Continua a tremare la terra nel parmense: lo sciame sismico che ha colpito in questi giorni la nostra provincia ha prodotto oltre 80 scosse, la maggioranza delle quali registrate nella zona tra Langhirano e Calestano. L’ultima scossa, di magnitudo 4.2, è stata avvertita alle 13.06, con epicentro a Calestano: non si registrano danni, ma è stata chiaramente avvertita dalla popolazione in tutta la provincia. Il sindaco di Parma Michele Guerra ha registrato poco fa un Alert System inviato ai cittadini: “In queste ore si sta verificando sul nostro territorio uno sciame sismico che interessa anche il Comune di Parma. Alle 13.06 è stata avvertita in città una scossa più forte (4.1) delle altre, che non ha tuttavia creato danni a cose o persone. Stiamo tenendo monitorata la situazione insieme alla Protezione Civile e agli enti preposti alle emergenze. Vi invitiamo a seguire le norme di comportamento specifiche che trovate sul sito della Protezione Civile“.

Gli aggiornamenti di INGVI e i terremoti storici

Al momento (aggiornamento 9 febbraio ore 14:00) sono stati registrati 121 terremoti con una magnitudo massima pari a 4.2. Le profondità ipocentrali sono mediamente intorno a 18-20 km, con eventi che raggiungono profondità  anche maggiori. Finora  i terremoti di magnitudo maggiore si sono verificati nel pomeriggio del 7 febbraio (Mw 3.4) , nella scorsa notte (ML 3.4) e alle ore 13:06 di oggi 9 febbraio (Mw4.2).

L’area interessata dalla sequenza in corso ha una sismicità storica ben conosciuta e nella quale è possibile riconoscere eventi con caratteristiche simili, anche se hanno avuto magnitudo più elevate. Un terremoto ben documentato è senz’altro quello del 4 marzo 1898, con una magnitudo stimata pari a 5.4, e che produsse effetti fino al grado 7-8 MCS in due località (Mattaletto e Vidiana) e del 7 grado MCS in otto località tra le quali Langhirano. La scossa fu avvertita in gran parte del nord Italia; le cronache del tempo ci dicono che a nord la scossa fu avvertita nelle province di Belluno, Sondrio e Como, a sud in provincia di Firenze, Pistoia e Pisa; a ovest nelle provincie di Savona e di Alessandria; infine a est la scossa fu sentita debolmente fino in Veneto, nelle provincie di Venezia e Padova. L’ampia area di risentimento fa pensare che la profondità ipocentrale fosse rilevante.

Venendo a tempi più recenti, altri terremoti nell’area, sempre con profondità ipocentrale intorno ai 20 km (come la sequenza in atto), si ricorda quello del 9 novembre 1983, avvenuto tra Parma e Langhirano, di magnitudo Mw 5.0 e profondità di 18 km, che ha prodotto effetti fino al grado 7 MCS nella città di Parma, e soprattutto quello del 23 dicembre 2008, localizzato poco a sudest della sequenza attuale (zona epicentrale Neviano Degli Arduini), di magnitudo 5.4 e con caratteristiche simili ai terremoti di questi giorni. Questo evento ha avuto profondità ipocentrale pari a 23 km e meccanismo focale di faglia inversa. Anche questo evento produsse effetti fino al grado 7 MCS in una località (Poggio di Sant’Ilario) e pari al grado 6 in diverse località.