loro impedita dal Comune, avviando una lunga trattativa che si concluse solo alla fine del secolo, quando fu avviata la riqualificazione dell’intero piazzale della Pace su progetto dell’architetto Mario Botta.

Monumento a Vittorio Emanuele II

Monumento marmoreo, si trovava originariamente in piazza Garibaldi. Costituito da una statua del re Vittorio Emanuele II poggiante su un’alta colonna interamente in marmo di Carrara, fu scolpito da Enrico Astorri con il finanziamento della cittadinanza ed inaugurato il 24 giugno 1883. Inizialmente posizionato in piazza Grande (attuale piazza Garibaldi) sulla base della distrutta Ara dell’Amicizia, nel 1983 fu spostato in piazza della Pilotta, davanti al palazzo del Governo (ex Palazzo Ducale), per lasciar posto al monumento a Giuseppe Garibaldi. Lesionato con una carica esplosiva durante un attentato nella notte tra il 5 e il 6 luglio 1946, fu smantellato e nel 1954 sostituito con il monumento al Partigiano.

Monumento a Giuseppe Verdi

Maestoso monumento, sorgeva di fronte alla stazione ferroviaria, nell’area dell’attuale via Verdi. Fu costruito nel 1913 interamente in granito e bronzo dallo scultore Ettore Ximenes, su progetto dell’architetto Lamberto Cusani; fu inaugurato il 22 febbraio 1920. Costituito da un grande arco di trionfo, sormontato da leoni trainanti un carro mitologico, e da alti portici ad emiciclo, sormontati da terrazze, era arricchito da 28 statue, rappresentanti le opere del maestro Giuseppe Verdi, collocate anche nella giusta sequenza temporale di composizione. Danneggiato non gravemente durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale, fu demolito interamente, non senza polemiche, salvando solo l’ara centrale oggi posizionata in piazzale della Pace, e nove statue, ricollocate nella sala detta “Arena del Sole” di Roccabianca.

Ponte Verde

Costruito tra il XVI ed il XVII secolo sul luogo di un antichissimo ponte in pietra risalente alla fine del XIII secolo, l’antico ponte si trovava leggermente più a sud dell’attuale ponte Verdi, ovvero fra il Palazzo della Pilotta ed il Torrione Visconteo. Realizzato in legno dipinto di verde, fu demolito nel 1904 nell’ambito degli interventi voluti dal sindaco Giovanni Mariotti per fare spazio all’attuale ponte in pietra intitolato a Giuseppe Verdi.

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