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Dal 2004 si festeggia ogni 14 giungo la Giornata mondiale del donatore di sangue, appuntamento proclamato dall’Organizzazione mondiale della sanità per ricordare l’importanza di donare e per aumentarne la sensibilità soprattutto tra le nuove generazioni. L’Oms avrebbe assegnato il World Blood Day 2020 proprio all’Italia: qui infatti si sarebbero dovuti svolgere gli eventi che avrebbero attirato donatori e interessati dal tutto il mondo. Le celebrazioni sono state rimandate al prossimo anno, ma nel frattempo è attiva una cospicua campagna social per non dimenticarsi che di sangue c’è e ci sarà sempre bisogno, come afferma Avis Parma rispondendo alle nostre domande.

Come spiegano il Presidente dell’Avis comunale di Parma, Giancarlo Izzi, e il Presidente dell’Avis provinciale di Parma, Roberto Pasini, anche se negli anni è aumentata la consapevolezza della necessità di donare il sangue, la Giornata mondiale è comunque importante per ribadire quanto siano necessarie in tutto il mondo le donazioni di sangue, allo scopo di garantire alle persone l’accesso alla salute attraverso sangue e prodotti derivati sicuri. “Per questo Avis organizza incontri soprattutto nelle scuole, ma anche nei gruppi sportivi e nelle altre associazioni di volontariato, volte a far conoscere il mondo del dono di sangue e/o emocomponenti“.

I dati e la situazione in Italia e Emilia-Romagna

I motivi per cui si effettuano trasfusioni sono dei più svariati. Si va da gravi emorragie, a trapianti, oppure più in generale per interventi a supporto di terapie oncologiche, come terapia per numerose malattie ematologiche, ma anche plasmaderivati per immunodeficit congeniti o acquisiti. “In media si parla di una donazione di sangue ogni 10 secondi che consente di trasfondere circa di 1.745 pazienti al giorno e di trattare con medicinali plasmaderivati migliaia di persone al giorno“, spiegano gli esperti intervistati.

L’Italia è infatti un paese autosufficiente per le donazioni di sangue e secondo i dati regionali raccolti da Avis, aggiornati al 31 dicembre 2018, l’Emilia-Romagna conta più 143 mila soci donatori per un totale di 332 strutture. “La Regione ha mantenuto un buon grado di autosufficienza grazie all’applicazione puntuale del Buon uso del sangue (per cui sono stati istituiti anche appositi comitati) e ad un miglior sviluppo di tecnologia medica, che ha portato ad una riduzione importante dell’utilizzo di questa preziosa risorsa“. Tuttavia, ciò che fa preoccupare è il ricambio generazionale, che potrebbe nel futuro invertire la buona tendenza di cui tutta Italia è protagonista.

Secondo il Centro Nazionale Sangue (Cns) infatti, nel nostro Paese ci saranno nei prossimi dieci anni oltre 200mila donatori periodici in meno: questo perché la maggior parte dei donatori si trova in età avanzata, e l’età massima per donare è 70 anni, previa valutazione dei fattori di rischio. “Per cercare di contrastare questa problematica”, dichiarano Izzi e Pasini, “stiamo puntando sulla sensibilizzazione alla donazione e fidelizzare i giovani attraverso incontri nelle scuole oltre che di coinvolgere le popolazioni immigrate in Italia, che sono ormai entrate a far parte della nostra società e così sentirsi in essa integrate a tal punto da voler anche donare sangue“.

I dati e la situazione a Parma

Anche la provincia di Parma è autosufficiente, e anzi “contribuisce ad inviare sacche di sangue alla centrale regionale per sostenere le zone carenti in Italia“. I donatori in provincia sono al 31 dicembre 2019 19.014 e questi hanno assicurato donazioni di sangue intero per 21.451 unità, di plasma per 2861 unità e di piastrine per 150 unità per un totale di 24.462 donazioni.In Provincia di Parma ci siamo trovati a dover arginare l’entusiastica risposta sia dei donatori periodici sia di aspiranti agli appelli dei media di andare a donare!“, spiega Roberto Pasini, “ e abbiamo dovuto da tempo organizzarci programmando e gestendo gli accessi, attività che poi sono risultate fondamentali anche durante il periodo Covid“.

Le regole contro l’assembramento e la necessità di avere un minor numero di persone presenti contemporaneamente, ha reso infatti le prenotazioni utilissime e per fortuna anche i donatori hanno risposto bene a questa esigenza. “Durante il periodo di lockdown infatti, non abbiamo registrato problemi relativi alle donazioni ed alle trasfusioni di sangue od emocomponenti, poiché l’intero sistema ha funzionato in sicurezza“. Il sistema sangue in Provincia di Parma, in Regione Emilia Romagna ed in Italia ha “livelli di operatività e standard altissimi per sicurezza nella preparazione delle sacche che nella protezione dei donatori, ed è abituato a lavorare con questi standard“. Per questo è stato in grado di “fronteggiare questa emergenza senza rilevare problemi che ne abbiano potuto compromettere la propria azione“.

Quello che però il coronavirus ha impedito, è la celebrazione degli eventi organizzati per il World Blood Day, quest’anno assegnato appunto all’Italia. “Avis Emilia Romagna ha organizzato un evento online che prevede il saluto di tutte le sedi provinciali e comunali sul territorio, denominato “AVIS IN A DAY ONLINE“, spiegano Izzi e Pasini. A Parma ci saranno infatti tre testimonial d’eccezione per rafforzare il messaggio di solidarietà: “Il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, che si recherà a donare in questa occasione; la prima donazione di Benedetta Mazza, modella e conduttrice televisiva, testimonial dell’Avis Parma; e l’ex senatore, Giorgio Pagliari, che con le sue 188 donazioni raggiunte proprio domenica, è il donatore Avis in attività con più donazioni all’attivo“. Le storie dei tre testimonial parlano quindi di solidarietà e ripropongono lo slogan mondiale, che in estrema sintesi spiega il fine ultimo delle donazioni: “Dona sangue e rendi il mondo un posto più sano“.

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