Tra i vari rami dell’AUSL rientra anche quello del SERDP, un servizio ad accesso libero con sede in tutta Italia, il cui compito è quello di offrire servizi di aiuto a persone con problemi di dipendenza derivanti da sostanze, alcol e comportamentali. La dottoressa Silvia Codeluppi, direttrice del SerDP Parma si è resa disponibile a rilasciare un intervista dove i temi principali sono stati elaborati sulla base di dati di persone, che hanno già svolto o stanno svolgendo un percorso di cura, non sono stati quindi calcolati i dati inerenti ai consumatori che purtroppo non stanno seguendo un percorso di riabilitazione.

Il consumo di droghe non conosce età e ceto sociale. Quali, sono le sostanze più utilizzate dai giovanissimi e quali, dalla fetta di consumatori di età avanzata?

Tra le persone che abbiamo in cura, circa il 40% hanno dipendenza da cocaina, il 30% da cannabis, mentre il restante da oppiacei e derivati, generalmente i giovani che si presentano, soprattutto minorenni, fanno richiesta di aiuto per problemi derivanti dalla cannabis, ma negli ultimi anni abbiamo registrato un aumento dell’abuso di cocaina. Per quanto riguarda l’età avanzata, abbiamo in cura diversi pazienti da diverso tempo, oltre alle droghe, le dipendenze più comuni sono quelle derivanti dall’abuso di alcool e gioco d’azzardo, che oltre a dare una forte dipendenza crea spesso lacune finanziare nei soggetti interessati.

Le droghe danno dipendenza e causano problemi gravi a livello fisico, quali sono invece i danni psicologici che possono causare, soprattutto su persone giovani?

I danni sono sempre diversi a seconda della sostanza in questione, la cannabis può provocare forti psicosi, soprattutto quella sintetica, che ha niente a che vedere con la cannabis naturale e inoltre è poco responsiva ai farmaci che utilizziamo in cura. La cocaina invece, usata come crack in particolare, crea la dipendenza maggiore, sviluppa un desiderio compulsivo di abuso, i pazienti sono difficilmente agganciabili e difficilmente seguono il percorso di riabilitazione, i danni fisici ovviamente sono altrettanto pericolosi.

Si parla spesso, del tema della legalizzazione delle droghe cosiddette ‘’leggere’’ ha senso legalizzarle o è prerogativa mantenerle illegali e possibilmente non reperibili se non dietro approvazione medica?

Abbiamo sicuramente dei pro e contro. Partendo dal presupposto che in contesto medico la cannabis è già legale e prescrivibile per determinate patologie, quella spacciata invece contiene un’elevata percentuale di THC, la sostanza che provoca sballo, sono tipologie completamente differenti di sostanza, un discorso completamente diverso vale per quella sintetica, che come già ribadito non ha nulla di vegetale, provoca gravi psicosi e persino la morte. La legalizzazione avrebbe sicuramente effetti positivi sullo spaccio, indebolendo la criminalità organizzata, ma non sdogana l’uso della sostanza, il cosiddetto spinello è quasi considerato un rito di passaggio adolescenziale, c’è chi prova una sola volta, chi riesce a non abusarne e chi ne diventa dipendente. In Italia la situazione è delicata, c’è uno scontro ideologico e politico importante, a mio parere la cosa migliore sarebbe approfondire gli studi in materia ma sicuramente ci sono sia vantaggi che svantaggi nella legalizzazione.

In termini di percorsi di recupero, come è organizzata Ausl? Ci sono percorsi già avviati e uguali, oppure ogni caso viene valutato singolarmente? E in merito alle strutture, come sono distribuite sulla nostra provincia e con quali peculiarità?

Ogni distretto della provincia ha un suo servizio di sicurezza, Parma, Langhirano, Fidenza… una volta era il SERT, adesso viene definito SERDP, in quanto non vengono solo trattate le dipendenze da sostanze, ma anche quelle comportamentali come il sesso e il gioco d’azzardo. L’accesso è completamente libero, non ci sono obblighi di frequenza, l’equipe di ogni struttura è composta da medici, infermieri, psicologi e assistenti sociali. La diagnosi per i richiedenti dura circa due mesi e comprende esami tossicologici e comportamentali, ma riguarda anche aspetti psichiatrici, disturbi, depressioni, difficoltà relazionali. Le patologie legate alle dipendenze sono complesse, bisogna capire il rapporto che la persona ha con la sostanza in questione. Anche valutazione delle condizioni sociali ed economiche è importante, non basta curare la dipendenza, ma capirne la causa scatenante se ce ne una . Si affronta subito il quadro legato alla sostanza poi si fa la diagnosi psicologica, il percorso deve essere il più possibile ‘’personalizzato’’ per ottenere risultati.

© riproduzione riservata