Abbiamo chiuso la porta del Rifugio Lagoni e la nostra gestione si ferma qui“, inizia con queste parole lo sfogo di Alessandra Cavalieri Manasse, presidente della Società Cooperativa Lago Scuro di Corniglio fondata nel 1990 e gestore dal 1992 del Rifugio Lagoni. “Eravamo partiti con tanto entusiamo, con l’obiettivo di riaprire il Rifugio chiuso da tempo e allora attivo solo in estate“. E se idee e buona volontà non mancavano, andavano di pari passo anche le “guerre con le amministrazioni, con le giunte comunali, con la Provincia. La politica – quella nota italiana, nelle modalità e nelle dinamiche – non è mai stata nostra alleata”.

Negli anni la tenacia di Alessandra, del marito Gregorio Guidi e dei suoi fratelli ha resistito alle difficoltà e si è distinta per “la sua anomalia conclamata: non avere colore politico ne protettori; mai percepito un centesimo di finanziamenti, di aiuti, di appoggi“. Un’anomalia che si è rivelata un debolezzasempre crescente fino a diventare insostenibile“. Nel lungo post Alessandra racconta di “miserie e meschinità subite da noi e dal paradiso affidataci”; tra queste le vicende giudiziarie legate all’appalto 2012/2029 che il Consorzio Lago Scuro si è aggiudicato alla Cassazione. “Alla fine la Provincia di Parma ci ha risolto per inadempimento, senza una declaratoria con una causa di merito che attesti la validità della risoluzione contrattuale – e l’8 marzo ci caccia a pedate – con ufficiali giudiziari e forze dell’ordine, in virtù di un ex 700, provvedimento di urgenza notoriamente utilizzabile per eventi di estrema gravità e pericolo, concesso dal Tribunale di Parma e non opponibile fuori di questo“.

Restano prosegue il post – due decreti ingiuntivi opposti ancora sub iudice, tutte le annualità versate con diritto di ripetizione in quanto non dovute per le abnormi difformità della realtà dal contratto firmato; resta quindi una condanna per furto reiterato – appellata a Bologna – ottenuta con fototrappole abusive per preparare una macchina del fango ordita un anno fa e che certo adesso verrà scatenata, nel tentativo di giustificare – quando non di prendersi i meriti – dell’ennesimo fallimento della montagna“. Poi l’affondo politico: “Un’altra chiusura su cui tutto il PD che saldamente stringe le redini delle amministrazioni nella petit capitale dovrà mettere la faccia: Comune di Corniglio, Provincia di Parma , Regione Emilia Romagna, Parco Regionale, Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, Unione dei Comuni e Comune di Parma , Visit Emilia e tutti quanti il circense carrozzone prevede“.

Non solo la faccia, forse anche i conti dovrà produrre: solo i denari pubblici spesi in 12 anni di vertenze giudiziarie anziché nella valorizzazione del territorio sono scandalosi. Ma ancor più scandalosi sono i conti di quanto dichiarato come investimenti sul territorio rispetto a quanto realizzato“, conclude la nota social.

La nostra video intervista di qualche anno fa

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