Mattia Pinazzi è una giovane promessa del ciclismo italiano. Nato a Colorno, classe 2001, ha indossato la maglia della nazionale più volte in questi anni. Su pista nel 2022 è stato campione europeo Under 23 di inseguimento a squadre. È approdato da poco alla Green Project Bardiani-CSF Faizanè, team più longevo al mondo tra tutti i team che militano nel professionismo. Mattia è un ragazzo di poche parole, preferisce far parlare i fatti, è determinato a raggiungere i suoi obiettivi. Abbiamo avuto il piacere di intervistarlo.

Quando e come nasce la tua passione per il ciclismo?

Ho cominciato un po’ tardi, verso i dodici anni perché mio nonno correva in bici è arrivato fino ai dilettanti e ha voluto spingermi a provare. È nato tutto dalla passione del nonno. Ho un bel rapporto con lui, mi segue sempre ed è stato contentissimo per il passaggio alla Bardiani.

Cosa rappresenta per te questo sport?

Rappresenta tanti sacrifici che vengono però sempre ripagati con le vittorie e con questo passaggio, diciamo che ha finalizzato un po’ tutti i sogni che avevo da piccolino, da quando ho cominciato perché alla fine è il sogno di tutti i bambini passare ai professionisti e correre con i grandi.

È arrivato l’atteso salto a professionista. Che emozioni hai provato? Come ti trovi con i compagni e con lo staff della Bardiani?

Bene dai, è da inizio anno che mi sono focalizzato sul riuscire a passare, alla fine dopo due grandi successi ho finalizzato questo sogno. Sono contento.

Oltre al ciclismo studi o hai qualche altra passione?

Al di fuori dal ciclismo quando sono a casa, avendo un’azienda agricola, mi piace stare in mezzo ai campi, sui trattori. Essendo sempre in trasferta per la bici è poco il tempo che passo a casa. Alla fine negli ultimi anni vedo solo la bici, a parte l’inverno in cui magari riesco a svagarmi un po’ con gli amici.

Che emozione è stata indossare la maglia della nazionale? Che rapporto hai con i compagni e il CT Marco Villa?

Bello. Alla fine la maggior parte dell’anno lo trascorro con la maglia azzurra. Ho un bel rapporto anche con Villa, diciamo che è una buona famiglia.

Hai da poco disputato la sei giorni di Fiorenzuola, com’è andata?

Siamo partiti bene, sono riuscito anche a mettere la maglia di leader a un giorno dalla fine. Purtroppo l’ultimo giorno è andata un po’ storta la giornata e abbiamo perso il podio. È stata una bella sei giorni però sono rimasto un po’ deluso.

Qual è stata la gara più emozionante? E quella più sofferta?

La penultima gara che ho vinto su strada è stata sia emozionante che sofferta. È stata la gara di casa, ci tenevo a far bene ed era quella su cui puntavo di più dall’inizio dell’anno. È stata la vittoria più bella. L’anno prima sono arrivato secondo per poco.

Quali sono le prossime gare in programma?

Adesso sono in Portogallo per fare i campionati europei su pista dove cercherò di portare a casa almeno una vittoria. Prossimamente ad agosto ci sono i campionati del mondo sempre su pista dove cercherò di esserci e di far bene.

Hai un sogno nel cassetto?

Sicuramente passare a professionista era uno. Poi dall’anno prossimo vincere con i professionisti è il prossimo passo che bisogna fare.

Per te le vittorie sono solo punti di partenza o già punti di arrivo?

Sono punti di partenza perché quando si arriva ai professionisti non si è “arrivati” ma bisogna continuare a crescere e migliorarsi sempre di più. Non si deve pensare di essere già “arrivati”, si deve puntare sempre più in alto.

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