Con una copertura di più di 300 mila ettari, il Consorzio di Bonifica parmense si occupa di manutenzione, ordinaria e straordinaria, del territorio di Parma. Con eventi “estremi”, come frane e alluvioni, che sempre più spesso si verificano in modo distribuito sul territorio d’Italia e non solo, il lavoro del Consorzio è indispensabile non solo per la cura e la protezione degli ambienti che ci circondano, ma anche per venire a conoscenza delle fragilità del territorio stesso, un territorio antropizzato e sofferente, di cui spesso si dimentica il valore.

Uno degli ultimi disastri ambientali che hanno colpito lo stivale e scosso l’opinione pubblica è quello di Casamicciola, a Ischia, dove il 26 novembre scorso sono morte 12 persone in seguito a una copiosa alluvione. Proprio in quell’occasione il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio dichiarò che in Italia il 94% dei comuni è a rischio di frane o alluvioni: quello che è successo nell’isola campana non è un evento calamitoso senza spiegazione, ma anzi quello che è accaduto lì (e già qualche tempo prima con l’alluvione delle Marche) sarebbe potuto accadere altrove.

Appurato che la situazione sia grave trasversalmente da nord a sud, resta da capire effettivamente quali sono le condizioni in cui versano Parma e la sua provincia, dall’Appennino alla bassa parmense. Dimitri Costa, geometra responsabile del distretto collinare e montano del Consorzio della Bonifica parmense, ha risposto alle nostre domande, raffigurando, oltre alle mansioni ordinarie del Consorzio, qualche dato sul rischio di frane e alluvioni nel territorio parmense.

Di che cosa si occupa il Consorzio di Bonifica parmense? In quali attività è impegnato nel territorio?

Il Consorzio della Bonifica parmense comprende una superficie totale di 330.000 ettari della provincia di Parma, di cui 110.000 nel distretto di pianura e 220.000 nel distretto collinare montano. Nel distretto di pianura effettuiamo manutenzioni tenendo sotto controllo una rete di canali artificiali di 1500 km, oltre la gestione di impianti importanti di sollevamento per uso irriguo e di scolo e drenaggio. Nel distretto collinare montano ci occupiamo della manutenzione di circa 350 km di strade di bonifica, che per buona parte rappresentano un importante via di comunicazione intervalliva.

Oltre a queste manutenzioni ordinarie e straordinarie, abbiamo in corso un progetto denominato “Difesa attiva” che vede l’erogazione di contributi a favore delle aziende agricole, a fronte della realizzazione di interventi mirati, di rilevanza strategica a difesa dell’agricoltura e della forestazione, nell’intento di sopperire all’abbandono dei territori prevenendone la fragilità. Non ultimo, in condivisione con i comuni, eseguiamo interventi di sistemazione idrogeologica per la mitigazione del dissesto.

In caso di interventi di bonifica dispiegati nel territorio, in che modo collaborate con le istituzioni e con la rete dei comuni interessati?

Siamo in costante contatto con i Comuni e le Unioni di Comuni, con i quali condividiamo gli interventi da strutturare e da eseguire durante l’anno. Agiamo poi in stretta sinergia con la Regione, la Protezione Civile, Ministeri, Aipo, Autorità di Bacino, Prefettura di Parma ed UNCEM.

Circa un mese fa, in seguito al disastro di Casamicciola a Ischia, il capo della protezione civile Fabrizio Curcio ha affermato che il 94% dei Comuni italiani è a rischio di frane e alluvioni. Questo dato rappresenta la fragilità del nostro territorio, in modo trasversale da nord a sud, ma com’è la situazione nella provincia parmense? Quali sono le zone più a rischio?

È in linea con il resto del territorio italiano. Il nostro Appennino è un territorio fragile, in continuo mutamento, che risente soprattutto dell’abbandono degli ultimi trent’anni. Tutti i territori dei nostri Comuni sono potenzialmente zone a rischio frane ed alluvioni, dei quali più del 18% a rischio elevato.
Frane attive o quiescenti interessano il 25% del territorio collinare montano.

Tra i nostri Comuni che hanno l’indice di franosità più elevato troviamo: Tizzano Val Parma e Varsi con oltre il 47%, Bore con il 44%, Bardi con il 37% e a seguire Corniglio e Terenzo appena sotto quest’ultima percentuale. Ci sono però Comuni con indice di franosità magari inferiore, ma all’interno dei quali troviamo frane molto profonde che destano grande preoccupazione.

Come gestite la portata dei fiumi delle valli e della bassa parmense? Quali sono quelli a maggiore rischio di alluvione?

Il Consorzio gestisce lo scolo del territorio di pianura attraverso la fitta rete di canali artificiali e gli impianti idrovori, mitigando così gli effetti devastanti delle alluvioni, in sinergia con altri enti ai quali compete la gestione dei corsi d’acqua naturali.

È possibile indicare la priorità di interventi da mettere in atto nel territorio parmense? Quali principali interventi avete svolto negli ultimi mesi?

Relativamente al distretto collinare montano, eseguiamo opere di sistemazione idrogeologica a protezione di versanti ed interventi mirati di regimazione idraulica dei corsi fluviali e rii minori, oltre alla manutenzione delle strade di bonifica.

Nel 2022 abbiamo eseguito diversi interventi finanziati dalla RER tra cui 5 interventi di manutenzione a strade di bonifica per un importo complessivo di € 151.600,00, un intervento di messa in sicurezza del ponte sul fiume Ceno lungo la strada di bonifica “Legnago Serravalle” nel Comune di Varano Melegari per € 300.000,00, 5 interventi cofinanziati con i Comuni, 20 interventi finanziati dal PSR per lavori di prevenzione dei danni da fenomeni franosi al potenziale agricolo a favore di diversi Comuni per circa € 1.756.000,00. Inoltre, abbiamo eseguito 63 interventi complessivi tra sistemazione idrogeologica e regimazione idraulica, finanziati con fondi di bilancio CBP per un importo totale di circa € 1.300.000,00.

Nel territorio di pianura, relativamente allo scolo, occorre effettuare interventi di manutenzione straordinaria sugli impianti idrovori e sui canali, per aumentare il grado di sicurezza a seguito dei sempre più catastrofici eventi alluvionali. Recentemente abbiamo completato un importantissimo intervento in località Bocca d’Enza (comune di Sorbolo Mezzani), avente un importo di circa 6.000.000 euro, per la messa in sicurezza di un territorio di 4.000 ha nel quale vivono circa 15.000 abitanti. Per l’irrigazione, abbiamo la necessità di effettuare interventi di ammodernamento e riqualificazione di tutto il sistema irriguo (canali, impianti di sollevamento da acque superficiali e profonde), ottimizzando la gestione della risorsa acqua ai fini del risparmio idrico. In merito, è in fase di realizzazione intervento finanziato dal PSRN per un importo totale di circa 15.200.000 euro, riguardante l’ammodernamento di una parte della rete di distribuzione per circa 10 km.

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