UniPr, un seminario sulle tematiche LGBTQIA+:

Lo scorso 9 novembre all’Università di Parma è stato organizzato un seminario dal nome Persone LGBTQIA+. Quali barriere all’inclusione?. Si trattava di una lezione per informare e sensibilizzare gli studenti e le studentesse su temi come gli stereotipi di genere, l’identità sessuale, il bullismo omofobico, il cis-centrismo… e con tutto ciò che a che fare con le barriere, spesso invisibili, all’inclusività delle persone della comunità LGBTQIA+ nella società. Ad organizzare l’incontro è stata la professoressa Dolores Rollo insieme al dottor Paolo Riseri, psicologo del servizio di counseling psicologico dell’Università di Parma. Li abbiamo intervistati per farci spiegare i dettagli della loro lezione e per cercare di capire insieme la direzione che può prendere un percorso di questo genere in ambito accademico.

La professoressa Dolores Rollo, docente di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione in corsi triennali e magistrali dell’Università di Parma spiega innanzitutto: “Il seminario nasce all’interno del mio corso di Psicologia dello sviluppo socioaffettivo. Già negli anni accademici precedenti alla pandemia, nella spiegazione dello sviluppo dei rapporti interpersonali nel ciclo di vita avevo dedicato spazio ai legami di persone LGBT. Quest’anno ho voluto estendere il seminario a tutti gli studenti e a tutte le studentesse dell’Ateneo, sia per sensibilizzarli/le su queste tematiche sia per la volontà di mantenere gli impegni che l’Università di Parma ha preso firmando lo scorso 8 luglio 2021, insieme a diverse associazioni, all’Azienda ospedaliera, al Comune e ad altre realtà, un protocollo d’intesa per azioni di promozione di una cultura dei diritti e di contrasto alle discriminazioni LGBT. Il seminario infatti – continua Rollo – ha voluto essere un punto di partenza utile a valutare l’interesse e a mostrare agli studenti e alle studentesse LGBTQIA+ dell’Ateneo che anche su questi temi l’Università è attiva e presente“.

Aggiunge poi il dottor Riseri: “La necessità di approfondire queste tematiche è nata anche dall’analisi delle richieste delle persone che si rivolgono al servizio di Counseling psicologico di cui la professoressa Rollo è responsabile. Sono molti gli studenti e le studentesse che riscontrano difficoltà nel gestire le criticità che emergono dalla presa di consapevolezza della propria identità sessuale e soprattutto nel gestire le barriere all’inclusione (spesso invisibili) che purtroppo possono incontrare anche durante il loro percorso universitario“.  

Il servizio di counseling psicologico rimane infatti uno strumento fondamentale: “Per accedere al servizio è necessario contattare il servizio esclusivamente tramite e-mail – dice la prof.ssa Rollo, delegata del Rettore per Inclusione e Counseling Psicologico, indicando un recapito telefonico per un contatto più diretto -. Il counseling psicologico è un percorso di breve durata (indicativamente tra i 5 e gli 8 incontri) condotto da psicologi e psicologhe esperte del settore, basato sulla costruzione di una relazione d’aiuto, volta a riorganizzare le risorse della persona e a sviluppare strategie adeguate di fronteggiamento delle situazioni difficili. Ai servizi di consultazione, completamente gratuiti, accedono sia studenti (nel 2021 sono stati circa 200) che dipendenti dell’università, docenti e personale tecnico-amministrativo“.

“La scarsa conoscenza di una determinata cultura è alla base della nascita di molti degli stereotipi”

Non è infatti così usuale che queste tematiche siano trattate in ambito accademico, e soprattutto in modo approfondito. Continua Riseri: “Gli argomenti affrontati dal seminario sono trattati dagli insegnamenti in modo marginale, senza un approfondimento che guardi anche all’attivismo politico e associazionistico che su questi temi ha tanto da dire. Il bullismo ha trovato maggior spazio, forse perché abituati ad una politica del “riparare ai danni” ma quello di cui abbiamo bisogno è di prevenzione, informazione e soprattutto conoscenza“. La scarsa conoscenza di una determinata cultura (In questo caso la cultura LGBTQIA+) è alla base della nascita di molti degli stereotipi nei confronti delle persone omosessuali, afferma il Dottor Riseri, “così come la negatività nei confronti di altre espressioni sessuali è alla base di veri e propri atti di violenza fisica e psicologica“.

Questi argomenti, il più delle volte, sono lasciati alla sensibilità del singolo docente o professionista esterno, oppure sono considerati come qualcosa che riguarda solo alcuni ambiti disciplinari (solitamente umanistici), sostiene Riseri. “All’interno del seminario è stata invece lanciata l’iniziativa di una serie di workshop esperienziali che continueranno su questa linea: far riflettere sul fatto che il parlare dell’inclusione di qualcuno sia parlare dell’inclusione di tutti“. E per fortuna il seminario è stato accolto positivamente da studenti e studentesse, come afferma la professoressa Rollo: “Nei giorni precedenti la lezione, una decina di studentesse e studenti mi hanno scritto per manifestarmi il loro apprezzamento dell’iniziativa e il rammarico per il non poter partecipare. A breve però sarà messa a disposizione di tutti la registrazione del seminario sul sito del Centro Accoglienza e Inclusione“.

Carriera alias all’Università di Parma: che cos’è e come funziona

L’Università di Parma tutela le persone in transizione di genere con un Regolamento ad hoc, approvato e pubblicato sul sito web dell’Ateneo dal gennaio 2017, per la gestione di una “carriera alias”: così spiega la professoressa Rollo. “ll Regolamento per l’attivazione e la gestione della carriera alias è stato emanato nel perseguimento dei medesimi obiettivi che hanno ispirato il “Codice etico e per la tutela della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori, delle studentesse e degli studenti dell’Università degli Studi di Parma” e per consentire il concreto esercizio del diritto all’identità di genere, quale elemento costitutivo del diritto all’identità personale, rientrante nell’ambito dei diritti fondamentali della persona (art. 2 Cost.)“.

Continua poi Rollo: “L’attivazione di una carriera “alias” prevede la sottoscrizione, da parte della persona, di un accordo confidenziale con l’Ateneo. La carriera alias nasce dalla modifica della carriera reale anticipando i provvedimenti che si renderanno necessari al termine del procedimento di transizione di genere, quando il/la richiedente sarà in possesso di nuovi documenti di identità personale a seguito di sentenza del Tribunale che ne rettifica l’attribuzione di sesso e – di conseguenza – il nome attribuito alla nascita“.

Prospettive: “Aumentare la collaborazione con altri Atenei ed estendere la formazione sulle tematiche Lgbt+ anche al personale docente e tecnico amministrativo”

Il seminario, come ribadito, è un punto di partenza per avviare una duratura programmazione di incontri dedicati all’informazione su questi temi. Spiegano la professoressa Rollo e il dottor Riseri: “Oltre che proseguire con i workshop esperienziali di approfondimento citati prima, sarà importante incrementare la collaborazione con altri Atenei italiani che da anni lavorano su queste tematiche, al fine di confrontarci sulle migliori pratiche. Proprio in questo periodo sono in corso contatti con l’Ateneo di Napoli Federico II e con l’Università degli studi di Padova con cui organizzeremo un simposio durante il prossimo congresso della Società Italiana per l’Orientamento-SIO (Gennaio 2023)“.

L’auspicio però non è soltanto quello di espandersi “geograficamente”, ma anche all’interno dei vari settori che compongono l’ambito accademico: “Intendiamo estendere la formazione su queste tematiche anche al personale docente e tecnico amministrativo interessato. In molti hanno espresso la volontà di conoscere meglio questi argomenti. Vogliamo potenziare la formazione degli psicologi e delle psicologhe che operano all’interno del servizio di Counseling psicologico così da offrire un servizio sempre più attento ad argomenti che, seppur già padroneggiati, spesso richiedono un’attenzione particolare. L’introduzione nei curricula accademici di tematiche antidiscriminatorie con un focus sulle questioni LGBT+ rientra tra le azioni suggerite nella Strategia Nazionale LGBT redatta dall’Ufficio Nazionale Anti-discriminazioni Razziali (UNAR) e approvata dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sarebbe interessante pensare a lezioni sempre più strutturate all’interno dei corsi di laurea (docenti che decidono di “ospitare” i nostri seminari)“.

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