Le liste d’attesa in ospedale sono una realtà comune nel sistema sanitario pubblico, dove le risorse sono limitate e la domanda di servizi medici è alta. Queste liste sono formate dai pazienti che necessitano di visite specialistiche, esami diagnostici o interventi chirurgici, ma per i quali non è possibile garantire l’accesso immediato a tali prestazioni. I pazienti vengono inseriti in lista d’attesa in base a diversi criteri, tra cui l’urgenza del caso, la priorità clinica e la data di richiesta della prestazione. Le classi di priorità per le prestazioni sono

  • Classe U (Urgente): Prestazioni da eseguire nel più breve tempo possibile e, comunque, entro 72 ore.
  • Classe B (Breve): Prestazioni da eseguire entro 10 giorni.
  • Classe D (Differibile): Prestazioni da eseguire entro 30 giorni per le visite o entro 60 giorni per gli accertamenti diagnostici.
  • Classe P (Programmata): Prestazioni da eseguire entro 120 giorni. Fino al 31 dicembre 2019, la classe P è considerata da eseguirsi entro 180 giorni¹.

Rimborso per liste d’attesa troppo lunghe

Alcune Regioni hanno formalizzato il diritto di richiedere un rimborso qualora:

  • Gli istituti della Sanità Pubblica non siano in grado di garantire al paziente la copertura della richiesta nei tempi previsti dalla propria classe di urgenza.
  • Il paziente proceda per effettuare la prestazione presso una struttura privata, di cui vengono in caso rimborsate le spese sostenute.

Se l’attesa supera il limite massimo, il cittadino può richiedere che la prestazione venga resa in attività “intramoenia” (come se fosse una visita privata), senza costi aggiuntivi oltre al normale ticket.