La Regione è sempre più preoccupata per il diffondersi del virus della Peste suina africana (che non è trasmissibile all’uomo) sul territorio nazionale e in particolare da alcuni mesi in Emilia-Romagna, con inevitabile ripercussione in termini economici per le aziende del settore della carne suina – una delle eccellenze della Food Valley con un valore di produzione pari ogni anno a un miliardo di euro.

Ecco perché la Giunta ha chiesto al Governo una dichiarazione di stato di calamità naturale: per consentire alle produzioni che rientrano nelle zone di restrizione, cioè allevamenti e aziende della trasformazione che subiscono i primi effetti della diffusione del virus, di accedere a benefici fiscali previsti dalla legge in casi di calamità, quali agevolazioni e sospensioni dei mutui o misure rivolte ai lavoratori.

Tra i punti chiave per una strategia efficace, anche l’istituzione del ruolo di subcommissari regionali tra gli assessori delle Regioni interessate, che possano gestire procedure amministrative straordinarie su appalti per acquisti di servizi e mezzi mirati al contenimento del cinghiale.

La Regione chiede al Governo anche un impegno a salvaguardare le esportazioni, in particolare per le produzioni Dop e Igp, che già ora vedono chiusure da alcuni Paesi mentre si teme che altri, in particolare quelli del Nord-America, possano aggiungersi.